TENNIS- Appuntamento in libreria fissato per il 16 aprile; esce il libro di Tonino Zugarelli. Una “straordinaria storia di vita, ove lo sport è viatico per cambiare il proprio destino”, ricordando il glorioso 1976 e le tristi cadute. Mai definitive.
L’Ansa ha da poco confermato che a partire dal 16 aprile sarà nelle librerie “Zuga, il riscatto di un ultimo” (ed.Ultrasport), autobiografia di Tonino Zugarelli, quarto moschettiere della gloriosa Nazionale italiana di Tennis che nel 1976 vinse la Coppa Davis in Cile. Quarto dopo Panatta, Barazzutti e Bertolucci. Ma primo per fascino. Così si racconta.
A quasi 40 anni dalla storica vittoria, Zuga e Lia Del Fabro raccontano insieme genesi e aneddoti di quella grande squadra, senza esimersi dal chiudere il cerchio, raccontando quindi quello che venne dopo la conquista della Coppa.
La pubblicista freelance è molto brava a cogliere gli aspetti più accattivanti della vita di una persona qualunque, che riesce a costruirsi un eccellente percorso esistenziale; nella Roma del dopoguerra, il ragazzino Zuga “varca quasi per caso i confini della borgata pasoliniana in cui è cresciuto tra scazzottate e partite di pallone e inizia a frequentare i circoli sportivi di Roma Nord, dove racimola qualche soldo come raccattapalle. La sua è una di quelle straordinarie storie di vita, ove lo sport diventa strumento per cambiare il proprio destino”.
Negli anni 70 il tennis gli permette di salire alla ribalta mediatica e 40 anni dopo è davvero emozionante leggere il suo punto di vista sulla sua carriera e sull’esaltante stagione del 1976, non senza disegnare ”la complicata parabola di una vita costellata di difficoltà e delusioni, che però non gli hanno impedito di rialzarsi e continuare per la sua via”.
Questa la frase chiave in copertina.
“Un libro che per un’intera generazione ha il sapore agrodolce dei ricordi d’adolescenza, e che tratteggia, sullo sfondo dell’autoritratto schietto e coinvolgente dell’uomo e del tennista, un’Italia e uno sport che oggi sembrano, nel bene e nel male, lontani anni luce”.