TENNIS – Al torneo “Città di Prato” vincono Nicolo Turchetti nella gara maschile e Akvile PArazinskaite nel femminile.
Nicolo Turchetti (tale il nome battesimo da sempre, mai corretto in Nicolò o Niccolò, come pare che sia) vince a Prato in due soli set contro Alejandro Tabilo sovvertendo il pronostico e riuscendo a trovare l’ultima stilla di energia alla fine di un torneo dispendioso e tutto fatto di match molto battagliati. Si tratta del secondo successo consecutivo in un torneo junior di un giocatore italiano, e della prova del buon momento del nostro tennis giovanile maschile, pur considerando il range di classifica non altissimo del lotto dei partecipanti. Nel primo set equilibrio sino al 4-4 quando Turchetti brekka l’avversario e chiude il set a 6-4. Nel secondo Turchetti si porta sino a al 4-3, ma il canadese si riprende il break e a sua volta sorpassa l’avversario, ma Turchetti riequilibra la situazione e chiude l’incontro sul punteggio di 7/5. La vittoria azzurra mancava qui a Prato nel maschile dal 2008 quando si impose Giannessi. Nella finale femminile, disputata prima, la norvegese Melanie Stokke illude conducendo il primo set fino a 4-1 ma facendosi poi raggiungere dalla Parazinskaite sul 4-4 e cedendo quindi il set alla lituana per 6/4. Messo al sicuro il primo set la lituana ha lasciato sfogare l’avversaria che si è portata nel secondo fino a 3-0; ma la Parazinsakite, specialista dunque nelle rimonte, ha poi infilato sei giochi consecutivi mettendo le mani sul trofeo. La lituana come si ricorderà aveva già sfiorato la vittoria nell’edizione dello scorso anno, sconfitta da Verena Hofer.
Alla luce del risultato crescono anzitutto i rimpianti per la semifinale malamente persa ieri da Tatiana Pieri, che ove avesse vinto avrebbe forse agguantato il primo titolo under 18 della carriera visto oggi l’equilibrio tra le due finaliste e la vittoria di stretta misura, benché in due set, di Parazinskaite sulla norvegese: ciò sebbene i risultati dei confronti indiretti siano ovviamente sempre poco attendibili.
In sede di consuntivo il primo dato che emerge nel maschile è l’equilibrio dimostrato sul campo, dovuto anche al fatto che il gioco è da tempo ovunque uniforme e a senso unico, basato sulla bontà, l’efficacia e la tenuta dei tre fondamentali, servizio, diritto e rovescio bimane, con la pronunciata assenza di qualsiasi propensione al gioco di attacco e a rete. Non ci è parso di notare alcun giocatore del main draw con il rovescio a una mano. La Cina ha iscritto vari giocatori accreditati di classifica alta ma alla prova dei fatti un po’ gonfiata. Gli italiani erano in larga maggioranza nel main draw, ma si deve considerare comunque un successo avere piazzato ben tre giocatori in semifinale. Scorrendo il tabellone, come già si è messo in luce nei giorni passati, hanno destato buona impressione – a parte Cutuli, Bonacia e Turchetti – Mosciatti, Balzerani e soprattutto Giacomini e Reitano, il quale ultimo ha portato al terzo il semifinalista Cutuli. Stefanini dal canto suo ha confermato alcuni limiti di tenuta già messi in mostra nei tornei precedenti, giacché anche a Firenze e a Salsomaggiore era stato eliminato in semifinale o quarti da giocatori alla sua portata. Menzione speciale di merito a Turchetti, a cui va oltre tutto l’oscar della mobilità, della sportività, della simpatia e della correttezza in campo. Vero e proprio globe-trotter Turchetti è da quasi un mese che non tira il fiato, e l’acuto della finale pratese è venuto al quarto torneo consecutivo che disputa, avendo sempre battuto gli inferiori e dato del filo da torcere ai superiori.
Nel femminile il torneo è iniziato subito in modo stonato per i nostri colori con l’eliminazione precoce di giocatrici di punta o in ascesa quali Stefanini, Hofer e Simonelli. Beatrice Torelli ha denunciato il suo momento critico o altalenante racimolando due giochi contro la Parazinsakaite, da lei sconfitta invece a Salsomaggiore dopo un’aspra battaglia. Un buon torneo ha fatto tutto sommato Chinellato, che ha ceduto dignitosamente nei quarti alla vincitrice. Deludente invece Beatrice Lombardo. Su Tatiana Pieri non spendiamo altre parole dopo averne commentato così dettagliatamente gli exploit sino a ieri. Insieme a lei la giocatrice più promettente del torneo è stata Seone Mendez, che ha impressionato per potenza, personalità ed estro. Suo e della Pieri il match più appassionante (dei quarti) dell’intero torneo. Queste due giocatrici, entrambe nate nel 1999, hanno dominato nei primi turni quotate avversarie anche di tre anni più anziane, e dunque si sono rivelate di varie spanne superiori alle molte coetanee italiane che si sono disputate le qualificazioni, svariate delle quali potranno lentamente farsi valere confermando la bontà del vivaio italiano. Da notare infine che le due finaliste, e con la Mikulskyte tre delle semifinaliste, sono diciottenni nate nel 1996.