TENNIS ATP MASTER 1000 ROMA – La dottoressa in psicologia Marcella Marcone dice che “La nascita di gemelli comporta infatti delle ansie diverse da quelle che si vivono alla nascita di un solo bambino”.
Una sconfitta di Roger al secondo turno fa sempre scalpore e anche dolore per i suoi fans abituati a vedere in lui il mito nel quale identificarsi.
Al di là dei commenti tecnici relativi alle condizioni meteo proibitive in cui si è svolto l’incontro e alla indiscutibile capacità del suo avversario di restare attaccato al match non
solo sul matchpoint ma quando la situazione si è rapidamente ribaltata portandolo da un possibile 5 a 2 a un realissimo 4 a 5, credo che ci sia un’ altra considerazione da fare.
Riguarda un aspetto della recente paternità di Roger, al quale mi sembra sia stata data scarsa importanza: il fatto che non abbia avuto un bambino ma una coppia di gemelli.
La nascita di gemelli comporta infatti delle ansie diverse da quelle che si vivono alla nascita di un solo bambino, in quanto anche in condizioni fisiologiche sia la gravidanza e il parto che il primo periodo di vita dei neonati nascondono insidie di vario genere che ovviamente tengono in ansia i genitori.
Non so nulla di Leo e Lenny, ma mi sono occupata in più occasioni di famiglie di gemelli e conosco molto bene soprattutto lo stress dei genitori in seguito a un evento che spesso avviene prima del termine della gravidanza, che richiede delle cure particolari e soggiorno piu o meno lungo in unità di terapia intensiva per prematuri.
Anche se questa situazione fisiologica si risolve brillantemente nel giro di giorni o settimane, mette inevitabilmente a dura prova il genitore, costretto a vivere in modo medicalizzato un momento così privato e intimo, senza poter accudire coccolare, abbracciare i suoi bimbi spontaneamente ma con tempi, ritmi e modalità imposte da altri.
Scusandomi per la deformazione professionale, avendo sentito che i piccoli Federer sono nati prematuri, la prima domanda che mi sono fatta è se sono stati messi in incubatrice, o se sono già in grado di affrontare la vita “autonomamente” ossia senza bisogno di
macchinari che ricreino le condizioni uterine da cui si sono precocemente staccati.
Mi auguro che Roger, da fenomeno quale è, goda anche della fortuna di avere per due volte dei gemelli che vivono fin dall’inizio della loro vita come neonati singoli e “a termine”. Certamente la sua apprezzatissima capacità di salvaguardare la privacy della sua famiglia non lo porterebbe a raccontarci situazioni così intime e affettivamente coinvolgenti.
Tuttavia avendolo visto in campo oggi é lecito pensare che forse, malgrado la sua indiscutibile professionalità, le energie (soprattutto psichiche) investite sul match fossero un po’ limitate per motivi ovvi troppo spesso dimenticati.
Quanto difficile è infatti per l’essere umano riuscire in naturali momenti di sovraccarico emozionale a eccellere in altri campi che richiedono energia psichica!
Tuttavia sentirlo parlare all’arrivo a Roma più da neo papà che da mito del tennis, pensare che dopo il primo set si sia perso forse perché distratto da pensieri “poco tennistici” a mio avviso non fa che aumentare il fascino di questo uomo dal cuore sensibile, spesso considerato freddo e calcolatore e invece solo capace di controllare emozioni intense.
Dunque da fan di Roger stasera, anziché dolermi della sua sconfitta e dello spettacolo di cui saremo privati nei prossimi giorni, mi rallegrerò di saperlo vicino alla sua famiglia, come credo sia il suo desiderio.
Marcella Marcone,
piscoanalista Milano