TENNIS – La rumena dopo l’esplosione dello scorso anno è pronta per il colpaccio al Roland Garros, nella sua città preferita per eguagliare l’impresa riuscita alla sua manager
Per sapere come si fa, potrebbe chiedere alla sua manager, la connazionale Virginia Ruzici che su questi campi vinse il suo unico torneo dello Slam nel 1978.
Con le premature uscite di scena di Serena Williams, Na Li ed Agnieszka Radwanska, le prime tre teste di serie del torneo, molti individuano in Maria Sharapova la maggiore accreditata per il titolo.
Ma Simona Halep ha tutte le carte in regola per vincere il suo primo titolo dello Slam proprio come la sua manager.
Si è detto molto sul suo stratosferico 2013 che le è valso a pieno titolo il premio “Most Improved Player of the year” con i primi sei titoli centrati nell’arco di pochi mesi e peraltro su tutte le superfici.
Ma il vero segnale di grande personalità è stato avere il coraggio di cambiare coach al termine della migliore stagione della sua carriera. Il passaggio da Adrian Marcu, suo storico allenatore a Wim Fisset, già coach di Kim Cljsters, Simona lo ha spiegato così: “ In questo modo credo di poter crescere ulteriormente”.
Il tassello che manca al puzzle della rumena è giocare al meglio e battere le prime giocatrici del mondo. Il suo record è infatti molto negativo con Serena ( 0-3), Sharapova (0-3), Radwanska ( 2-4) e Azarenka (0-2).
Da numero 4 del mondo Simona non può più nascondersi anche se a precisa domanda, gioca sulla difensiva. “ Favorita per la vittoria finale? Non lo so, certo sento molto la pressione, ma per me è importante giocare gara dopo gara, ogni match nasconde insidie”.
La scelta di fermarsi a Roma è stata dettata proprio dalla volontà di arrivare al top a Parigi, sintomo che la Halep ci crede eccome, a prescindere dalle dichiarazioni diplomatiche.
La pressione, quella sì, gliela mettono sulle spalle i media rumeni, che l’hanno celebrata in patria come terza giocatrice della storia del paese ad arrivare in top10, centrando il vertice assoluto con il numero 4.
La vittoria più importante di Simona è un’altra. Fino allo scorso anno si parlava della ragazza di Costanta solo per la sua scelta del 2009 di sottoporsi ad un intervento chirurgico per ridursi il seno di due taglie, al fine di non vedersi limitata negli spostamenti.
I risultati raggiunti e la maturazione anche tattica finalmente hanno spinto nel dimenticatoio quella vicenda molto personale, facendo parlare solo il campo.
Il segreto, a suo dire, sta tutto nella tranquillità psicologica e nel coraggio. “Semplicemente mi sono rilassata. Ho sempre giocato un buon tennis, ma non prendevo rischi. Adesso sono diventata più coraggiosa”.
A Parigi non è mai andata oltre il secondo turno, raggiunto nel 2011, ma nel 2008 ha trionfato tra le juniores. Sulla terra ha vinto i tornei minori di Norimberga e Budapest, da profeta in patria.
Tra le sue passioni dichiarate c’è la pasta e la pallamano oltre alla città di Parigi. Non è difficile immaginare che il suo sogno sia di alzare il trofeo sabato 7 nella Ville Lumiere.