TENNIS WIMBLEDON CHAMPIONSHIPS – Il serbo batte in 3 set Simon ma una caduta a metà del terzo set ha fatto temere un infortunio serio alla spalla sinistra. Avanti facilmente Murray, Tsonga e Feliciano Lopez. Dimitrov vince al quinto il match contro Dolgopolov. Cilic elimina Berdych in 3 set e 2 tie-break a ridosso dell’oscurità.
[1] N. Djokovic b. G. Simon 6-4, 6-2, 6-4 (Chiara Bracco)
La giornata sul centrale dell’All England Club si apre con la testa di serie n.1 Novak Djokovic opposto al francese Gilles Simon. Si gioca in equilibrio, stranamente sul ritmo del francese, che ‘addormenta’ il match non dando alcun ritmo al serbo, ma il match segue i servizi fino al sesto gioco, quando Simon al servizio da 40-15 cede il game ad un Djokovic molto più ordinato tatticamente. Tuttavia, Simon non si demoralizza, e con due grandi passanti in lungo linea ed una sciagurata demi volée di Djokovic, si riprende il servizio perso in precedenza. Sui turni di servizio del francese si gioca molto di più, anche l’ottavo gioco và ai vantaggi, ma è nel game decisivo, in cui il francese serve per restare nel set, che Nole riesce a far muovere l’avversario e lo porta all’errore. Djokovic si aggiudica il game e il set in 47 minuti per 6-4. Il secondo set appare invece meno equilibrato rispetto al primo, con una serie di break e contro break. Nole, che era riuscito a salire 2-1 cede il servizio a zero. Simon è incapace di cogliere l’opportunità e consegna il contro break all’avversario. Il set nonostante i continui alti e bassi e capovolgimenti di fronte, si chiude ancora una volta a favore del numero 2 del mondo, che strappa per la terza volta il servizio al francese e chiude il secondo parziale, su un doppio fallo di Simon, con il punteggio di 6-2. Il terzo set si apre con il break di Simon ai danni del serbo, ma il francese non riesce a tenere il vantaggio, e al terzo gioco Nole ristabilisce gli equilibri. Sul 3-2 e 40-30 per Simon, il serbo è protagonista di un piccolo incidente, in cui cade e prende un duro colpo alla spalla sinistra. Djokovic è costretto a richiedere l’MTO e l’intervento del fisioterapista, ma riesce a riprendere il gioco e il colpo sembra non aver provocato nulla di grave al tennista di Belgrado, che riesce a portarsi a match point sul 5-4 e chiude con uno smash un match in cui non ha brillato particolarmente, ma in cui si è sicuramente dimostrato solido e concentrato. Sulla distanza è il tennista più forte ad avere la meglio. Djokovic prosegue la sua corsa per confermare la finale dello scorso anno, persa contro Andy Murray.
A.Murray (3) b. R. Bautista-Agut 6-2 6-3 6-2 (Da Wimbledon Stefano Tarantino)
Continua spedita la difesa del titolo per Andy Murray, che dopo aver lasciato appena 2 game allo sloveno Blaz Rola, liquida agevolmente anche lo spagnolo Bautista-Agut, battuto in 3 set con il punteggio di 6-2 6-3 6-3.
Una prova convincente quella del campione uscente, che ha mostrato grandissima fluidità nei colpi, ottimo servizio e discreta condizione fisica, muovendosi molto bene in campo.
Bautista-Agut ha dato qualche fastidio ad inizio match, poi ha cercato di fare partita pari da fondo campo contro Murray, impresa sull’erba a dir poco improba.
Lo spagnolo parte bene, tiene la battuta e poi costringe Murray ai vantaggi nel secondo game, ma è un fuoco di paglia.
Lo scozzese gli prende subito le misure e gli scappa via imperiosamente, salendo in un amen 5-2 con un doppio break e chiudendo nel game successivo il primo set.
L’andamento del secondo parziale rispecchia quasi fedelmente il primo.
Murray regala un paio di pregevoli accelerazioni, breakka di nuovo l’avversario nel terzo e nel settimo game, poi accusa un piccolo passaggio a vuoto cedendo la battuta sul 5-2.
Poco male, un altro paio di vincenti al bacio e arriva il nuovo break per il 6-3 del secondo set.
Due set avanti Murray, vanno in onda i titoli di coda, anche perché Andy sale velocemente 4-0 nel terzo set, cede uno dei due break di vantaggio nel quinto game, per poi chiudere senza problemi 6-2.
Per lui negli ottavi il sudafricano Anderson che ha battuto il nostro Fognini, ma questo Murray non crediamo possa temere il nr. 18 del ranking, apparso discontinuo contro l’azzurro.
Che sia Murray il terzo incomodo tra Nadal e Djokovic, apparentemente favoriti per il titolo?
[11] G. Dimitrov b. A. Dolgopolov 6-7(3), 6-4, 2-6, 6-4, 6-1 (Chiara Bracco)
Partita divertente, proprio come ci saremmo aspettati, fra il numero 13 del mondo Grigor Dimitrov e il genio di Alexander Dolgopolov, in un match tiratissimo che si è concluso al quinto set, con l’ucraino che ha alla fine gettato le armi. Il primo set, che vede l’ucraino praticamente perfetto al servizio, si conclude in un tie-break dominato da quest’ultimo, che ha dato ancora una volta prova della classe e del genio di cui è capace, e un Dimitrov che ha presentato qualche problema sui colpi in avanzamento. Nel secondo set, l’ucraino ha continuato a concedere poco sul suo servizio, bravo il bulgaro quindi ad afferrare subito la prima occasione di break, che arriva nel settimo gioco. Grigor fino a questo punto non aveva ottenuto nemmeno una palla break, alla seconda occasione riesce a portarsi in vantaggio 4-3 e a conservare il servizio strappato all’avversario fino a concludere il set per 6-4. Il match segue ancora il ritmo irrequieto di Dolgopolov, che quando riesce a mantenere il controllo e la concentrazione e a portare in campo un piano tattico valido, è capace di lampi improvvisi. La percentuale di prima dell’ucraino resta sempre molto alta, nei suoi turni si gioca poco, ottiene il break in apertura del terzo parziale e sale 2-1, per poi concludere il terzo set con un secco 6-2. Dimitrov, che riesce di nuovo a raggiungere una buona percentuale di prime, il 77%, non si disunisce e colpisce l’avversario nel momento più importante del match, sul 4-4 il bulgaro ha bisogno di 4 palle break per riuscire a mettere in tasca un gioco fondamentale, che lo porterà a servire per il quarto set e per allungare il match al quinto. Dimitrov chiude il decimo gioco con un ace e riporta per la seconda volta la partita in parità. Dolgopolov, che sulla lunghezza spesso soffre, riesce con difficoltà a restare solido, e portandosi dietro gli strascichi del set precedente, in cui avrebbe potuto chiudere una partita che era sembrata per buona parte nelle sue mani, perde il servizio, che era stata la sua arma in più, ben due volte, lasciando i campi dell’All England Club ottenendo un solo gioco nell’ultimo parziale. Molto buona la prova del bulgaro, che soffrendo è riuscito a recuperare un match che ha tratti è sembrato sfuggirgli di mano. Dimitrov incontrerà al prossimo turno Leonardo Mayer, che quest’oggi ha sconfitto in tre set Kuznetsov.
(26) M. Cilic b. (6) T.Berdych 7-6(5) 6-4 7-6(6) (Christian Turba)
Nel match che di chiusura del venerdì londinese, sul campo 3 privo di illuminazione serale, Marin Cilic batte in 3 set (7-6 6-4 7-6)il sesto favorito del seeding Tomas Berdych e accede agli ottavi di finale– dove lo attende il francese Jeremy Chardy- con la concreta possibilità di centrare il quarto che ancora gli manca sull’erba londinese. Si è trattato di un match molto equilibrato, e per questo interessante, ma somigliante piuttosto a uno scontro sul cemento americano che a una sfida sui sacri prati londinesi: i due hanno giocato a specchio, affidandosi entrambi all’efficacia dei rispettivi servizi e a botte da fondocampo, ed è uscito vincitore colui che ha eseguito lo schema al meglio.
L’allievo di Goran Ivanisevic -uno che con l’erba londinese ha una certa dimestichezza- parte in quarta e si porta subito 3-0, prevalendo nettamente nella lotta da fondocampo grazie alla profondità dei suoi colpi. Arriva persino a trovarsi a due punti dal doppio break, ma a questo punto il numero 6 del mondo reagisce, inizia a manovrare lo scambio coi suoi dritti tesissimi e recupera il break di svantaggio. Sul 5-4 in suo favore e servizio Berdych, Cilic si trova di nuovo sullo 0-30, ma ancora una volta il ceco si affida al collaudato schema servizio-dritto e prolunga il set. Si arriva come logico al tie-break, che scorre sui binari dell’equilibrio fino al 5 pari: qui il croato esplode una risposta in dritto incrociato nei piedi di Berdych, per poi chiudere in bellezza con un rovescio lungolinea a fil di riga.
Galvanizzato, Marin si procura subito 3 palle break nel 1°game del 2° set, concretizzando al secondo tentativo; una piccola distrazione – e qualche dritto fotonico del ceco – gli costano l’immediato controbreak, ma con gran magnanimità mister Satorova decide di sparacchiare oltre la riga di fondocampo e restituirgli il vantaggio. Sorretto da un ottimo servizio – 20 aces in totale- e chirurgico nel prendere in contropiede l’avversario, il 26enne di Medjugorie tiene con autorità i propri turni di battuta e chiude il secondo parziale sul punteggio di 6-4.
Il match sembra ormai incanalato sui binari di Zagabria, e l’allievo di Tomas Krupa rischia di compiere la frittata nei primi due turni di servizio del 3°set (entrambe le volte Cilic si porta sopra 0-30) ma per sua fortuna ritrova il servizio che gli era mancato nei due set precedenti. Il croato comunque non demorde e nel 9°game si procura una palla break dal sapore di match point, ma il ceco griffato H&M non si lascia sopraffare. Ma è l’undicesimo game quello del probabile turning point dell’incontro: sullo 0-30, Cilic si apre il campo con l’ennesima risposta nei piedi del ceco, ma al momento di chiudere sparacchia in corridoio un facile dritto a metà campo. Con tenacia, il balcanico si procura comunque 4 occasioni di servire per il match, ma Berdych le annulla tutte con servizio ed autorità. Si giunge cosi,a ridosso delle 9.30 britannica, a un “jeu décisif” quanto mai décisif. Il ceco butta in campo le energie residue e si porta subito 3-1, ma sull’ennesima risposta a fil di riga del croato perde la pazienza, si prostra davanti al giudice di sedia perché convinto che la palla fosse uscita e perde quel tanto di concentrazione che basta a Cilic per portarsi davanti e chiudere al secondo match point,facendo esplodere di gioia i tifosi croati presenti sugli spalti.
Si tratta senza dubbio di una vittoria meritata. Cilic è stato superiore in ogni compartimento del gioco: servizio (20 aces a 6), manovra da fondocampo, chiusura – 46 i vincenti finali contro 36 del ceco – e freddezza nei momenti chiave dei tre set. Ancora una volta, invece,il numero 1 della Repubblica Ceca esce ridimensionato da una prova dello Slam: pur con tutti i progressi ottenuti negli ultimi anni quanto a regolarità e spostamenti, l’impressione è che a Tomas manchi quel quid mentale in più per uscire dalle situazioni più difficili, caratteristica essenziale di un aspirante vincitore di Wimbledon..
Tutti i risultati:
[15] Jerzy Janowicz (POL) bt. Lleyton Hewitt (AUS) 7-5, 6-4, 6-7(9), 4-6, 6-3
[14] Jo-Wilfried Tsonga (FRA) bt. Jimmy Wang (TPE) 6-2, 6-2, 7-5
[19] Feliciano Lopez (SPA) bt. Ante Pavic (CRO) 6-4, 7-6(4), 7-5
Santiago Giraldo (COL) bt. [30] Marcel Granollers (SPA) 4-6, 7-6(2), 1-6, 6-1, 7-5
Leonardo Mayer (ARG) bt. Andrey Kuznetsov (RUS) 6-4, 7-6(1), 6-3
[1] Novak Djokovic (SRB) bt. Gilles Simon (FRA) 6-4, 6-2, 6-4
[21] Kevin Anderson (RSA) bt. [16] Fabio Fognini (ITA) 4-6, 6-4, 2-6, 6-2, 6-1
[3] Andy Murray (GBR) bt. Roberto Bautista-Agut (SPA) 6-2, 6-3, 6-3
(26) Marin Cilic (CRO) bt. (6) Tomas Berdych (CZE) 7-6(5), 6-4, 7-6(6)