TENNIS ATP MONTECARLO – Novak Djokovic: “Le partite con Rafa sono per me forti emozioni: tanta tensione e tante attese. La mia vita non è solo tennis. E il party dei giocatori del Country Club è un must. Perchè posso perdere e vincere con Rafa. Siamo umani, un giorno, un anno, non sono mai uguali. Non si possono fare confronti fra il 2011, il 2012 e oggi“.
Il programma di domani: Fognini alle 10:30, a seguire Federer e poi Nadal. Seppi intorno alle 12. (Foto di Felice Calabrò)
MONTECARLO – Non giocava più sulla terra rossa dal Roland Garros di undici mesi fa. E non si può dire che abbia davvero giocato. Quarantacinque minuti in campo per la sua “prima” rentree. Una passeggiata più che una partita quella di Novak Djokovic per il 6-1 6-0 allo spagnolo Montanes. Se ci togli i 5 cambi da campo da un minuto e mezzo (più spiccioli per quei cambi di campo nei quali non ci si deve più soffermare: quelli sull’1-0 per esempio), il match che… non c’è stato è durato sì è no 35 minuti. Toglietegli tutte le altre pause, i 25 secondi fra un punto e l’altro, e il tennis giocato si sarà ridotto ad una dozzina di minuti. Tempi doppiamente inconsueti se conseguiti sulla terra rossa dove di solito, e soprattutto contro un tennista spagnolo, gli scambi dovrebbero essere intensi e prolungati.
Per il campione in carica del torneo del Principato, chiaramente molto rilassato subito dopo il suo primo match dal vittorioso torneo di Miami su Nadal, è stato inevitabilmente più ampio il tempo dedicato alle rituali interviste.
“Sono soddisfatto di aver vinto così in fretta, non ricordo al momento altri match così rapidi…ah sì, a Basilea 6-0 6-0 contro Hernych, mi pare una trentina di minuti“.
In questi casi chi vince così senza soffrire è contento, ma Novak esprime anche un piccolo rammarico, dopo aver detto che Montanes è “sì uno specialista della terra rossa, ma non è stato nemmeno vicino al suo livello abituale“. Ha infatti aggiunto: “Mi piacerebbe avere avuto la possibilità di giocare scambi più lunghi, per testare me stesso, per vedere a che punto sono sulla terra battuta…”
Si saggerà di più negli ottavi, contro il vincente del duello fra Carreno Busta, vittorioso su Dodig (63 63), e Monfils che ha estromesso (64 76) il sudafricano testa di serie n.14 Anderson senza causare una vera sorpresa.
Ma Novak è onesto da ricordare che se è vero che questo era il suo primo battesimo agonistico sul “rosso” questi campi del Country Club sono anche quelli su cui si allena sempre.
Inevitabile chiedergli se lui ami come i fans d’essere al centro di questa straordinaria rivalità con Rafael Nadal.
“Sì, mi piace, mi diverte. È certamente la più grade rivalità che ho nella mia carriera. Ci ho giocato contro 40 volte, su diverse superfici, in diverse occcasioni, già nei primi anni della mia carriera. Ogni match porta qualcosa di nuovo con sè…spero che sarà una continua escalation e che possa diventare una delle più grandi rivalità di sempre“.
Potrebbe sembrare presuntuoso che DjokerNole dice una cosa del genere, ma se si pensa che si parla di due campioni che hanno vinto 19 Slam fra tutti e due, e che hanno ancora diversi anni di tennis davanti senza che si sia profilato un vero grande rivale in grado di competere con loro (al di là di Murray, che però sul “rosso” non fa paura), beh non è poi così presuntuoso.
“Certo che mi diverte giocare contro di lui, nei grandi tornei, sui grandi palcoscenici…questa è una rivalità che mi ha fatto crescere come persona e come tennista, mi ha fatto capire le cose sulle quali devo lavorare. Prendo tutto dal lato positivo. Ho avuto i miei alti e bassi in carriera ma la mia rivalità con lui e con Roger mi ha fatto diventare un giocatore migliore, questo è sicuro“.
Djokovic è apparso solo un tantino preoccupato per un infortunio al polso, presentatosi una settimana fa: “Preferisco non parlarne, spero che passi“.
I guai al polso, basti chiedere a Del Potro ma anche ad Agassi e alla Pennetta, sono un vero spauracchio per i tennisti. Incrociamo le dita.
Tornando alla rivalità con Djokovic, prima delle mie domande sul Djoker fuori dal campo, su come si diverte, se cosa conta di fare al tradizionale Players party di Montecarlo… quando Vincenzo Martucci della Gazzetta gli chiede come spieghi lui le sue sette vittorie consecutive e poi invece le tre di fila di Nadal e quelle frasi che i giocatori dicono sempre (“Ho imparato da questa sconfitta…si impara dalle vittorie e dalle sconfitte“) Novak risponde in maniera articolata ed intelligente:
“Non c’è una parola che possa descrivere veramente o che possa spiegare il segreto di un mio piano tattico o del mio modo di approcciare i match con Rafa, nè sul modo in cui lo batto. E sono sicuro che lui direbbe la stessa cosa. Va tutto a cicli. È normale nella vita avere alti e bassi. Ci sono stati periodi in cui lui vinceva un match dopo l’altro, poi toccava a me, poi a lui… Questo dimostra che sì, impariamo dai nostri errori, poi correggiamo. Non posso paragonare me stesso a quel che ero qualche anno fa. Ogni stagione è diversa. Sono la stessa persona sul campo e fuori…ma ci sono cose che possono influenzarti mentalmente, te e il tuo gioco. Quel che accade nella tua vita privata può tradursi in vantaggi e svantaggi sul campo. Sei umano, puoi sbagliare, poi puoi imparare qualcosa di nuovo. Devi sempre cercare di trovare la fiducia in te stesso. Perdere la fiducia è molto più facile che riguadagnarla. È un lungo processo di vincere molti incontri, ritrovarsi, mantenere l’alto livello di performance, entrare in quella famosa “zona” dove vuoi essere. Ma in pochi giorni la puoi perdere. La gente mi chiede sempre del 2011, perchè non rigioco più come nel 2011. È diverso, ogni anno ti porta qualcosa di diverso, di nuovo“.
Accanto a queste riflessioni assolutamente condivisibili, vorrei spostare la mia curiosità sul Djokovic “personaggio simpatico” fuori dal campo. Si invecchia e non si scherza più, o si resta sempre con la voglia di divertrsi addosso?
“Ti ho visto in tv in Italia da Fazio – gli dico e … c’è su You Tube per chi se lo fosse perso, anche se non è stato il miglior Fazio – riesci ancora a a partecipare ai player-party, a rilassarti e divertirti o tutta la tua testa è assorbita dal tennis?“.
“Ci deve essere un equilibrio fra le due cose. La parola equilibrio è il mio motto. Devi trovarlo sempre fra la vita professionale e la vita privata. Alla fine devi guidare la tua vita. Il tennis è una gran parte della mia vita, ma non la sola cosa che mi diverte. Per mia fortuna ho molte fonti di gioia, di felicità. Questo è ciò che fa apparire un sorriso sul mio viso perchse l’unica fonte della mia felicità nella vita dipendesse dalle vittorie sul campo da tennis“.
Nicola Arzani, il media manager dell’Atp che accompagna i giocatori alle interviste non mi avrebbe dato diritto di replica…ma Novak vede che avrei voluto sapere qualcosa di più sul Player Party di cui è sempre stato protagonista. Ha fatto a volte il presentatore, altre volte il ballerino, altre volte l’imitatore (di Sharapova, di Nadal che era spettaore divertito, di tanti campioni), l’attore di mille gags. E qui a Montecarlo mi è capitato di vederlo impegnarsi nelle prove dirette da Anna Galoppo e anche Cecilia Ghè dell’Atp con uno spirito straordinario, sotto gli occhi dei genitori, della fidanzata. Uno spettacolo quasi ancora più divertente che nello show. Troppo buffo. E genuino.
Così non resisto e gli chiedo: “Ma stavolta che farai, canterai, ballerai questa settimana?”
E lui, cogliendo la palla al balzo: “Ah ti riferisci al Players Party? Avresti dovuto chiedermelo subito così (e ride). Ma grazie per averla messa più sotto il profilo filosofico con la domanda di poc’anzi. Per me il Players Party è uno de momenti topici dell’anno, della stagione. L’anno scorso purtroppo non vi partecipai – doveva giocare prestissimo l’indomani e aveva finito tardi, se non ricordo male – ma quest’anno farò di tutto per non mancare e farò qualcosa di divertente di sicuro!“.
E io non ne dubito davvero.