TENNIS – Dopo tante voci, arriva la conferma ufficiale. Amélie Mauresmo, campionessa a Wimbledon nel 2006, sarà il coach di Andy Murray. Ma solo sull’erba, per ora. All’interno le dichiarazioni di Amélie in conferenza stampa a Parigi.
Le prime voci sono comparse qualche giorno fa e oggi è arrivata la conferma. L’ex tennista francese Amélie Mauresmo, 35 anni il mese prossimo, sarà il nuovo coach di Andy Murray. La notizia arriva da Neil Harman del Times.
Harman specifica che la soluzione è per ora provvisoria e che Mauresmo si occuperà inizialmente della stagione sull’erba. Dopo Wimbledon, quindi, si tireranno le somme.
Andy Murray confirms Amelie Mauresmo as new coach, for grass court season initially
— Neil Harman (@NeilHarmanTimes) June 8, 2014
Mauresmo è anche il coach della squadra francese di Fed Cup (a febbraio la Francia giocherà proprio contro l’Italia nei quarti del World Group). Ad ogni modo si tratta di un impegno poco gravoso, che porta via poche settimane all’anno. Questo non dovrebbe quindi costituire un ostacolo al prolungamento della collaborazione. È comunque curiosa la scelta di Mauresmo, perché come giocatrice non era che sopportasse molto bene la pressione o che dimostrasse di avere particolarmente discernimento tattico. Gran rovescio, come Murray, buon servizio.
Queste le prime parole di Murray: “Sono felice per la possibilità che mi può dare questa partnership. Amélie è una persona che ho sempre ammirato“. “Ha dovuto affrontare molte difficoltà ma è stata una giocatrice fantastica che ha vinto molti titoli tra cui Wimbledon. Ho già un team molto valido ma penso che Amélie possa darmi un po’ della sua esperienza per migliorare ancora“.
“Andy è un giocatore straordinario” ha detto a caldo Amélie. “Sento di avere molto da offrirgli. Non vedo l’ora di cominciare ad aiutarlo a vincere altri Slam“.
La tennista francese ha poi indetto una conferenza stampa a Parigi per spiegare la scelta e i termini della collaborazione, che non sarà una collaborazione full-time: “Abbiamo parlato tempo fa ma la decisione è arrivata ora. Per me è una grossa sfida. L’ho visto giocare molte volte e abbiamo avuto occasione di parlare del suo gioco ma dobbiamo ancora conoscerci bene. Sono felice di questa sfida e voglio aiutarlo a vincere altri Slam, questo è il mio unico obiettivo. La sua priorità è difendere il titolo a Wimbledon ma i frutti del lavoro si vedranno a medio termine. Lui comunque non sta pensando ad un coach full-time, piuttosto qualcuno che lo segua per metà stagione“.
“So che sta cercando delle emozioni diverse rispetto a quando lo allenava la madre, ma questo non mi interessa. Nessun giocatore francese mi hai mai cercato, tranne Marion Bartoli ma non ero compatibile…”
“Non ho ancora parlato con Lendl. Dovevo occuparmi del torneo di Tolosa ma non si sa ancora che destino avrà il torneo. La Fed Cup non è un problema: devo ancora incontrare le mie ragazze, lo farò a Wimbledon. Le due cose sono conciliabili“.
Se scegliere una donna come coach è una rarità nel circuito WTA, nel circuito maschile la scelta è ancora più difficile da riscontrare. Proprio Murray rientra tra i giocatori maschi che hanno scelto in passato di affidarsi ad una donna dato che la madre Judy, anche quando è subentrato Ivan Lendl, ha sempre avuto un’importanza ben precisa nell’angolo dello scozzese. Evidentemente lo scozzese è uno tra i più convinti del “girl power” e questa sua preferenza per i coach donna è stata subito sottolineata dai giornalisti inglesi presenti in sala stampa al Roland Garros.
Mauresmo, comunque, non è alla prima esperienza come coach di un tennista. La francese, infatti, venne assunta nel 2010 come vice-coach da Michael Llodra proprio per la stagione sull’erba, esattamente come ha deciso di fare Andy. La collaborazione tra i due funzionò piuttosto bene: Llodra raggiunse i quarti al Queen’s, vinse ad Eastbourne e perse al secondo turno di Wimbledon contro Andy Roddick.
Anche Mikhail Kukushkin è allenato da una donna, sua moglie Anastasia. Altre collaborazioni di questo tipo sono quelle tra Donald Young e la madre Ilona e quella tra l’uzbeko Istomin e la madre Klaudiya. Nel passato uno degli esempi più lampanti è Gloria Connors, madre e coach di Jimmy (anche se poi il coach ufficiale sarebbe stato l’ecuadoriano Pancho Segura) e naturalmente la madre di Marat Safin, Raissa. Ma se usciamo dal perimetro famigliare, la scelta di Murray è qualcosa di quasi inedito. Due precedenti simili alla collaborazione Mauresmo-Murray sono quelli di Billie Jean King, che per un breve periodo allenò Tim Mayotte nel 1991, e di Tatiana Naumko, il coach che sfidò i pregiudizi. La russa allenò per ben 14 anni Andrei Chesnokov portandolo a vincere sette tornei tra i quali anche Montecarlo e Montreal.
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Questa la conferenza stampa integrale di Amélie Mauresmo, tradotto da Yelena Apebe.
Benvenuta nel tennis Britannico.
Grazie.
Qual è stato il momento in cui hai pensato che saresti subentrata come coach di Andy Murray? Cosa ti ha attratto di questo lavoro?
Andy mi ha contattato qualche settimana fa e abbiamo iniziato a parlare della possibilità di lavorare insieme. In realtà, quando ho smesso di essere una tennista, non stavo pensando a una cosa simile. In seguito abbiamo parlato un po’ di più su come poter lavorare sul suo gioco e abbiamo discusso di diverse cose. Abbiamo ipotizzato una nostra collaborazione con volontà da parte di entrambi, formulando un’ ipotesi.
Puoi dirci qualcosa riguardo al fatto evidente che tu sei una donna e lui un uomo. Pensi che questo non abbia alcuna rilevanza o pensi che forse per te possa essere un vantaggio?
Direi di sì. Probabilmente dovresti chiedere a lui perché ad un certo punto abbia fatto questa scelta. Sappiamo tutti che sua madre è stata molto importante nella sua carriera tennistica. Penso che forse stia cercando qualcosa di diverso, emozioni e sensazioni diverse. Ad essere sincera,in realtà a me non interessa, fa parte della storia. Ciò che mi interessa è essere in grado di aiutarlo nel raggiungere i suoi obiettivi. È tutto. Il resto per te è solo storia da scrivere, suppongo. Ma certo, per me è una sfida. E voglio affrontarla.
Puoi dirci in quali aspetti pensi di poter aiutare maggiormente il gioco di Andy?
Non penso sia questo il momento di entrare nei dettagli. Penso che prima dobbiamo conoscerci e iniziare a lavorare insieme. Forse ad un certo punto ne parleremo.
Sicuramente ha delle scelte da fare e persone da tenere in considerazione. Quando ti ha contattato per la prima volta ti ha detto “ Amélie, ho deciso che saresti la persona giusta perché puoi portarmi a raggiungere questo o quell’altro”? Ti ha dato una motivazione sul perché ha pensato a te?
Sì, l’ha fatto.
Puoi dirci qual è?
In realtà no ( ridendo). Forse più avanti sarà lui a dirtela.
Hai osservato il suo gioco nel corso degli anni? Hai avuto qualche tipo di rapporto con lui? Sei rimasta sorpresa quando ti ha contattato?
Non abbiamo mai parlato se non per salutarci o cose simili. E sì, l’ho visto giocare molte volte. Ripeto, abbiamo già parlato un po’ del suo gioco. Penso che presto entreremo più nel dettaglio.
Eri sorpresa quando ti ha chiamata?
Ad essere onesta sì. È stata un po’ una sorpresa.
Penso che la ragione per cui Andy ha smesso di lavorare con Ivan lendl sia perché Ivan ha detto che non aveva molto tempo per seguirlo. Tu sarai disposta a viaggiare con Andy per tutto l’anno?
Abbiamo già parlato di questo. Sì, non per tutto l’anno ,ma per gran parte delle settimane che abbiamo concordato e dovrebbe andare bene per entrambi.
Dal tuo punto di vista, cosa ti aspetti di realizzare con Andy e cosa renderebbe questo lavoro un successo per te?
Beh, per me è piuttosto facile rispondere a questa domanda e lui è molto chiaro su questo aspetto. Vuole vincere più Grandi Slam, perciò penso sia questa la risposta ad entrambe le domande.
Da commentatrice eri in una posizione comoda.
Sì, stavo seduta. Adesso sarò…
Sarai pressoché sotto pressione quanto Andy. Le aspettative saranno alte. Perciò, per quale motivo hai accettato una sfida così grande?
Prima di tutto, penso sia lui ad essere più sotto pressione. È ovvio quando sei un giocatore e so di cosa parlo, hai un’enorme pressione sulle spalle. Questo rimarrà uguale. Diciamo che cambierà un po’ la mia vita e ritarderà il mio ritiro. Ma sono appassionata di questo sport e amo le sfide. Non so, mi piace mettermi alla prova e vedere cosa riesco a fare.
Sappiamo tutti che grazie a Billie Jean, una grande parte della WTA, abbiamo assistito a una legittimazione delle donne e delle loro opportunità? Tutti sappiamo anche che è estremamente difficile per le tenniste. Cosa hai pensato riguardo alle affermazioni dell’altro giorno di Ernests Gulbis ,cioè che non vorrebbe che le sue sorelle diventassero delle tenniste perché è molto dura e perché dovrebbero concentrarsi sulla famiglia?
Lo conosco un po’. Penso che anche voi lo conosciate piuttosto bene. È provocatore a volte. Non sono sicura che la pensi esattamente così. Più tardi ha spiegato il perché l’ha detto. Io non ne sono rimasta sconvolta perché lo conosco. So come è fatto.
Quanto dura il tuo impegno con Andy?
Affronteremo la stagione sull’erba e in seguito ne parleremo.
Diventerai coach di un tennista inglese. Potremmo domandarci se un tennista francese ti abbia fatto la stessa proposta. Perché uno straniero? È perché i tennisti francesi non vorrebbero venire da te?
No, è vero. Non ho mai ricevuto una simile proposta da un tennista francese.
E riguardo le tenniste?
No. Marion Bartoli voleva, ma non eravamo compatibili. Mettiamola in questo modo.
Adesso, cosa puoi dirci relativamente alla Fed Cup? Sei il capitano.
Beh, non cambierà nulla per quanto riguarda la Fed Cup. Per prima cosa dobbiamo discuterne con le ragazze a Wimbledon prima che inizi il torneo. Sai, avrei voluto farlo qui ma non siamo riuscite a incontrarci. Comunque è una buona cosa. È da due anni che sono il capitano. È una buona cosa prendersi una pausa per vedere dove stiamo andando e se tutti vogliamo continuare a lavorare insieme, ecc. Ma ho pensato che non avrei scelto o la Fed Cup o Andy Murray. Non ho mai pensato che sarebbe andata così. Se tutto procede senza problemi, se tutti sono disposti a continuare, possiamo continuare in questo modo.
Sei una delle prime donne o la prima donna a diventare coach di un giocatore Top 10. Cosa diresti a riguardo?
Niente. Beh, so che è un grande evento nel mondo del tennis e in generale nel mondo dello sport. Ma, sai cosa? Per me è un traguardo professionale. È ciò che mi interessa. Non è una cosa facile. Devo essere all’altezza di questa sfida. Dedicherò tutta la mia energia e mi concentrerò su questo e se riuscissimo anche a cambiare la situazione sarebbe una cosa positiva.
Hai parlato con Ivan Lendl? Se si, cosa ha detto? Se no, parlerai con lui?
No, non ho ancora parlato con lui, ma forse lo farò.
Andy ha vinto Wimbledon; ha vinto tutto; c’è molta pressione. Cosa ci dici di te?
Beh, sai, per lui l’obiettivo principale è quello di vincere più Grandi Slam. Sicuramente dovrà difendere il titolo a Wimbledon. Questa è la prima priorità. Non sarà facile. Lo aiuterò più che posso. Quando mi ha contattato non ci siamo detti “ Ok, deve funzionare immediatamente”. Miriamo a una cosa graduale perché i miracoli non avvengono da un giorno all’altro. Anche se riesci a dargli nuove dinamiche di gioco, questo non darà risultati immediati. Voglio il meglio per lui.
Come ti senti adesso?
Beh, fa piuttosto caldo. No, sono entusiasta. Vorrei iniziare subito. Ecco come mi sento. Sai, ne stiamo discutendo. La cosa non si è ancora concretizzata, ma lo diventerà. Ma sai cosa mi piace? Rimboccarmi le maniche e agire. Perciò dobbiamo andare avanti.
Se adesso questa collaborazione si concretizzasse, saresti pronta a prendere borsa, zaino e seguirlo al 100% nel circuito?
No, non voglio lavorare full-time. Si tratta di lavorare per metà anno, e non è male.