TENNIS – La testa di serie n.3 di Wimbledon, campione uscente, si dichiara molto fiducioso sul suo stato fisico. Basteranno questo e i suggerimenti della Mauresmo per reggere la pressione del popolo britannico?
È un Andy Murray molto carico quello che si appresta a difendere il titolo conquistato un anno fa a Church Road. Dalle pagine di www.tennis.com, Kamakshi Tandon riporta che, dopo la collaborazione con Amelie Mauresmo, è lo stato fisico che galvanizza il due volte vincitore Slam: “Ora mi sto muovendo meglio sull’erba, dopo il Queen’s (dove è uscito agli ottavi in due set da Stepanek) mi sono allenato con Tsonga e Dimitrov, e con loro sono sempre ottimi allenamenti!”, ha dichiarato lo scozzese a Stoke Park. “Ho passato molto tempo in campo e mi sento bene”. Al torneo del club londinese, il campione di Dunblane ha sottolineato che le sue migliori prestazioni sull’erba sono arrivate dopo lunghi periodi di gioco su questa superficie, come nel 2012 con la sua prima finale di Wimbledon persa con Federer e la vittoria, sempre contro il primatista Slam, alle Olimpiadi di Londra. Rispetto al 2012, un anno fa Andy ebbe anche più tempo per prendere confidenza coi campi verdi, dopo la rinuncia al Roland Garros per il problema alla schiena.
Dall’operazione cui si è sottoposto dopo lo scorso US Open, le preoccupazioni di Murray circa il suo stato fisico sono state causa ed effetto del suo rendimento altalenante dal suo ritorno in campo: in questo 2014 Andy è uscito ai quarti da un ottimo Federer a Melbourne, poi ha raccolto poco sul cemento americano (ottavi a Indian Wells eliminato da Raonic e quarti a Miami, fuori da Djokovic) e sui tornei sulla terra (ottavi a Madrid con Giraldo e quarti a Roma con Nadal), prima di un buon Roland Garros, dove ha raggiunto la semifinale per la seconda volta in carriera dopo il 2011, prima però di venire sovrastato in tre rapidi set da Nadal.
Ora il suo stato di forma fisica sembra al top: “Sono felice anche solo di non dovermi preoccupare di questo ogni giorno; ho sempre dovuto fare attenzione durante la mia carriera, ma adesso non mi alzo la mattina pensando a come mi sento, come invece puntualmente accadeva prima dell’intervento”.
La Gran Bretagna s’interroga dunque, in un misto di speranza e timore, sul livello di gioco che saprà offrire Murray ai Championships, desiderosa di rivedere il grande campione dell’anno scorso, capace di riportare il titolo in patria 77 anni dopo Fred Perry, ma al contempo in ansia per un giocatore che deve ritrovare continuità di risultati e superare definitivamente la separazione da Ivan Lendl, il coach che gli ha permesso la consacrazione definitiva con la vittoria di due Major. Anche se il britannico ha giustamente invitato tutti a non legare i giudizi su Amelie Mauresmo al risultato di Wimbledon, la pressione sulle spalle della nuova coppia – non propriamente due mostri di solidità mentale – non sarà certo trascurabile…