TENNIS-Settimana deludente per quanto riguarda l’affluenza e il comportamento del pubblico (vergognosi i fischi a Nishikori). Madrid si conferma il torneo con meno appeal del circuito europeo su terra rossa
Sicuramente non sarà soddisfatto il magnate rumeno per l’ultima edizione del Mutua Madrid Open, il master 1000 che dal 2008 ha preso il posto di Amburgo nel calendario dell’Atp. Il torneo ha sofferto, è evidente, nonostante le iniziative del suo proprietario e del presidente Manolo Santana, sempre presente in tribuna a far da cerimoniere.
Si era partiti presto, già nei giorni precedenti al torneo, quando Tiriac aveva regalato al pubblico un’esibizione da favola: Manolo Santana, Andrea Panatta, Ilie Nastase, Jan Kodes e Andrés Gómez si sono sfidati sul centrale con le racchette di legno. Un sogno quello di Tiriac che avrebbe addirittura voluto vedere Federer, Nadal e Djokovic sfidarsi con gli attrezzi di un tempo.
Si, Roger e Nole. Proprio quelli che hanno dato il colpo di grazia ad un torneo con poca passione, i loro ritiri hanno regalato al torneo spalti vuoti e partite giocate in deserti architettonici come Radwanska – Bouchard o i quarti tra Giraldo e Bautista Agut. Anche lo stesso Manolo Santana, proprio sulle pagine del sito ufficiale del torneo ha ammesso tutto ciò: “E’ stato un anno complicato, perché non abbiamo avuto Novak Djokovic e Roger Federer. Inoltre, Stanislas Wawrinka è uscito al primo turno, e Grigor Dimitrov, che credo sarà una grande star del tennis, non è riuscito a superare Tomas Berdych”. Emblematico anche il passaggio dove il presidente del torneo non parla di numeri ma preferisce sottolineare come la competizione “stia trovando sempre più identità – continuando poi dicendo che – Madrid è un luogo dove i giocatori si sentono a proprio agio e dove le persone sostengono di tennis”.
Torniamo sul pubblico, vero e proprio protagonista in negativo della settimana. Se il torneo maschile ha sofferto quello femminile è come se si fosse giocato a parte. Partite a tratti giocate davanti a centinai di persone, match importanti e non solo primi turni. Anche per gli uomini la situazione non è tanto diversa, si sono visti quarti di finale con grandissimi spazi vuoti sugli spalti. Il torneo era sold out alla vigilia quindi tutto questo significa che senza “nomi” in campo il pubblico ha preferito girare per gli stand o peggio ancora restare a casa. Per la finale inoltre lo si potrebbe bacchettare ancora di più, anche aiutati da Nadal gli spettatori non hanno capito il momento di Nishikori costretto a rinunciare al suo primo titolo in un 1000 a causa dell’infortunio. La gente, nel momento del dramma giapponese, ha seguito il comportamento del suo idolo intento ad esultare come se stesse facendo la rimonta della vita. Ignobili infine i fischi verso Nishikori nel terzo set con i quali invitavano il nipponico al ritiro.
Fare un paragone tra Madrid e Roma sarebbe fuori luogo perché probabilmente non sono paragonabili. Potremmo sembrare di parte ma nonostante qualche scempio come quello della “SuperTennis Arena” stadio, e qui ci vorrebbero altre virgolette, messo su una settimana prima per una mera operazione di marketing declassando il “Pietrangeli”, tra i due tornei non c’è storia. A Roma il pubblico è presente già dal sabato quando va a spiare i primi arrivi e i primi allenamenti e soprattutto le presenze non sono strettamente legate ai protagonisti in campo.
Madrid infine non è comunque il posto peggior per il tennis, un gradino sotto c’è sicuramente il tour asiatico, dove spesso ci sono spettatori che danno l’impressione di non capire neanche cosa stanno vedendo. A loro basta sventolare quel cartellone fatto in casa con la foto di Roger / Nole / Rafa per sentirsi pienamente soddisfatti. A far compagnia a Shanghai ci sono Tokyo e Pechino dove i palazzetti si riempiono solo per le fasi finali, guai poi se in campo non ci sono top player a quel punto veramente si vedono facce spaesate di spettatori che non sanno più dove guardare.