TENNIS – Rino ripercorre il suo rapporto privilegiato con il Mondiale di Calcio e il torneo di tennis più prestigioso del mondo, che si accavallano una volta ogni 4 anni. Una storia infinita che parte dal 1948 per arrivare fino ad oggi
Succede ogni quattro anni che Wimbledon coincida, giorno più, giorno meno, con i Mondiali di calcio. Non ho la presunzione di rappresentare almeno in senso statistico, un campione dell’italiano medio ma non credo di sbagliare di molto nel prevedere che un terzo degli italiani che attribuiscono la giusta importanza alle vicende dello sport divideranno le loro attenzioni ed il loro tempo televisivo tra i Mondiali di calcio ed il torneo di Wimbledon.
Nel 1950 avevo 16 anni ed avevo appena cominciato a giocare a tennis. E’ stato, purtroppo non ricambiato, amore a prima vista nel senso che il tennis ha rapidamente sostituito il calcio nella scala delle mie malattie sportive.
Non c’era ancora la televisione e briciole di Wimbledon mi giungevano solo attraverso i telegiornali ed i quotidiani.
Il calcio invece in TV c’era già arrivato in tempo per farmi soffrire il 4 a 0 che l’Inghilterra ci ha inflitto a Torino il 16 maggio 1948. Di quella partita mi ha parlato non troppo volentieri Alberto Eliani che aveva avuto la sfortuna di giocarla. Conclusa una onorevole carriera in serie A nella Triestina, nel Modena, nella Fiorentina, Eliani che aveva iniziato la carriera da ala sinistra
Era poi diventato l’allenatore della Sambenedettese la squadra di San Benedetto del Tronto che avrebbe poi giocato 20 campionati di serie B e dove ho vissuto 5 anni (1946-1951),
In mezzo 50 edizioni di Wimbledon, 9 Olimpiadi, 150 trasferte negli Stati Uniti, qualche premio, troppe ore di volo.
A Wimbledon sono andato per la prima volta nel 1968 e per l’ultima nel 2013, da Rod Laver a Rafael Nadal ma anche da Giampiero Boniperti a Francesco Totti.