TENNIS ROLAND GARROS – Dominata 6-2,6-2 dalla Petkovic Sara attribuisce la sconfitta alla stanchezza. Ma perché è così stanca? Ha giocato 14 singolari meno di un anno fa. L’attore di ieri Monfils e quello di oggi Murray. Nadal pazzesco: 3 errori negli ultimi due set.
63 minuti senza storia altro che per i primi due game e mezzo. Dopo il promettente 2-0 e il 30 pari di un inizio fin troppo scoppiettante per essere vero, Sara Errani è stata letteralmente travolta dal suo servizio assolutamente deficitario e da una Petkovic aggressiva, sempre con i piedi dentro il campo, e molto meno fallosa del solito, anche perchè le palle della Errani non erano mai profonde, arrivavano a malapena a metà campo.
Da quel 2 pari e 30 pari Sara avrebbe fatto soltanto 3 punti fino alla fine del primo set contro i 21 della Petkovic, prima tedesca a centrare una semifinale d’uno Slam dai tempi di Steffi Graf (1999).
A favorire l’alta tedesca (180 cm) nata in Bosnia era la palla di quella battuta inguardabile, nello stile, nell’esecuzione e purtroppo pure nell’efficacia. Non solo non riusciva mai a superare i 115 orari – spesso a 100, 104, 99, velocità perfetta per non incappare nell’autovelox sull’autostrada – ma senza nè particolari effetti (niente kick) e con le palle appesantite dall’umidità neppure niente lift, modestissima lunghezza – la palla si alzava proprio all’altezza più giusta, appena sopra i fianchi dell’avversaria, per essere schiacciata dalla Petkovic che soprattutto con il rovescio ci si avventava sopra alternando vincenti immediati di risposta a colpi comunque semi-irrecuperabili.
Sara ha tenuto il servizio soltanto nel primo game, poi lo ha perso 7 volte con punteggi secchissimi: due volte a zero, quattro volte a 15, due soltanto ai vantaggi.
La Petkovic, battuta a Madrid per via di una tattica troppo attendista, questa volta aveva deciso insieme al suo coach Eric Van Harpen (lo stesso, assai discusso a suo tempo, di Conchita Martinez e Patty Schnyder, fra le tante) di aggredire Sara fin dalla risposta, di presentarsi a rete “per metterle più pressione possibile”. Dopo qualche errore banale all’inizio la simpatica (ed assai intelligente) tedesca – una delle poche nel circuito a leggere libri di un certo spessore (Freud, Jung, ecc) – non ha quasi sbagliato più.
Ma la cronaca della partita nei suoi dettagli l’ha già fatta su questo sito Antonio Garofalo.
Io dovrei cercare di spiegare invece perchè due risultati, quello di Madrid dove vinse Sara e quello di oggi, siano stati diametralmente opposti.
E, forse, ancor di più dovrei cercare di spiegare se meriti della vincitrice e demeriti della perdente sono equilibrati. Infine buttar lì una previsione sul futuro di Sara Errani.
Prima risposta: Sara oggi era certamente in crisi, di gambe, di colpi, di testa. La palla non le camminava. Mentre quella della Petkovic filava a 150 km l’ora. Di rovescio soprattutto, ma anche di diritto. Sara oggi ha sempre subito, a Madrid non era stato così. Brava la Petkovic, più regolare del solito, ma molto poco brava nell’occasione Sara. Quel che non mi spiego è perchè lei continui a dichiararsi, ormai da giorni, stanca, stanchissima. Che tutte le corse di questi anni le siano finite sulle gambe tutte insieme (un po’ come si dice da anni che starebbe succedendo, o potrebbe succedere, a Rafa Nadal che ha solo un anno più di lei)?.
“Segnali di stanchezza li ho da parecchi giorni, dopo aver giocato con la Jankovic ero morta. Oggi i quadricipiti non reagivano…”
Io le ho chiesto se sapeva spiegarsi il perchè di tutta questa stanchezza e lei l’ha attribuita alle tante partite, singolare e doppio, alla finale raggiunta a Roma, poi ai quattro giorni di stop per l’infortunio che l’aveva costretta al ritiro in finale contro Serena al Foro Italico.
“A Roma ho giocato due partite al giorno e mi sono fatta male, ero già stanca nei giorni scorsi ma con la forza nervosa sono andata avanti. Con la Jankovic già ero morta”.
Ciò nonostante, non sembra avere al momento voglia di rivedere i suoi programmi che la vedono impegnata anche in doppio: ”E’ stancante, ma il doppio mi ha dato tante soddisfazioni e per ora non ho intenzione di cambiare. Più avanti chissà. Ma comunque avrei firmato prima del torneo per arrivare ai quarti”.
Il mistero della sua stanchezza però rimane: sono andato a verificare quanti incontri avesse giocato, in singolare e in doppio Sara Errani un anno fa di quest’epoca: ebbene aveva giocato 51 singolari e 38 doppi. Quest’anno ha giocato per ora 37 singolari (14 in meno) e 36 doppi (2 in meno).
Ovviamente non tutti i match sono uguali. Però tanti doppi le nostre ragazze, e non solo l’ultimo per 6-0,6-1 contro Dellacqua e Barty, li hanno vinti facile facile, e anche qualche singolare (non solo con la Glushko 6-0,6-1).
Insomma, mi auguro che la cattiva condizione fisica, e forse nervosa di Sara, non abbia altre origine. In questo momento non me la spiego tanto.
Seconda risposta: ha giocato molto bene Andrea Petkovic e molto male Sara Errani.
Terza risposta: se non fa qualcosa per rimediare alla debolezza del servizio per Sara, che ormai le avversarie conoscono, sarà sempre più dura. Si stanca tanto perchè è costretta sempre a rincorrere. Non comincia mai un punto in situazione di vantaggio. E’ uno stress enorme. Clerici esagera nel dire che lei non sa giocare a tennis come le avversarie più forti, ma è vero che ha un tale handicap che se le gambe non torneranno a girare a mille è destinata a subire sempre, palla dopo palla, punto dopo punto, partita dopo partita. Mi direte che è sempre stato un po’ così, ma adesso però le avversarie le hanno preso le misure.
Come Rafa Nadal ha preso le misure a Ferrer specie se la distanza è 3 set su cinque: ci può perdere due su tre, ma non sulla lunga distanza. Per la nona volta Rafa è in semifinale al Roland Garros. Nel terzo set sapete quanti errori gratuiti ha fatto Rafa? Zero. E nel quarto? Tre. Come si fa a non considerarlo favorito contro Murray, che giocherà la sua quattordicesima semifinale di uno Slam e la seconda a Parigi dopo quella del 2011 ma di finali qui non ne ha raggiunta neppure una?
Contro Monfils, come già contro Kohlschreiber, Andy si è confermato Marathon Man! E Monfils ha pagato la pena del contrappasso. Dopo aver fatto il finto moribondo nel quarto set con Fognini, stavolta è stato Murray a sembrare sfinito quando ha perso terzo e quarto set. Poi però ha vinto il quinto set a 0.
Questi tennisti, anche con un uso scellerato dei medical time out, sono diventati tutti grandi attori.
Ci sono regole che io vorrei davvero venissero cambiate. E’ vero che bevono tanto, per reidratarsi, ma che una tennista debba rientrare negli spogliatoi alla fine di un set durato 27 minuti a me sembra più una scelta tattica, per cercare di far montare la tensione nell’avversaria che resta lì ferma 4 o 5 minuti ad aspettare il rientro del toilette-break. Quando poi i tennisti maschi – vedi Gulbis l’altro giorno contro Federer– prendono il time-out prima che l’avversario debba servire, in modo da farlo distrarre, a me questo sembra gamesmanship, come dicono gli inglesi, cioè tutto fuorchè fairplay. Bisognerebbe trovare il modo di far finire questo vezzo.
Ubaldo commenta l’undicesima giornata del Roland Garros