TENNIS LAVAGNA TATTICA – Ieri contro Novak Djokovic, Milos Raonic ha mostrato notevoli progressi nella solidità e nelle percentuali da fondocampo frutto di una migliorata rapidità e precisione nel gioco di gambe e negli appoggi.
Le gambe e gli appoggi di Milos
Si sono accorti tutti, e per primo il suo avversario in semifinale Novak Djokovic, costretto a una grande prestazione per batterlo al terzo set, di quanto sia migliorato nella tenuta da fondocampo il canadese Milos Raonic. Riguardo il suo colpo migliore, il terrificante servizio regolarmente tirato oltre i 220 chilometri all’ora, non ci sono grandi misteri. E’ una di quelle esecuzioni che pochi fortunati (e talentuosi) giocatori “si portano da casa”, avendo quel tipo di naturale coordinazione che permette un trasferimento del peso fluido ed esplosivo verso l’alto-avanti, un’accelerazione rapidissima della testa della racchetta, e una spinta verso la “martellata finale” data alla palla che parte dal caricamento delle gambe, passa dalla torsione-inarcamento della schiena e dell’anca, prosegue attraverso l’ingresso della spalla, e arriva con la massima efficienza cinetica esattamente sull’impatto. Perfetto, siamo ai livelli di un Sampras o di un Ivanisevic.
Ma il salto di qualità vero, come detto, Milos lo sta ottenendo attraverso progressi notevolissimi nella solidità e nelle percentuali dei suoi fondamentali da dietro. E qui la cosa si fa tecnicamente più interessante, perché non vanno osservate le esecuzioni del dritto e del rovescio bimane, i movimenti a colpire, le preparazioni e gli swing, che sono rimaste più o meno quelle: è invece rivelatore guardare quello che fa Raonic con la parte inferiore del corpo.
Saltano subito all’occhio la cadenza decisamente aumentata dei passetti brevi di aggiustamento, e la rapidità e la precisione degli step con i quali Milos imposta l’approccio alla palla: veloce nella corsa il canadese lo è sempre stato, i problemi cominciavano una volta arrivato con le sue falcate eccessivamente ampie sul colpo, che spesso non veniva trovato con la stabilità e la precisione necessarie. Adesso, invece, e basta ascoltare il suono delle scarpe sul campo per accorgersene, Raonic “frulla” molto di più e molto più rapidamente con gli arti inferiori, ottenendo così un’ottimo timing negli impatti, e di conseguenza sicurezza e percentuali.
Oltre a questo già fondamentale aggiustamento, però, la “ciliegina sulla torta” per la qualità del footwork di Milos la si può notare nella postura delle gambe in fase di swing vero e proprio, ovvero come è messo e come gestisce gli appoggi mentre colpisce. E qui, davvero, non si può che applaudire il suo staff tecnico, oltre che il giocatore stesso, per cambiamenti e progressi tanto evidenti (quantomeno se visti con “occhio tecnico”) e tanto efficaci da essere impossibili da ottenere senza grande, grande lavoro e applicazione in allenamento e preparazione fisica.
Analizziamo un esempio concreto: l’esecuzione del rovescio a distanza di quattro anni. Osserviamo Raonic opposto a Nadal nel 2010 a Tokyo: nei primi trenta secondi del video vediamo il canadese tirare due rovesci, ed entrambi sono errori. Il primo colpisce il nastro e passa per un pelo, facilitando la chiusura di Rafa, il secondo, sempre dallo stesso angolo, va direttamente a metà rete. Facciamo ora attenzione alle gambe, si vedono molto bene nel replay del primo punto, e notiamo quanto siano rigide, scariche, “alte” e quasi per nulla coinvolte nella catena cinetica che dovrebbe andare a trasferire il peso sulla palla. Due esecuzioni praticamente solo di braccio, con risultati di conseguenza decisamente insufficienti.
Ecco invece Milos ieri sera contro Djokovic: e teniamo presente che era l’ultimo game del match, quindi dopo quasi tre ore di battaglia. Sempre nei primi trenta secondi del video, Raonic – pressato da Nole – tira due rovesci sempre dall’angolo (e anche tre dritti, nello scambio). Guardate un po’ le gambe del canadese, quanto sta giù, e il “segreto” è svelato. Basso, certo anche più elastico e rapido con i piedi, ma soprattutto tanto, tanto più basso: Milos ora riesce a scendere con il baricentro, mediante la flessione e il caricamento degli arti inferiori, in modo nemmeno paragonabile a prima.
Questo costa fatica, non poca, e ci si può riuscire solo attraverso un allenamento specifico davvero duro, costruendosi una base atletica e una potenza muscolare di livello altissimo, considerando anche l’altezza e la tipologia fisica del giocatore. Il premio, più che meritato, è per l’appunto una splendida stabilità, un perfetto equilibrio, e un efficace trasferimento del peso: per conquistare il punto da fondo contro Milos, come si vede proprio nel video, Nole è costretto a rischiare due accelerazioni a tutto braccio consecutive a una spanna dalla riga, trovando l’errore di misura del canadese solo con la seconda botta di dritto.
Quando un bombardiere della potenza e dell’incisività di Raonic comincia a diventare un osso durissimo anche nella manovra da fondocampo, e regge tranquillamente tre ore di battaglia con Djokovic sulla terra battuta, esibendo un footwork e una elasticità di gambe tanto efficaci fino alla fine, a mio avviso si può cominciare a puntare ai traguardi davvero grossi. Grande Piatti, grande Ljubicic, e naturalmente grande Milos: bel lavoro, e credo notevoli e meritate soddisfazioni in arrivo in un futuro nemmeno lontano.
One-Handed Backhand appreciation corner
Il Lato Oscuro è sceso su Roma, con la netta sconfitta subita dall’Apprendista Bulgaro Grigor, impotente dinanzi alla Nemesi Bimane Massima Nadal: come già ripetutamente avvenuto durante i primi secoli dopo Cristo, il Foro Italico è caduto preda delle invasioni barbariche.
Che le orde a due mani si godano pure il saccheggio della Città Eterna, ma che non si azzardino a festeggiare troppo a lungo la vittoria, perchè i Guerrieri Illuminati della presa Eastern si stanno già preparando a difendere Lutezia.
E’ negli Slam che si scrivono davvero la Storia e la Leggenda, e la Luce della Civiltà, che già è ritornata a splendere su Melbourne, verrà protetta a tutti i costi anche a Parigi.