TENNIS ROLAND GARROS – Domani Dusan Lajovic gioca per la prima volta gli ottavi di finale in uno Slam. Il compito del serbo è però piuttosto arduo: affrontare sulla terra battuta parigina l’otto volte campione Rafael Nadal.
Negli anni ’90, che ho vissuto in prima persona, noi bambini praticavamo spesso più sport, nuoto, pallavolo, basket, tennis o il più classico calcio. C’è però chi questa scelta non l’ha avuta, perché per la sua età a Belgrado – all’alba della guerra del Kosovo – si poteva solo partecipare ai corsi di tennis. Così a 7 anni, Dusan Lajovic prende in mano per la prima volta una racchetta da tennis. È amore a prima vista. Si trasferisce così a Novi Sad, dove 35 anni prima nacque una certa Monica Seles: coincidenza? Inizia ad allenarsi con Nemanja Lalic che diventerà il suo coach a tempo pieno per tutta la sua giovane carriera fino al 2012.
Il ragazzo è promettente ed ha bisogno di una struttura più ampia per allenarsi, entra quindi al Partizan Tennis Club di Belgrado, dove per poco non incrocia un giovane Novak Djokovic: altra coincidenza? Gioca qualche partita di Roller Hockey, ma la scelta è stata già fatta anni prima. Si allena anche presso la Federazione Catalana a Barcellona, fino ai primi di novembre del 2013, quando il capitano di Davis Bogdan Obradović, lo chiama all’ultimo minuto per sostituire l’infortunato Janko Tipsarevic. Questo è il vero turning point della sua carriera. Ma il passo è lungo dal circuito Challenger ad una finale di Coppa Davis, giocata nella sua Belgrado. Forse più della gamba: gioca i due singolari e li perde entrambi contro Berdych e Stepanek, ma era francamente impossibile fare di più per un ragazzo numero 118 in classifica.
Ma da queste due sconfitte è ripartito perché ha capito cosa migliorare del proprio tennis ed ha avuto anche l’opportunità di allenarsi più volte con Djokovic, imparando molto e ricevendo numerosi consigli. Così coach Jan Velthuis (che in passato si è occupato di Jürgen Melzer) diventa anche preparatore atletico. Se questo picco di notorietà ha Dusan come ragazzo? Per niente, sempre semplice e molto determinato, fan del Partizan e del Barcelona. Sempre disposto, nel tempo libero a sciare e giocare a basket, ma non troppo spesso per non rischiare di farsi male.
Ora è agli ottavi del Roland Garros, e se tre indizi fanno una prova… Beh, ne sapremo di più domani, quando affronterà Nadal con le idee ben chiare: “So benissimo che se dovessi battere Rafa, Nole tornerebbe numero 1 del mondo…”