TENNIS ATP ROMA – Rafa Nadal vince un grande terzo set e batte Andy Murray per 1-6 6-3 7-5. Djokovic batte Ferrer in tre set dopo 2 ore e 30 minuti di lotta. Raonic supera in 3 set “Geremia” Chardy. Tommy Haas regge 35 minuti con Dimitrov, poi si ritira dopo aver perso il primo set 6-2. Tutte le foto del day 7
Tutte le quote dei quarti di finale
(1) Rafa Nadal b. Andy Murray 1-6 6-3 7-5 (Da Roma, Claudio Giuliani)
E’ stato grande spettacolo fra Rafael Nadal e Andy Murray solamente nel terzo set, in un match che poteva valere il titolo finale qui a Roma. Dopo due ore e quaranta minuti di gioco a vincere è stato il tennista che aveva più birra in corpo, Rafael Nadal, bravo a ribaltare l’incontro dopo il pesante 6 a 1 subito dopo il terribile inizio che lo ha portato sotto per 5 a 0.
Non si incontrano da tre anni i due, strano per essere due tennisti fra i dominatori degli ultimi anni nei titoli dei tornei. L’inizio è tutto per Andy Murray, mai visto così in forma nel 2014. Gioca con i piedi vicino alla linea di fondocampo, toglie il tempo a Nadal che rimanda molto corto al di là della rete favorendo le chiusure dell’inglese, che sfonda con il diritto e fulmina col rovescio incrociato nel lato sguarnito dello spagnolo. Conquista il break al secondo gioco e dopo aver tribolato un po’ per salire 3 a 0 strappa nuovamente il servizio a Nadal. Sul cinque a zero Rafa finalmente tiene il servizio ma Murray chiude per 6-1 il primo set con un parziale di 30 punti a 16 in 37 minuti di gioco.
Si riparte con Nadal che subito annulla una palla break. Tiene il servizio e nel gioco seguente conquista la sua prima palla break della partita. Sono passati 56 minuti sul cronometro della Rolex. Strappa il servizio al suo avversario, tiene d’autorità il suo e si issa sul 3 a 0. Murray tiene il turno di battuta ma un Nadal bravo ad allungare le traiettorie dei suoi colpi, ricacciando Murray lontano dalla linea di fondo campo, è impietoso sui suoi turni di servizio. Negli ultimi quattro turni di servizio dello spagnolo, per il 6-3 finale che pareggia lo score dei set, Rafael cede un solo punto per un parziale di 16 a 1. Si va al terzo set quindi dopo 1 ora e 29 minuti di gioco dominato dalle alterne brutte prestazioni individuali.
Nel parziale decisivo lo spagnolo esulta subito quando conquista il break che cede immediatamente nel turno seguente al servizio. Murray tiene, finalmente c’è partita e arrivano dei punti spettacolari, frutto di scambi lunghi con colpi vincenti che però tornano indietro, tale è la capacità di recupero e la voglia di non cedere mai da parte di questi due campioni del tennis fisico. Sul tre a due Murray arriva un nuovo break a favore dell’inglese. Il pubblico infreddolito del centrale di Roma intona cori pro-Rafa. Si gasa Nadal con alcuni spettacolari vincenti di diritto che gli permettono di rimettersi in carreggiata, pareggiando il conto dei game. Sul 4 pari Murray salva due palle break e alla fine sale 5 a 4. Nadal ora sembra più determinato, tiene a zero il servizio e sul 5 pari brekka Murray anche con l’aiuto della prima palla corta del match. Per vederne una il pubblico ha aspettato 2 ore e 34 minuti di gioco. Non c’è storia nel game seguente: Rafa d’autorità mostra il gancio al cielo. La semifinale è sua, troverà Grigor Dimitrov, che a Roma probabilmente raccoglie il testimone di Roger Federer, sperando di avere più fortuna dello svizzero negli scontri diretti romani sulla terra rossa con lo spagnolo.
Rafa Nadal vince per la quarta volta un incontro degli undici totali nei quali aveva subito un 6-1 iniziale. In precedenza aveva vinto contro Federer in finale al Roland Garros 2006, con Del Potro in finale di Coppa Davis nel 2011 e con Gulbis a Roma nel 2013.
(2) Novak Djokovic b. David Ferrer 7-5 4-6 6-3
Novak Djokovic lascia per strada un altro set, ma l’obiettivo è raggiunto: è in semifinale agli Internazionali d’Italia dove lo aspetta Milos Raonic. David Ferrer è stato un osso duro, ma alla fine è stato costretto ad alzare bandiera bianca: 7-5, 4-6, 6-3.
Nel terzo set il match è diventato una battaglia, con scambi lunghi ed estenuanti, e il serbo si è esaltato, rendendo poi sportivamente merito all’avversario. “E’ stata dura – ha detto Nole in campo al microfono di Giorgio Di Palermo –. Negli ultimi dieci anni David è il migliore sulla terra battuta dopo Nadal: con lui è come giocare contro il muro”.
La prima svolta arriva al sesto game, quando un dritto in corridoio di Ferrer consegna il 4-2 a Djokovic. Il cielo sopra il Centrale è nuvoloso e il pubblico è diviso: “Dai Nole!” è l’incitamento più frequente, ma i numerosi spagnoli si fanno sentire.
Sotto gli occhi di Boris Becker, Djokovic concede tre palle break, le prime della partita per David, ma le annulla on autorità e vola sul 5-3. Il serbo occupa saldamente il centro del ring e Ferrer è costretto a macinare chilometri.
Al momento di servire per il set, Nole deve subire la reazione dell’avversario che gli strappa il servizio e allunga il set. Non di molto però. Sotto 6-5, Ferrer va sotto 0-40: sul primo setpoint Djokovic mette lunga una risposta, sul secondo Ferrer spara un rovescio in corridoio e Nole chiude così 7-5.
All’inizio del secondo set, cominciano a cadere alcune gocce di pioggia e i primi due ombrelli che si aprono in tribuna sono quelli ufficiali di Wimbledon e del Roland Garros: la passione per il tennis non ha confini. Djokovic alza i giri del motore ma non riesce a concretizzare tre palle break; due a causa di errori non forzati e una per un servizio vincente di Ferrer.
Lo spagnolo invece è implacabile. Alla prima occasione che gli capita, con un gran passante strappa il servizio all’avversario e va sul 4-3. Nel game successivo Nole ha altre due occasioni per riequilibrare il punteggio, ma non le sfrutta e Ferrer mette il sigillo sul 6-4.
In tribuna c’è anche Carolina Kostner: Djokovic tira fuori dal cilindro alcune scivolate che non saranno eleganti come le piroette sul ghiaccio della pattinatrice di Bolzano, però gli consentono di volare sul 3-1. Finita qui? Neanche per idea, perché Ferrer non molla un centimetro e ottiene il controbreak.
“Forza Nole!”, “Vamos Ferru”. Emozioni e cori si sovrappongono, ma a Djokovic è rimasta più benzina. Sul 4-3, è aggressivo sul servizio di Ferrer e si guadagna il break con uno scambio da manuale: si apre il campo con un penetrante cross di rovescio e chiude di dritto dall’altra parte.
Nole serve per il match sul 5-3, ma le emozioni non sono finite. Primo matchpoint per il serbo: clamoroso doppio fallo. Nole chiama ad ampi gesti l’applauso del pubblico, che risponde prontamente, e non si lascia sfuggire la seconda occasione. Il nastro dice no al rovescio di Ferrer e Djokovic esulta: la semifinale è sua.
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(8) Milos Raonic b. Jeremy Chardy 63 57 62 (Da Roma, Stefano Tarantino)
Milos Raonic conferma i suoi progressi anche sulla terra battuta, batte in tre set un ostico Jeremy Chardy e accede alla semifinale degli Internazionali di Roma, suo miglior risultato sulla superficie meno amata. La cura Piatti/Ljubicic sta dando evidentemente i suoi effetti, il tennista canadese non è più soltanto servizio e diritto, di rovescio sembra molto più sicuro, sa anche usare varianti tattiche intelligenti (palle corte e rovesci in back), si muove molto meglio e di conseguenza è molto più sicuro di sé stesso. Poi forse per battere Djokovic o Ferrer ci vorrà una prova super, ma il canadese ha ampi margini di miglioramento e l’età è dalla sua parte.
Non male ad onor del vero neanche Jeremy Chardy, il francese però ha peccato di continuità, disputando un buon match in assoluto, ma venendo meno soprattutto nel set decisivo quando è stato letteralmente sovrastato dal suo avversario, pagando probabilmente lo sforzo fisico e mentale fatto nel secondo parziale quando il tennista transalpino ha non solo recuperato un break di svantaggio ma anche evitato un pericoloso tie break, strappando così due volte in un solo set il servizio a Raonic (cosa non da tutti).
Ci sono 4 precedenti tra i due giocatori, li ha vinti tutti il canadese, l’ultimo una settimana fa a Madrid. Raonic parte come al solito aggressivo e carica subito a dovere il suo servizio terrificante, Chardy comunque gli rende pan per focaccia, ma al primo calo subisce il break. Un paio di gratuiti di rovescio facilitano l’allungo del suo avversario che sale 3-1 e conferma il break nel game successivo. Il canadese arriva a due punti dal set sul 5-2 servizio Chardy, ma soprattutto rischia nel nono gioco. Due gratuiti ed una bella risposta del francese mettono Raonic con le spalle al muro sul 15-40, ma il canadese risolve come sa, due ace di fila (ben 4 nel game) ed il gioco è fatto, dopo 34 minuti il primo set si chiude 6-3 per il nr.10 del ranking.
Il secondo set parte all’insegna dell’equilibrio, i servizi perdono d’efficacia, Raonic ha subito due palle break in apertura ma non le sfrutta, Chardy ricambia nel game successivo con il canadese che risolve a modo suo con il servizio dopo due brutti gratuiti del francese. Nel quinto game sembra arrivare la svolta del match, solito calo di tensione di Chardy, complice anche un doppio fallo ed un gratuito di diritto Raonic sale 3-2 e servizio.
Il canadese sembra avere la strada in discesa, il match ora si gioca sul suo servizio, niente di più semplice, anche perché ora Raonic sembra diventato un giocatore molto più completo, si muove benissimo sul rovescio, regge gli scambi lunghi, adotta ogni tanto ottime variazioni al suo gioco, effettuando anche colpi interlocutori.
Chardy però non ci sta, il francese non molla la presa, deciso a giocarsi fino in fondo le sue carte.
Così d’improvviso arriva il controbreak nell’ottavo game, il servizio di Raonic pare perdere efficacia (merito anche di Chardy che ne legge meglio le traiettorie), un diritto vincente del francese trasforma la palla break sul 30-40, 4 pari e tutto di nuovo in equilibrio. Il tennista transalpino gioca molto meglio, sale anche con il suo servizio, sembra che ci si avvii al tie break, ed invece è proprio Chardy che opera lo strappo decisivo. Raonic non trova più il ritmo sul servizio e perde sicurezza anche nei colpi più semplici, un gratuito di diritto concede infatti un set point al suo avversario sul 5-6, il canadese trova un ace a 200 km/h e lo annulla. Ma Chardy insiste, risposta profonda e secondo set point che stavolta viene trasformato complice un altro gratuito di diritto del tennista canadese, un set pari, il match va al terzo.
La chiave di lettura sta nel calo al servizio di Raonic, che scende al 55% di prime ma soprattutto fa il 29% con la seconda palla.
Chardy ha speso tanto e probabilmente sa di aver dato tutto, l’inizio del set decisivo è tutto di Raonic. Break in apertura per il canadese, le cui origini montenegrine ci vengono ricordate dagli incitamenti in lingua madre che arrivano dagli spalti. Il canadese torna sicuro e sereno, il servizio riprende a funzionare, per Chardy è notte fonda. Il nr. 10 del mondo sale 5-1 con un altro break nel quinto game e chiude la contesa nell’ottavo game per il 6-2 finale. La statistica che spiega il set decisivo sta nei punti sul servizio di Raonic che fa registrare un eloquente 16-1.
Per l’allievo di Piatti ora semifinale contro il vincente di Djokovic-Ferrer, il canadese è sotto nei precedenti 4-0 con lo spagnolo e 1-0 con il serbo.
Dimitrov b. Haas 6-2 rit. (Da Roma, Claudio Giuliani)
Quando Tommy Haas esordì nel circuito ATP nel suo primo torneo, Grigor Dimitrov aveva 5 anni (e forse stava già palleggiando). C’era molta attesa oggi sul campo centrale, per questo incontro fra due dei pochi esponenti del tennis vecchio stile seppur di diverse generazioni, a testimonianza che ancora oggi si può giocare a tennis esteticamente molto bene. Il Grecale sposta nuovamente le nuvole e dopo il forte sole che ha scaldato il centrale arriva il fresco. I due scendono in campo e la sensazione è che Dimitrov sia molto determinato a fare polpette del suo avversario, conscio – come il direttore Scanagatta aveva scritto ieri nel suo editoriale – che avrebbe trovato in campo un avversario debilitato dal match di ieri contro Wawrinka sotto un gran sole.
Va esattamente così. I game di Dimitrov filano via che è una bellezza, incamerando punti col servizio che funziona benissimo. Supera spesso i duecento all’ora Grigor (tocca anche un 220 Km/h con una prima che va fuori) e tiene alta anche la velocità della seconda palla. Haas fa fatica a trovare l’esplosività per contrastare il colpo di inizio gioco del bulgaro che, quando la palla torna indietro, sposta subito il suo avversario. Sale 4 a 1 con due break Grigor, tiene il servizio ancora una volta prima che Haas torni a far sperare il pubblico mantenendo la battuta. La gente vuole la partita, specie gli amanti del tennis maschile. Così non è purtroppo perché Dimitrov chiude il set 6-2 in 33 minuti. I due si siedono al cambio campo ma l’arbitro invece di richiamare “Tempo” dichiara che “Mr. Haas si ritira dal match“. Qualche isolato fischio dalle tribune (di delusione immaginiamo) viene superato in decibel dagli applausi di solidarietà verso Tommy Haas, uno dei “Panda” del tennis di oggi.
Dimitrov a fine gara torna in campo per ricevere la torta dei suoi 23 anni, torta che prima di mangiarla gli viene recapitata direttamente in viso. Lui saluta e sorride divertito. Dimitrov salirà in classifica già con i 360 punti guadagnati quest’oggi, cui vanno tolti i 45 del 2014 a Roma. La top 10 si avvicina sempre di più.