TENNIS LAVAGNA TATTICA – I quarti giocati al Roland Garros hanno confermato quel che già era stato palese agli Australian Open: il futuro è di Bouchard e Muguruza.
Il futuro di Eugenie e Garbine
I primi due quarti di finale del tabellone femminile del Roland Garros hanno fornito indicazioni estremamente interessanti riguardo alle protagoniste più giovani in campo, la canadese Eugenie Bouchard, ventenne, vincitrice in tre set su Carla Suarez Navarro, e la spagnola Garbine Muguruza, ventunenne, sconfitta sempre in tre set da Maria Sharapova.
L’ingresso definitivo nel tennis che conta, per le due emergenti del circuito, era stato agli Australian Open di quest’anno. Avevamo analizzato in occasione dello Slam “down under” sia le prestazioni di Garbine sia quelle di Eugenie, ed era già evidente quanta qualità tecnica, fisica e mentale avessero entrambe.
Dai match di ieri, come detto, si sono potute ricavare definitive conferme sulle loro enormi potenzialità. A mio avviso, insieme all’ottima francese Caroline Garcia e speriamo alla nostra Camila Giorgi, attendendo ulteriori progressi di Mladenovic, Tomljanovic e Stephens (e perchè no, di Taylor Townsend, divertentissima), sono loro che vedremo disputarsi i grandi tornei nei prossimi anni. Per come la vedo io, un gran bel ricambio generazionale, personalità e qualità da vendere in tutte, e futuro della WTA decisamente roseo.
Tecnicamente, Eugenie Bouchard ricorda vagamente Caroline Wozniacki, ma in versione molto (ma molto) più aggressiva, e soprattutto con una posizione in campo estremamente più avanzata, alla ricerca costante dell’anticipo e degli angoli. Rispetto a tutte le giovani menzionate prima, è anche la più “avanti” come maturazione (e come classifica, già numero 16 con la top-ten nel mirino) e come tenuta mentale.
Lo ha dimostrato chiaramente nella sua partita contro la Suarez Navarro: opposta a una solidissima terraiola, davvero adatta a questi campi, e maestra nell’utilizzo del top-spin sia di dritto che di rovescio, con una grande capacità di stringere gli angoli con palle cariche per poi aprirsi il campo dall’altra parte, l’ABC del tennis sul mattone tritato insomma, Eugenie ha sfoderato una prestazione esemplare dal punto di vista dell’attitudine.
Andata sotto nel punteggio in tutti e tre i set, con la spagnola che non accennava a diminuire la sua pressione, non si è minimamente scomposta, ha saputo trovare a poco a poco il timing giusto per aggredire mentre salivano le palle arrotatissime di Carla, e a forza di anticipi poco liftati che hanno cominciato a trovare le righe del campo con percentuali sempre più positive, ha vinto i parziali più lottati, il primo e il terzo. Il tutto con notevole tranquillità, e linguaggio del corpo che esprimeva calma assoluta e convinzione totale nei propri mezzi. Risultato, seconda semifinale Slam consecutiva. Complimenti.
Seppure uscita sconfitta, invece, dalla sua partita contro “Masha” (sempre ottima, le giovanotte di cui stiamo parlando dovranno comunque fare i conti con lei ancora per qualche anno), a mio parere Garbine Muguruza ha potenzialità anche maggiori. Intendiamoci, qui parlo solo delle capacità tecniche, e di strada da percorrere ce n’è ancora tanta: il rischio di non riuscire ad essere continua, oltre che esplosiva, è sempre in agguato, pensiamo per esempio alla carriera fatta di alti e bassi di Petra Kvitova.
Ma finchè ha “tenuto”, ovvero fino al quarto game del terzo set contro Sharapova, Garbine ha espresso il miglior tennis in assoluto visto quest’anno a Parigi tra le donne. E soprattutto, nei pochi mesi passati dall’Australian Open, ha messo in mostra progressi notevolissimi: a Melbourne, forse facilitata dalla superficie più adatta alla sua esecuzione, mi aveva stupito per l’incisività del dritto, e per la fluidità dell’accelerazione, nonostante una stance a volte meno caricata frontalmente del solito.
A Parigi, le ha prese a pallate tutte (Serena Williams compresa, che sarà anche stata ai minimi termini psico-fisici, ma pur sempre di Serena Williams si trattava) anche e soprattutto con il rovescio. Preparazione molto composta e breve, spinta eccellente della gamba avanzata, torsione perfetta del busto-spalle, timing istintivo nell’anticipo: le escono dalla racchetta fucilate illeggibili, che siano cross o aperture lungolinea. Detto dell’ottimo dritto, anche il servizio è adeguato al livello: Maria ha dovuto veramente salire al suo 100% per uscirne, e nonostante questo l’impressione è stata che l’abbia spuntata di testa, cattiveria agonistica ed esperienza, non grazie a colpi migliori.
L’unica, piccola riserva che personalmente mi rimane riguarda appunto la continuità e la capacità di focalizzazione mentale. Perchè quando c’è con la testa, riesce a esprimere velocità di palla e ritmo dello scambio di intensità inarrivabile, e una capace di piegare ripetutamente la racchetta in mano a Sharapova e Williams, costringendole all’errore e all’affanno, di pura potenza e anticipo, è una cosa che non si vede tanto spesso. Eccezionale.
One-Handed backhand appreciation corner
Ed è la fine anche a Parigi. La Notte scende sul Roland Garros, rimasto preda delle Orde Bimani già prima delle semifinali. Ma i Guerrieri del Bene non si disuniscono, e si stanno preparando a difendere il Tempio Supremo: da lunedì avrà inizio la Battaglia per la conquista dell’erba, storicamente terreno favorevole ai talenti della presa Eastern, il cui culmine sarà la Sfida Finale a Wimbledon.
La Luce del rovescio a una mano dovrà essere mantenuta splendente a tutti i costi, guai se l’Ombra del Lato Oscuro dovesse avvolgere Londra: il Vecchio Jedi Roger, e le schiere sue seguaci, saranno presenti e motivati come non mai.
Ci rivedremo il 23 giugno, sul verde tappeto che tante Leggende ha forgiato, e tanti Sogni ha fatto vivere a tutti noi.