TENNIS – Ogni tennista che si rispetti ha vestito almeno una volta nella sua vita un completo della Lotto. Magari negli anni ’90, all’epoca di Muster e Mancini, o magari adesso, nell’epoca di Radwanska, Almagro e Ferrer. Scopriamo la storia di questo brand del tutto italiano con le parole di Andrea Tomat, Ad del marchio.
Attiva dal 1973, la Lotto è rimasta una delle poche aziende al 100 per 100 italiane ancora attive, dopo che diversi marchi che avevano contribuito a fare la storia del tennis con produzione e testimonial di livello internazionale e sono passate a proprietà straniere o hanno preferito de localizzare. Basti ricordare Fila in Corea, Sergio Tacchini in Cina, LaFont sparita, Maggia sparita, Ellesse prima in Gran Bretagna e ora non si sa bene dove (anche se pare ci sia un interesse del nuovo gruppo Cisalfa). La concorrenza dei grandi marchi Nike e Adidas, che si sono impossessate delle quote più grandi del mercato, hanno creato non pochi problemi alla aziende made in Italy, ma Lotto è il caso più eclatante di una azienda che ha resistito all’assalto semi-monopolistico delle due grandi marche straniere e che continua ad avere una sua grande riconoscibilità. I suoi testimonial lato tennistico sono sempre stati grandi tennisti amati dal pubblico. In passato hanno vestito Lotto Boris Becker, Martina Navratilova e anche John David Newcombe, premiato a Roma sul centrale del Foro ITalico quest’anno con la “Racchetta d’oro” per non parlare dei terraioli Thomas Muster, Guillermo Perez-Roldan e Alberto Mancini, che facevano faville negli anni ’90. Oggi, dopo aver messo sotto contratto due promesse, Nick Kyrgios, ma soprattutto Gianluigi Quinzi, girano il circuito vestitti Lotto David Ferrer, Leonardo Mayer, Ivan Dodig, Xavier Malisse, Potito Starace, Agnieszka Radwanska, Marion Bartoli, Ekaterina Makarova e Carla Suarez Navarro.