TENNIS ROLAND GARROS – Anche la Francia ha il suo tennista isolano. Vincitore di un Orange Bowl, figlio di un calciatore del PSG, a 19 anni il peggior classificato del torneo, somiglia a Noah e Safin, balla, grida e diverte.
PARIGI – A noi italiani è mancato, fin qui, un bravo giocatore nato… nell’isola d’Elba! Ma anche nelle due isole più grandi. Sicilia e Sardegna. Di isolani emersi nel tennis professionistico abbiamo avuto soltanto un bravo ragazzo di Siracusa, il mancino Alessio Di Mauro (ha giocato in Davis, ha fatto ottavi a Montecarlo, si è fatto stupidamente squalificare per qualche scommessa da quattro soldi, primo italiano di cinque, ha avuto come best ranking n.67 nel 2007).
Mai nessun sardo ha raggiunto la prima categoria salvo, fra le donne, Anna Floris.
I migliori “isolani” del mondo li ha avuti la Spagna: Moya e Nadal che nella finale di Davis 2004 a Siviglia misero a sedere gli Stati Uniti, ed entrambi sono stati n.1 del mondo. Ora anche i francesi hanno il loro “isolano”. È un giocatore della piccola Corsica: Laurent Lokoli, 19 anni e n.402 mondiale (peggior classificato in tabellone) che dopo essere stato il solo francese ad uscire dalle qualificazioni – ma ai sei migliori francesi l’organizzazione aveva garantito una wild card (le altre due erano per Kyrgios e Ginepri) – ha esordito ieri nello Slam di casa sul campo n.7 contro l’americano Steve Johnson, n.64 del ranking mondiale, un barbuto californiano dal gran servizio e poco altro. Ma qualcuno ha però fatto caso al fatto che Johnson è oggi il n.2 americano? Che crisi ragazzi! Altro che l’Italia.
Il campo n.7 è vicino alla sala stampa del Philippe Chatrier e ad ogni punto del tennista corso pareva che avesse segnato la Francia ai mondiali. Avreste dovuto veder Lokoli quando avanti di un set ma sotto 6-4 nel tiebreak ha fatto quattro punti di fila ed è passato a condurre due set a zero (mentre Sara Errani avanti 5-1 e poi 2 setpoint si è fatta raggiungere sul 5 pari prima di chiudere il primo set per 7-5). Braccia levate al cielo, incitamenti al pubblico per esserne ancora più incoraggiato.
Avrebbe potuto vincere 64 76 75, dopo aver vanificato un vantaggo di 5-2 nel terzo, se non avesse sbagliato un matchpoint sul 6-5 con un dritto arrotato troppo lungo. Invece ha perso il terzo al tiebreak e si è fatto portare al quinto, dove probabilmente avrebbe perso già stasera (è sotto 3-1) se non avessero interrotto il match per oscurità e rimandato la fine del match a domani.
Unica tennista con sangue corso, ma dei nonni, era stata Marion Bartoli, la campionessa dell’ultimo Wimbledon. Mentre non risulta che Napoleone Bonaparte abbia mai giocato a tennis.
Lokoli è passato, insomma, dalla semifinale del torneo di Pula al Roland Garros. L’hanno ribattezzato “El Loko”, che in spagnolo vorrebbe dire pazzo, perchè fa scene incredibili, ed incredibilmente simpatiche: alto, riccioluto e barbuto, una vaga rassomiglianza con Noah senza essere nero ma soltanto abbronzato, lancia la maglietta gialla dell’Adidas al pubblico, sventola appena può la bandiera corsa, lancia urla pazzesche, è un vero showman, si produce in balli con le movenze di Michael Jackson, ma è capace di stare anche un’ora a firmare autografi mentre gli altri qualificati non vedevano invece l’ora di svignarsela negli spogliatoi. Lui, che si diverte a rispondere in modo ironico ai giornalisti, mi ricorda il primo superdisinvolto Safin.
Ex campione francese under 16 e vincitore dell’Orange Bowl allievi nel 2010, Laurent Lokoli si allena al centro tecnico nazionale francese, qui al Roland Garros ed è allenato da un anno da Therry Tulasne, ex n.10 del mondo (sia pur per breve tempo: ricordo però di averlo visto battere Vitas Gerulaitis al Roland Garros).
“Ogni mattina che vengo ad allenarmi vedo il centrale, il Philippe Chatrier. Mi sono sempre detto che un giorno disputerò un match qui. È un piccolo sogno che si è realizzato“.
Un altro piccolo sogno Lokoli – il cui idolo è Roger Federer – l’aveva realizzato l’estate scorsa quando Djokovic, in vacanza per 4 giorni in Corsica, a Calvi, aveva chiesto se al tennis club locale ci fosse per caso qualcuno con cui scambiare due palle. Il segretario della federazione francese bernad Giudicelli chiamò subito Laurent Lokoli, il quale non ci mise un secondo a dar la propria disponibilità e a raggiungere Calvi.
“Al primo giorno del nostro primo allenamento vennero in 10 a vedere Novak…ma al quarto giorno erano 500! Un corso contro il n.1 del mondo!”
“Ho imparato molto da Novak – ha raccontato Laurent – Mi ha dato tanti consigli. Adoro Novak, è un ragazzo supergeniale“.
Fatto sta che Lokoli qui in Francia in questi giorni sta su tutte le pagine dei giornali, è diventato un personaggio. E non più perchè è il figlio di un ottimo calciatore del PSG, del Paris St Germain, E’ straordinariamente simpatico ed estroverso. Qualcuno dice che lui è così perchè ha sofferto molto, ha vissuto drammi familiari che hanno contribuito a forgiare il suo carattere e la sua personalità. Ma Dominique Bonnot dell’Equipe mi ha detto che di queste storie familiari lui non ne vuole proprio parlare. Pare sia la sola vicenda che lo trasforma in un personaggio introverso.