TENNIS ROLAND GARROS – Djokovic travolge Tsonga lasciandogli solo sei giochi. Un Murray incerto impiega altri 40 minuti per battere Kohlschreiber. Prova molto solida di Berdych che aspetta il vincitore di Gulbis-Federer. Verdasco conclude in fretta il match interrotto ieri contro Gasquet.
(2) N. Djokovic b (13) J. W. Tsonga 61 64 61 ( da Parigi, Antonio Garofalo)
I francesi, tutti nipoti di Monsieur Chauvin, ci credevano o almeno ci speravano: il beniamino di casa batterà o quanto meno renderà la vita dura al numero due del mondo.
Poveretti, certamente non si aspettavano il massacro cui il povero Jo, che tutto sembrava in campo meno il sosia di Muhammad Alì, è stato sottoposto da uno scatenato Djokovic, sempre più candidato alla vittoria finale.
Un’interessante statistica recita che delle ultime sessantaquattro partite disputate contro i giocatori transalpini, Djokovic ne ha perse solo sei, di cui cinque proprio con il rivale odierno.
Tuttavia nessuna delle cinque è venuta sulla terra e la più recente risale e ad oltre quattro anni fa, a Melbourne.
Fa freschetto sullo Chetrier ancora scosso dall’eliminazione di Federer, ma la temperatura rasenta lo zero tra i sostenitori parigini dopo pochi minuti di partita.
Tsonga sembra paralizzato dalla tensione, Djokovic pennella il campo con il rovescio e in meno di venti minuti è già avanti 5-0.
Il francese prova ad allungare un po’ di più gli scambi rallentando il ritmo ma il serbo va di fretta: 6-1.
Nel secondo parziale Tsonga scioglie un po’ la tensione e prova ad essere un po’ più incisivo. Arriva finalmente a 40 pari sul servizio del serbo e questo basta per far partire sullo Chatrier il classico po-po-po-po-po-po-po-po-po-po…..ueeeeeeeeeeeee
Ma c’è poco da fare, arriva il break per Nole già nel terzo gioco, la palla di Tsonga pare proprio l’ideale per il gioco del serbo.
Arriva un altro break e anche se sul 5-2 Tsonga riesce per la prima volta a strappare il servizio a Djokovic, il risultato non cambia.
Il francese si seppellisce da solo sotto una marea di errori non forzati – sono la bellezza ( o bruttezza, direi) di trenta in soli due set – e dopo appena un’ora e cinque minuti siamo due set a zero: non c’è partita.
Nel terzo set Tsonga ha solo fretta di scappare il prima possibile dal campo e Novak asseconda il suo proposito senza scomporsi.
(7) A. Murray (28) b (24) P. Kohlschreiber 3-6 6-3 6-3 4-6 12-10 ( da Parigi, Antonio Garofalo)
Ha dovuto sudare altri quaranta minuti Andy Murray per avere la meglio di uno splendido Philipp Kohlschreiber, nella prosecuzione del match interrotto per oscurità ieri sera dopo tre ore e ventisette.
Lo scozzese ieri era stato avanti due set a uno e 3-0 e poi 4-2 nel quarto set, mentre nel quinto, prima avanti e poi indietro di un break e per quattro volte a due punti dal match ( due volte sul 6-5 e due sul 7-6).
Oggi Andy è apparso molto timoroso e troppo sulla difensiva, ha sprecato un primo match point sul 9 a 8 in suo favore ( smash del tedesco vincente, dopo che ne aveva sbagliati un paio semplici), ha dovuto salvare una pericolosissima palla break nel game successivo, per poi chiudere con una mirabile risposta di rovescio ad uscire.
Lo scozzese si qualifica così agli ottavi, dove troverà Verdasco, confermando la buona statistica nei match al quinto ( 16-6).
L’ultima volta che Kohlschreiber ha battuto sulla terra un giocatore classificato trai primi 10 del mondo, dall’altra parte del net c’era proprio l’avversario odierno.
Si tratta dell’unico precedente trai due, datato 2010 a Monaco.
Kohlschreiber gioca un bel tennis aggressivo, soprattutto col suo proverbiale rovescio e nel primo set, nonostante un break di svantaggio preso in avvio, riesce a comandare il gioco costringendo Murray a numerosi errori.
Il tedesco riesce così a ribaltare il punteggio e ad operare il sorpasso aggiudicandosi il primo parziale.
Nel secondo set Murray prende decisamente il comando delle operazioni, imposta lo scambio sul dritto dell’avversario e soprattutto guadagna campo progressivamente. Il break decisivo arriva sul 3-2.
Il servizio fa il resto e dopo un’ora abbondante di gioco lo scozzese ristabilisce la parità.
Il match è comunque gradevole quando sul Lenglene il sole si avvia a nascondersi dietro le tribune, perché Kohlschreiber non tira indietro il braccio e non disdegna qualche tocco pregevole.
Murray però sale in cattedra e ottiene il break nel quinto game con una splendida stop volley al termine di un lungo scambio.
Sul 5-3 lo scozzese riesce a strappare nuovamente il servizio al suo avversario chiudendo alla quarta palla set.
Nel quarto però Murray si complica maledettamente la vita, fa e disfa a ripetizione: va avanti subito 3-0 e il match sembra finito. Restituisce il break, se lo riprende e va 4-2. Li si spegne completamente la luce, inizia una sequela di mugugni, imprecazioni e chiacchierate solitarie tipiche dello scozzese, con annessi errori ed orrori ( ben quindici i gratuiti solo nel parziale) e perde i successivi quattro game.
Kohlschreiber, quasi incredulo ma bravo a rimanere attaccato alla partita, incassa, ringrazia e trascina la partita al quinto set.
Il set decisivo sembra la fotocopia del precedente, con quattro break nei primi sei giochi. Nel rincorrere una perfetta palla corta dell’avversario Murray lancia un urlo di dolore toccandosi il quadricipite della coscia destra e al cambio campo si fa massaggiare dal fisioterapista. Lo sguardo di Kim in tribuna si fa sempre più buio, come il cielo di Parigi.
All’improvviso i due litiganti ritrovano l’efficacia al servizio e fino al 6-5 Murray non ci sono sussulti.
Qui lo scozzese si trova due volte a due punti dal match, ma il tedesco è bravo con il servizio. Sul 6-6 va in confusione anche l’arbitro che annuncia…il tiebreak! Salvo correggersi subito. Poi con un meraviglioso passante di rovescio lungolinea Kohlschreiber si procura una palla break pesantissima: stavolta è bravissimo Murray che riesce a portarsi sul 7-6.
Al cambio di campo Murray va altre due volte a due punti dal match, ma il tedesco strappa il 7 pari e rimanda il tutto al giorno dopo.
I quaranta minuti della prosecuzione non sono una formalità, e ora bisognerà capire se il problema alla gamba destra, che lo ha limitato negli spostamenti laterali, è qualcosa di serio o meno.
Berdych b. Isner 64 64 64 (da Parigi, Roberto Salerno)
Fatte le solite dovute proporzioni Berdych contro Isner è un po’ la storia di Ferrer contro Seppi: Isner fa le cose che fa Berdych ma in modo infinitamente – vabbè, non esageriamo – peggiore. E fatta salva la risposta che è un colpo che Isner proprio non ha. Date le premesse è più soprendente il fatto che ogni tanto Isner sia riuscito a far partita con il ceco che il risultato abbastanza netto di oggi. I due si erano già incontrati qui a Parigi e quella volta Berdych fu più feroce (o se preferite meno chirurgico) concedendo la miseria di 5 game al rivale. Stavolta il ceco si è limitato a forzare nei primi game di ogni set per portare a casa un triplice 64 senza troppo penare. Isner ha avuto una mezza opportunità nel primo set, quando si è issato fino alla palla break, ma perduta quella Berdych si è solo un po’ distratto proprio nell’ultimo game del match, quando ha subito una gran risposta di rovescio che ha portato Isner alla sua seconda palla break. Per il reso Thomas si è limitato a portare a casa i propri turni di servizio. Molto contento alla fine del match il ceco, che non dovrebbe aver speso troppe energie. Che sia il segnale di una nuova maturità? Sarà uno fra Federer e Gulbis a dirci qualcosa in più.
Verdasco b. Gasquet 63 62 63 (da Parigi, Roberto Salerno)
La scellerata idea degli organizzatori di far cominciare il match quando ormai su Parigi si allungavano le prime ombre della sera è stata vista con malizia da più di un osservatore. Si pensava che Gasquet potesse in effetti beneficiare di un match in due round, considerati i continui acciacchi di cui è stata vittima. Ma Fernando è stato implacabile, intanto ieri, quando è volato sul 63 62 facendo – a questo punto… – temere la conclusione prima delle fatidiche 21.30; e poi oggi nella prosecuzione del match, quando ha rischiato un po’ sul 3 pari quando Gasquet si è procurata una palla break che ha mancato in modo un po’ clamoroso affossando uno smash in rete. Pubblico dello Chatrier, oggi un po’ infreddolito, che alla fine ha riservato il giusto omaggio al vincitore, senza semrbare troppo dispiaciuto.
(In aggiornamento)