TENNIS WIMBLEDON CHAMPIONSHIPS – Wawrinka supera in tre rapidi set Istomin. In un match spettacolare e dominato dai servizi, la spunta Lopez 67 76 76 75 che domani sfiderà Stan per un posto nei quarti. Andy Murray offre un’ottima prestazione contro Kevin Anderson,; nessun problema per Novak Djokovic contro Tsonga e per Dimitrov contro Mayer.
N. Djokovic b. J.-W. Tsonga 6-3 6-4 7-6 (da Wimbledon, Laura Guidobaldi)
È sceso in campo, sul Centrale, un altro trionfatore dei Championships. Nel 2011 infatti si avvera il sogno di Novak Djokovic, facendo della vittoria a Wimbledon il fiore all’occhiello di una stagione strepitosa. Nel 2013 ritorna in finale ma soccombe alla prestazione superba di Andy Murray.
Quest’anno ovviamente è lanciatissimo più che mai e finora ha disputato un torneo pressoché perfetto.
L’avversario di oggi è comunque uno che qui sull’erba (ma non solo) ha fatto “piangere” non pochi nomi illustri (tra cui anche Federer), il francese Jo-Wilfried Tsonga.
Jo è comunque sempre molto pericoloso, per tutti e in particolare su erba e cemento. Ma oggi, dopo due match maratona vinti al quinto contro Melzer e Querrey e un turno in scioltezza opposto al taiwanese Wang, sembra che il suo smalto si sia un po’ scalfito poiché il serbo liquida il primo set 6-3 in un battibaleno (25 minuti).
Dopo lo spavento per la spalla (Nole aveva avvertito un dolore alla spalla dopo essersi “tuffato” per recuperare una palla nell’incontro con Gilles Simon), pare proprio che ora stia al meglio. Nel secondo parziale c’è maggiore equilibrio anche se Djoker affettua il break sul 3-3 ; si aggiudica poi a zero il settimo gioco e prende così il largo sul 5-3. Alla fine, in 33 minuti, intasca anche la seconda frazione per 6-4.
Ma Tsonga vuole ancora dire la sua. Sale in vantaggio 4-3 nel terzo e si procura 2 palle break. Novak salva la prima con un ace; alla seconda, grazie ad un altro servizio micidiale, riesce ad entrare dentro il campo e ad affondare con il rovescio, obbligando il francese a sbagliare. E il 4-4 è suo. Anche il tennista di Le Mans si affida al servizio e funziona perché tiene il gioco a zero e sale 5-4.
E parte perfino la ola sul Centre Court. Tsonga fa un ulteriore passo in avanti sul 6-5 ma sarà tie-break, poiché il serbo tiene senza colpo ferire la propria battuta.
Nei 7 punti decisivi, sul 6-5 e matchpoint Djokovic, non manca una nota finale da “brivido”. la risposta fulminante del serbo viene chiamata fuori mentre Novak sta già esultando. Niente da fare. deve affidarsi al falco che pero gli dà ragione.
Il n. 2 del mondo accede così ai quarti di finale dei championship sconfiggendo Tsonga per 6-3 6-4 7-6. Ora lo aspetta un derby dei balcani contro Marin Cilic, vittorioso oggi su Jérémy Chardy.
In conferenza stampa Jo afferma di non avere rimpianti : “Ha servito benissimo e non mi ha lasciato la possibilità di ribattere al meglio. All’inizio era solidissimo poi nel terzo ha cominciato a calare, soprattutto con la battuta. Sono ovviamente un po’ deluso per la sconfitta ma ci sono cose positive, sono contento di ritrovare buone sensazioni e sono dunque motivato per i match a venire“.
Djokovic, dal canto suo, ha confermato quanto fosse importante per lui “vincere in tre set, anche perché lui stava salendo. Tsonga è un ottimo giocatore, e sull’erba è particolarmente pericoloso, qui ha battuto anche Federer ed è stato a lungo un top 10. Sono molto soddisfatto del mio rendimento quest’oggi, anche mentale così come pe le variazioni del mio gioco. È stato un ottimo match per me e spero di poter continuare così”.
A. Murray b. K. Anderson 6-4 6-3 7-6 (Da Wimbledon, Laura Guidobaldi)
È vero, gli spettatori a Wimbledon sono impeccabili. Tuttavia, quando scende in campo il loro amato Andy, la tentazione di incoraggiarlo con pathos e trasporto è troppo forte e, allora, ecco che i “Come on Andy!” si sprecano con applausi molto più sonori e prolungati del solito. Beh, è normale. Resta il fatto che il bon ton è sempre un grande protagonista qui a Church Road e, anche il tifo più appassionato, rimane sempre molto “british”.
Dopo una precedente interruzione per pioggia e la conseguente, chiusura del tetto, ora questo è stato riaperto anche se le nuvole si stanno nuovamente addensando minacciose sul Centrale.
Per ora Andy è in totale controllo. Dopo aver breakkato Anderson sull’1-1, conduce 5-3 nel primo set, dopo 33 minuti di gioco
Lo scozzese spinge aggressivo, è concentrato e si muove molto bene.
Commette alcuni errori però, accompagnati sempre da un sospiro sconsolato del pubblico.
Il sudafricano, supportato sempre da un ottimo servizio, fa un passo in avanti sul 4-5. Kevin bombarda Murray da una parte all’altra del campo, in particolare con il suo bel rovescio bimane. Ma lo scozzese non è da meno con il servizio e piazza battute poderose.
Insomma, dopo 42 minuti di gioco, il detentore dei Championships 2013 intasca il primo parziale per 6-4.
E poi non si ferma più, almeno fino al 3-0.
È un vero crescendo per il n. 5 del mondo che, in pochi minuti, si aggiudica tre giochi.
Ma arriva un ospite alquanto sgradito sul Centrale. Giove Pluvio ha deciso infatti di fare un’altra capatina in quel di Wimbledon. Nuova interruzione e il tetto si richiude.
Alla ripresa del gioco, sembra proprio che la pausa non abbia fatto bene a Murray che si fa riprendere sul 3-3. Comunque è questione di un attimo. Lo scozzese risale in cattedra e, in men che non si dica, rimette le cose a posto e intasca anche il secondo parziale per 6-3.
Il sudafricano, n. 18 in classifica, cerca di sorprendere Andy, mantenendosi propositivo e affondando con i fondamentali. L’equilibrio caratterizza il terzo set con entrambi i giocatori che arrivano sul 5-5. Nel frattempo, in sala stampa, i giornalisti francesi, che stanno seguendo allo stesso tempo sui monitor il match dei Mondiali di calcio tra Francia e Nigeria, esplodono in un boato di gioia per il goal di Paul Pogba. E basterà, perché la Nigeria non riesce a pareggiare e i Bleus, capitanati da Didier Deschamps, accedono così ai quarti di finale.
Intanto Andy e Kevin approdano al tie-break. Kevin resiste e ottiene un setpoint portandosi in vantaggio 6 punti a 5. Andy lo annulla ed ora è lui ad avere il matchpoint. Alla fine, con un rovescio incrociato profondo e potente, lo scozzese chiude l’incontro per 6-4 6-3 7-6 per la gioia del pubblico che lo acclama con passione.
Ora Murray aspetta Dimitrov.
G. Dimitrov [11] b. L. Mayer 64 76(6) 62 (da Wimbledon, Roberto Salerno)
Croce e delizia dei suoi tifosi presenti e probabilmente futuri, Dimitrov continua ad alternare colpi spettacolari e remate da fondo campo degne del miglior (peggior?) Nadal. Vedere il bulgaro scambiare 10, 15, 20 colpi da fondo sull’erba contro Leonardo Mayer stringe un po’ il cuore a chi si è lanciato in paragoni forse un po’ troppo azzardati per mister Sharapov. Perché Dimitrov è talmente bello da vedere che giustamente verrà sempre e sempre criticato da chi cerca la reincarnazione dei mostri sacri del tennis e si dispera per via di tanta bellezza sprecata a raccogliere palline a 5 metri dalla linea di fondo. Tattica che potrà anche andar bene con Mayer – troppa la differenza tra i due perché il bulgaro potesse pagare le sue discutibili scelte tattiche – ma che già mercoledì contro Murray ci stupirebbe desse frutti particolarmente appetitosi. Di buono c’è che il ragazzo sembra non volersi accontentare, visto che in conferenza stampa ha detto che “il mio lavoro non è ancora finito”. Ma che contro uno che qui vince ormai da 17 partite di fila potrebbe non essere abbastanza. Della partita non c’è molto da dire, Dimitrov è stato in controllo dall’inizio – con un solo break che è bastato per portare a casa il primo set – alla fine, con un’interruzione per pioggia un po’ prima del tiebreak che però non ha creato troppa suspence. Vediamo se lo aspetterà un mercoledì da leoni o se Dimitrov, al cospetto del detentore del titolo, si ritrasformerà in un timido gattino.
[5] S. Wawrinka b. D. Istomin 63 63 64 (da Wimbledon, Roberto Salerno)
Dopo le polemiche dei giorni passati ci ha pensato Stan “The Man” a mettere tutti d’accordo, rimanendo in campo per meno di 90 minuti, giusto un allenamento agonistico. Troppo ampia la differenza con Denis Istomin, che è riuscito ad impensierire lo svizzero solo nel primo set, per impensierire più di tanto il vincitore degli Open d’Australia. L’unico dubbio poteva forse riguardare la possibilità che Wawrinka si stancasse o meno ma appunto anche quello è stato fugato rapidamente. A questo punto sembra un problema maggiore per Isner e Feliciano, che a metà pomeriggio sono ancora ametà del terzo set, che per lo svizzero.
Primo set in cui Wawrinka ha preso subito un consistente vantaggio strappando il servizio ad Istomin anche nell’ultimo game. Nonostante la buona resa al servizio (70% di punti con la prima) nei momenti in cui Wawrinka forzava per l’uzbeko non c’era scampo. Tutto molto regolare nei due set successivi in cui era sufficiente una sola palla break per set per portare Wawrinka agli ottavi di finale qui a WImbledon, per la prima volta dal 2009, quando venne sconfitto al termine di un gran match da Andy Murray. Stavolta ha la concreta possibilità di andare più avanti. Il derby con Federer è sempre più vicino.
(19) F. Lopez b. (9) J. Isner 6-7(8) 7-6(6) 7-6(3) 7-5 (Daniele Vallotto)
Sarà Feliciano Lopez l’avversario di Stanislas Wawrinka ed è un ottavo meritatissimo per lo spagnolo, davvero uno spettacolo quando gioca ispirato e su una superficie adatta al suo tennis. Riassumere il match è piuttosto facile perché si è trattata di una battaglia decisa da pochi, pochissimi punti. E d’altronde Lopez aveva già fatto capire nei turni precedenti, giocando quattro tie-break in sei set, come sarebbe andata. Isner, dal canto suo, ha ben retto per un set e mezzo e sembrava che l’americano potesse prima o poi sovrastare di potenza l’avversario. Invece, tornati dalla pausa per pioggia, l’americano non è riuscito a dare seguito all’ottimo primo set vinto naturalmente al tie-break seppur di un soffio. Nel secondo è stato necessario un altro tie-break e a vincerlo è stato Lopez che non ha sbagliato letteralmente nulla. E quando diciamo “letteralmente” intendiamo alla lettera: 17 vincenti e 0 errori gratuiti in tutto il secondo set. Isner si è salvato con un lob disperato che pareva uscire e ha recuperato il mini-break perso in apertura ma poco ha potuto sulla risposta profonda dello spagnolo. Il repertorio di Lopez ha fatto pian piano ammattire Isner, il quale, una volta persa la sicurezza del servizio, ha cominciato a patire i continui cambi di ritmo di Feliciano. Il terzo tie-break, in questo senso, ha praticamente emesso la sentenza sul match: Lopez è andato avanti di due mini-break, ne ha restituito uno ma alla fine ha chiuso al primo set point con un errore evitabile di Isner a rete. E saranno proprio gli errori a contare di più alla fine: Isner mette 25 vincenti in più ma commette 17 errori in più. Il saldo, apparentemente positivo, è però appesantito dal fatto che questi errori arrivano nei momenti cruciali. Errori che di solito Long John non fa. Lo scricchiolio del servizio si fa sempre più insistente nel quarto set e il terzo 0-30 consecutivo è il preludio al primo break dell’incontro. Isner ci mette del suo, col secondo doppio fallo del match, ma è bravissimo Lopez ad incrociare perfettamente il rovescio in top che infila Isner. 52 ace e 80 vincenti non sono bastati a Isner: Wawrinka è avvisato.