TENNIS – Quella di quest’anno è stata un’edizione da record per gli Internazionali d’Italia, sia per lo spettacolo che per gli spettatori. Il merito è anche delle nostre tenniste, specie Sara Errani, che ha riportato un’italiana in finale.
Nel mandare in archivio un campionato che ha dato ai tifosi della Roma molto di più di quello che prometteva è naturale chiedersi dove e come gli Internazionali del tennis possano migliorare sul piano della qualità spettacolare e della partecipazione del pubblico.
Onestamente credo che il nostro torneo abbia stabilito quest’anno un primato assoluto sotto entrambi gli aspetti. Questo torneo l’ho visto crescere fin da quando, nel lontano 1957, l’ho giocato perdendo naturalmente al primo turno.
Ricordo perfettamente l’ultima finale completamente autarchica tra Nicola Pietrangeli e Beppe Merlo nel 1957 mentre mi dispiace aver mancato quella – drammatica – del 1955 tra lo stesso Merlo e Fausto Gardini.
Erano i tempi felici in cui gli Internazionali potevano permettersi di mantenere una presenza italiana senza rinunciare all’eccellenza comunque raggiunta nel 1976 quando Adriano Panatta ha battuto in finale Guillermo Vilas e confermata nel 1978 quando il Foro Italico ha vissuto la finale dei sogni tra Panatta e Bjorn Borg.
Purtroppo gli Internazionali non hanno più potuto contare sul contributo dei nostri giocatori. Il miglior risultato italiano a Roma è stata la semifinale raggiunta da Filippo Volandri nel 2007 poi ci hanno aiutato, in Federation Cup, nei tornei e nelle classifiche, le ragazze e la finale raggiunta domenica a Roma da Sara Errani ci consente di mantenere posizioni dignitose alla vigilia del Roland Garros, il torneo che ci ha dato le maggiori soddisfazioni negli ultimi anni.