TENNIS WTA PREMIER MIAMI – Gli undici precedenti tra Li Na e Serena Williams raccontano di una rivalità che non c’è stata. A Miami, riuscisse ad impedire a Serena di confermarsi campionessa per la settima volta, Li Na potrebbe finalmente essere considerata come una seria rivale al trono dell’americana.
Serena contro Li Na: numero 1 contro numero 2 del seeding per la prima volta a Miami dal 2000, la settima nei trent’anni di storia del torneo. Seeding e ranking non sempre corrispondono però e così questa è la quinta volta che le prime due giocatrici del mondo lottano per il titolo a Key Biscane:
“Good match, good tennis, good challenge”, così Li ha presentato la sfida con Serena Williams. La cinese quest’anno è stata la più continua tra le big: ha perso solo due match (21-2), vincendo a Melbourne il secondo Slam in carriera. Ma ci è riuscita senza mai affrontare un’avversaria compresa tra le prime dieci del ranking. Non può essere considerata favorita, non lo sarebbe stata comunque contro Serena. Nessuna lo è contro Serena. Men che meno a Miami dove l’americana ha vinto sei volte (66-7 nel torneo) e può vantare una percentuale di vittorie dello 0,904:
Come se non bastasse la Williams trova motivazioni extra nella folla di amici e parenti che popolano le tribune dello Stadium durante i suoi match (Serena vive a Palm Beach Gardens, non troppo distante da Crandon Park).“Ho tanti amici qui ed è peggio quando si perde davanti ai propri amici e ricevi tutti quegli abbracci di comprensione. Io non voglio comprensione. C’è solo un’alternativa e questa è vincere”, ha dichiarato Serena. Separate da una sola posizione in classifica, in campo il divario è sempre stato netto come dimostrano le dieci vittorie ad una per l’americana, con l’unica vittoria della Li arrivata al loro secondo incontro sul cemento indoor di Stoccarda nel 2008.
Li non può finora essere considerata una vera rivale per l’americana. A volersi aggrappare alla cabala la cinese non trova grande conforto neanche nei numeri: Serena ha perso a Miami solamente da giocatrici che sono state numero 1 al mondo (Capriati e Venus per due volte; Azarenka, Hingis e Wozniacki), in un torneo vinto solamente da Sabatini (1989) e Radwanska (2012) tra coloro che non hanno mai raggiunto tale posizione.
“Questa volta posso davvero rendermi conto di quanto sono migliorata in questi tre o quattro mesi”, ha confidato Li. “E’ un’ottima sfida per me. Sono davvero felice di poter giocare contro di lei”.
La cinese ha nelle corde le armi per poter mettere in difficoltà Serena: è una delle poche a poter opporre resistenza nei primi scambi alle bordate dell’americana, sta bene atleticamente e può contare su un grande rovescio bimane. Ma cosa più importante è affiancata da uno dei migliori allenatori in circolazione, quel Carlos Rodriguez che già all’angolo di Justine Henin ha lavorato su come fronteggiare e neutralizzare la potenza della Williams.
Con la belga è riuscito a vincere sei confronti su quattordici, mentre con la Li è attualmente 0-5. Nell’ultimo match giocato ai WTA Championships si sono però registrati dei progressi, sebbene Serena abbia vinto ancora una volta 26 63 60.
Questo inizio di stagione dimostra come Rodriguez sia stato determinante soprattutto sotto l’aspetto mentale, riuscendo a far incanalare la pressione dei big match in energia positiva. Non si spiegano altrimenti il match point annullato al terzo turno agli Australian Open oppure le partite tirate vinte a Miami pur non giocando bene contro Wozniacki (75 75 nei quarti) e Cibulkova (75 26 63 in semifinale); in altri frangenti la tensione e la pressione le avrebbero tirato un brutto scherzo. Ora non più. “Penso che mentalmente Rodriguez mi abbia aiutato molto. Per me, è un buon coach perché è il primo con cui parlo dopo i match…quando Carlos è entrato nel mio team, mi sono sentita più rilassata, ho iniziato a godere della vita da tennista. Non sopportavo più lo stress”.
Resta da vedere se Li riuscirà ad essere aggressiva, a scendere più spesso a rete, sostenendo costantemente uno stile d’attacco necessario per impensierire Serena senza farsi inchiodare a fondocampo dove l’americana, con variazioni d’angoli e profondità, può giocare il suo dritto incrociato costringendo la Li a giocare il suo colpo più debole sempre in corsa. Questa può essere la chiava tattica per impedire a Serena di diventare la quarta giocatrice nell’Era Open a vincere per sette volte uno stesso torneo, insieme ad Evert, Graf e Navratilova: