TENNIS – Abbiamo intervistato Alessandro Bellucco, padre di una giovane tennista impegnata al torneo “Città di Firenze”: “Mediamente spendo 15.000 euro l’anno per mia figlia. Il suo idolo? Viktoria Azarenka”.
Campo centrale, ore 14.30 circa, si preparano a disputare la partita che dà accesso al main draw del singolare femminile, Verena Meliss e Marta Bellucco.
La prima ha superato in mattinata il secondo turno delle qualificazioni in tre set, la seconda ha estromesso la tds n°1 giocando solo un set (vinto meritatamente per 6 a 2) e aggiudicandosi la partita per ritiro (infortunio) dell’avversaria sull’1 -1 del secondo.
La partita è importante: chi vince ha davanti a sé il torneo che inizia domani, chi perde (a meno di ripescaggi fortunati) vanifica lo sforzo delle due partite vinte precedentemente.
Sulle gradinate riesco ad individuare il padre di una delle due contendenti (la Bellucco) e, testata con prudenza – dato il momento – la disponibilità a rispondere a qualche domanda, procedo mentre la partita inizia.
D: È la prima volta che Marta partecipa al Torneo Città di Firenze?
R: No, casomai è l’ultima: mia figlia è del 1996 ed ha partecipato all’edizione 2012. Nel 2013 non ha partecipato anche perché alle prese con i postumi di infortuni muscolari che l’hanno tormentata per un periodo abbastanza lungo e che le hanno impedito di allenarsi e migliorare come avrebbe potuto. Quest’anno va molto meglio ed ha già giocato bene in alcuni tornei e, dopo Firenze, sarà anche a Prato e Santa Croce nel futuro immediato.
D: Da dove venite?
R: Siamo di Sassuolo e Marta gioca, fin dall’età di otto anni, per lo Sporting Club Sassuolo ed è seguita dal Maestro Massimo Nicolini (accovacciato a bordo campo dalla parte opposta rispetto a noi, prende appunti e segue la sua atleta come un vero coach professionista. ndr) e dal preparatore atletico Gustavo Abramovsky. La sua classifica attuale è 2.7 ma i risultati di inizio anno le dovrebbero garantire un notevole balzo in avanti in classifica
D: Quanto tempo dedica al tennis sua figlia?
R: Molto, una seduta di tennis e preparazione atletica al mattino e ancora al pomeriggio: in totale, a parte quando è impegnata con i tornei, sono circa sei ore al giorno…
D: Immagino che ci sia anche lo studio: come riesce a conciliare gli impegni?
R: Marta, che è sempre stata anche molto brava a scuola, studia Ragioneria in una scuola privata che riesce a garantirle la possibilità di studiare e di portare avanti il tennis. Mia figlia tiene molto al tennis e gli abbiamo voluto concedere la possibilità di provare a realizzare il suo sogno.
D: Qual è l’idolo tennistico, se ne ha uno, di tua figlia?
R: Victoria Azarenka.
D: Lo Sporting Club vi fornisce un supporto?
R: Sì, completamente dal punto di vista logistico e tecnico per quanto riguarda disponibilità di campi e strutture per l’allenamento e di tecnici per la preparazione.
D: E la Federazione?
R: Recentemente Marta è stata convocata a Tirrenia per tre giorni ed è stata una prima presa di contatto a cui dovrebbero seguire, si spera, ulteriori sviluppi.
D: Quanto costa lo svolgimento di una annata agonistica adeguata al livello di sua figlia?
R: All’incirca 15.000 euro l’anno.
D: Su quali aspetti del gioco sta cercando di migliorare Marta?
R: Mia figlia deve migliorare molto sul servizio, ancora troppo discontinuo e soggetto a doppi falli, e sugli aspetti tattici. Spesso è in difficoltà ad interpretare la partita e a capire la chiave di gioco con cui mettere in difficoltà l’avversaria e, di fronte alle difficoltà, fatica a trovare una strategia alternativa finendo a volte per rassegnarsi. Inoltre, per carattere, non è dotata, a mio avviso, di quella “spiccata cattiveria” necessaria per questo sport.
D: Sei molto equilibrato e non mi sembri uno di quei genitori scalmanati su cui a volte si fa ironia (non solo nell’ambiente tennis). Sei così o hai imparato a controllarti?
R: No, seguo il tennis e mia figlia con passione ma non voglio andare oltre il ruolo di padre e di accompagnatore. Per le questioni tecniche e agonistiche c’è il maestro che la segue attentamente e che sa metterla di fronte agli errori nel modo giusto, anche duramente quando serve. Io ho giocato a tennis, come del resto altri nella mia famiglia, e so qual è il mio posto!
Mentre noi parliamo, la partita si conclude e, purtroppo, Marta esce sconfitta per 62 75 dopo aver fallito la possibilità di portare l’incontro al terzo set (nel secondo set conduceva 5 a 3 e 30 a 0, col servizio a favore, prima di commettere due doppi falli consecutivi e permettere all’avversaria una rimonta di 4 giochi consecutivi). La ragazza esce dal campo delusa e, da lontano osserviamo il confronto, con coach Nicolini.
Babbo Alessandro, che ringrazio per la cordiale e simpatica disponibilità, resta ancora qualche minuto con me a commentare la partita e quello che sarebbe potuto succedere se…
Ci salutiamo e, mentre mi allontano, lo vedo dirigersi verso la figlia a svolgere il suo ruolo: asciugare lacrime e spiegare che non è successo niente di grave e che la prossima volta andrà senz’altro meglio!