TENNIS – Quinzi parte oggi per giocare un challenger in Romania. Ma è ancora senza coach. Ascolta l’intervista.
Quinzi: “La classifica non è importante. Devo risolvere la questione coach. Niente tornei junior quest’anno”
Gianluigi Quinzi, qui intervistato dal sottoscritto, non aveva avuto la wild card per le qualificazioni e aveva rifiutato di giocare le prequalificazioni. Oggi parte per la Romania per giocare un “future” da 10.000 euro. Il suo problema è però quello di trovare un coach bravo ed esperto a pieno tempo che si dedichi a lui, dopo che improvvisamente il suo coach per 4 anni, l’argentino Eduardo Medica, si era dichiarato indisponibile – senza dargli alcun preavviso – per presunti motivi familiari. Lasciandolo quindi in tronco in pratica dalla sera alla mattina. Un comportamento difficile da spiegarsi.
Fino a pochi giorni fa sembrava che dovesse occuparsi di lui Javier Piles, l’ex coach per 13 anni di David Ferrer, ma invece lo spagnolo ha cambiato idea dopo aver quasi convocato i genitori di Quinzi a Barcellona.
Un non addetto ai lavori potrebbe pensare che dovrebbe essere facile trovare un coach per chi ha vinto Wimbledon a 17 anni. Ma non è così.Non è facile nemmeno in partenza perché si trovano – a prescindere dal budget per l’ingaggio che è ovviamente un aspetto importante ma che si affronta solo quando c’è almeno una disponibilità iniziale del candidato – alcuni coach di qualche esperienza che si dicono interessati, ma quasi tutti offrono una disponibilità a mezzo servizio, cercando cioè di tenere il piede in più staffe. Di fatto autoescludendosi.
Per la famiglia Quinzi un bel dilemma, perché questi sono mesi importanti. E una situazione precaria non aiuta certo un ragazzo che da 4 anni era fiancheggiato da un coach e improvvisamente si trova da solo nella fase più complicata della carriera, quella del passaggio dal tennis junior al tennis professionistico. Gianluigi oggi è n.357 del mondo e n.20 d’Italia. Insomma si trova nel Limbo del tennis…