TENNIS – Un marchio storico del tennis italiano potrebbe tornare a casa. Un marchio che ha vestito straordinari campioni in quasi 50 anni di attività…
Pochi lo ricorderanno, nel lontano 1955, quando, a soli 17 anni, diventò tennista professionista entrando al Tennis Club di Milano. Eppure 5 anni dopo, nel 1960, il giovane Sergio Tacchini batteva Nicola Pietrangeli – anno in cui vinse per la seconda volta consecutiva gli Internazionali di Francia – ai campionati italiani assoluti sconfitto solo in finale da Giuseppe Merlo, con il quale – insieme a Pietrangeli, Gardini e Sirola – disputò le finali di Davis perse in Australia nel 1960 e 1961.
Ma i più lo conoscono per quel logo, quella T cerchiata. Infatti nel 1966 fonda a Novara l’omonima azienda portando grandi innovazioni nell’industria tessile legata al tennis: i completi disegnati dalla Sergio Tacchini sono colorati, andando a spezzare il rigoroso bianco usato fin li.
Il valore del brand è rafforzato dai primi testimonial: Ilie Nastase e Jimmy Connors, con il primo che vincerà gli Us Open ’72 proprio con un abito firmato Tacchini. Solo alla fine degli anni 80 il brand aprirà la propria produzione ad altri sport come il golf e lo sci. Tacchini negli ultimi anni ha sempre cercato di sponsorizzare giovani atleti in divenire, non ancora campioni, ultimo della serie Novak Djokovic che nel 2012 passa però ai giapponesi della Uniqlo.
Nel 2007, la crisi costrinse il fondatore a vendere l’attività ad un gruppo cinese, appartenente al magnate Billy Ngok. Ora però la Sergio Tacchini International è in liquidazione e Sergio ed Alessandro Tacchini vorrebbero riacquistare il marchio mettendo sul piatto 5 milioni di euro. Il progetto di rilancio del brand è molto ambizioso: riportare la produzione a Novara e rinnovare la visibilità del brand tramite sponsorizzazioni sia nell’ambito del tennis che nello sci e nel casual. Magari ripartendo da giovani in rampa di lancio, come Dimitrov, per cui Sergio ha un debole. Il piano è già stato appoggiato dal sindaco di Novara, ma l’offerta, valida fino al 30 maggio, non ha ancora ricevuto una risposta dai cinesi.