TENNIS – Davenport, Barrett, Bollettieri, Brown Grimes e Vandierendonck sono i nuovi ingressi della International Tennis Hall of Fame. Il 12 luglio presso la meravigliosa cornice del Newport Casino, si celebrerà la sessantesima cerimonia di incoronazione delle leggende del tennis. Ripercorriamone quindi la sua gloriosa storia, dalle origini sino ai giorni nostri, alternando anche alcune interessanti curiosità.
Lindsay Davenport, John Barrett, Nick Bollettieri, Jane Brown Grimes e Chantal Vandierendonck : questi i nomi che, a partire dal prossimo 12 luglio, andranno ad arricchire la già popolosa rappresentanza di personalità del tennis che – per illustri meriti – compongono la International Tennis Hall of Fame.
Lindsay “Giunone” Davenport è stata una delle protagoniste del tennis femminile tra la metà degli anni Novanta e la prima metà degli anni Duemila : n.1 per 98 settimane in singolare e regina anche nel doppio (ultima giocatrice a detenere entrambi gli scettri, peraltro simultaneamente), nel corso della sua carriera ha vinto 3 Slam in singolare (US Open ’98, Wimbledon ’99 e AO ’00) e 3 in doppio, l’oro olimpico nel 1996, il Masters WTA nel 1996, 1997, 1998 (doppio) e 1999 (singolare), per un totale di 55 titoli in singolo e 38 nella specialità di coppia. Celebre rimane il suo servizio, la potenza e precisione dei suoi colpi e la sua lucidità tattica.
John Barrett, poliedrico personaggio, da circa 60 anni è instancabilmente coinvolto nel mondo del tennis sotto diverse vesti : prima tennista e capitano di Davis (anni Cinquanta e Sessanta), poi imprenditore-manager, direttore di tornei, commentatore televisivo (1971-2006) e storico di rara brillantezza e saggezza. Chi ama il mondo e la storia del tennis non può non avere nella propria libreria “Wimbledon : the official History”.
Nick Bollettieri: senza dubbio il coach più influente negli ultimi trent’anni e più di storia del tennis. Grazie ai suoi insegnamenti, che hanno rivoluzionato il gioco moderno, numerosi tennisti e tenniste hanno raggiunto le vette della classifica mondiale, imponendosi anche in tornei dello Slam : Andre Agassi, Jim Courier, Monica Seles o Maria Sharapova, solo per ricordare i suoi migliori “prodotti”.
Jane Brown Grimes, manager statunitense, da più di 35 anni si occupa di gestione imprenditoriale sportiva, avendo ricoperto ruoli di rilievo all’interno della WTA, International Tennis Hall of Fame, USLTA, ITF e Fed Cup. Pochi vantano un curriculum manageriale come il suo nel mondo del tennis.
Chantal Vandierendonck è stata invece una delle pioniere del tennis su carrozzella (nonché una delle molte giocatrici olandesi ad imporsi in questo sport) ; campionessa del mondo ITF tre volte, vincitrice di 5 medaglie olimpiche, no.1 per 136 settimane in singolare e 107 in doppio, vinse sette U.S. Open tra il 1985 ed il 1993.
Ma veniamo alla storia dell’associazione. Fondata nel 1954 da Jimmy Van Alen (eminentissima personalità del mondo del tennis e ricordato per aver consegnato alle future generazioni il diabolico meccanismo del tie-break) presso la località di Newport (nel Rhode Island, negli USA), l’International Tennis Hall of Fame può a tutti gli effetti essere definita come l’ultima tappa destinata a coronare per sempre la carriera delle leggende di questo sport: senza voler esagerare, il tempio sacro della cultura tennistica, l’eterno museo dove gelosamente sono custodite le gesta di tutti i più grandi.
Nello stesso impianto, dal 1976, si celebra anche il celebre ATP di Newport su erba. Tra i pluri-vincitori si ricordano Vijay Amritraj (che inaugurò anche la prima edizione), Greg Rusedski, Fabrice Santoro, John Isner. Da appassionato, segnalo anche la vittoria del 1998 di un certo Leander Paes (unico trionfo in singolare).
Ma quali requisiti bisogna possedere per avere accesso a questo selettivo club di leggende ? Tre sono le categorie che consentono l’ingresso nell’Arca della gloria : Recent player, Master player e Contributor. Sono classificabili come Recent players tutti quei tennisti che, onde poter essere nominati, abbiano smesso definitivamente l’attività agonistica da almeno cinque anni e abbiano raggiunto significativi traguardi ai più alti livelli della disciplina ; Master players invece sono coloro i quali hanno abbandonato l’attività agonistica da almeno vent’anni, sempre dopo aver raggiunto i significativi risultati e traguardi di cui prima ; Contributors, infine, sono tutti coloro che, attraverso la propria attività professionale – sempre e comunque legata al mondo del tennis – hanno contribuito allo sviluppo, diffusione e popolarità del nostro sport (ergo, giornalisti e commentatori, allenatori, dirigenti e promoters, manager, etc…).
Una volta che l’International Tennis Hall of Fame abbia “preso in considerazione” candidati rientranti nelle suddette categorie, si procede alle votazioni di rito : per essere nominati quali Recent Players occorre il voto favorevole di almeno il 75 % dei componenti di una specifica commissione composta da selezionati esponenti della stampa e televisione tennistica mondiale ; per accedere quale Master player occorre il voto favorevole di almeno il 75 % di un comitato composto di Hall of Famers e altre personalità che abbiano spiccata conoscenza dello sport in questione e della sua storia ; per essere incoronati quali Contributors occorre sempre il voto favorevole dei 75 % dei membri del comitato che nomina i Master players.
Fino al 1974, solo “personalità” di nazionalità statunitense potevano essere introdotte nella Hall of Fame di Newport. Nel 1975, stante la crescente popolarità ed espansione mondiale del tennis, si decise di aprire le porte dell’immortalità tennistica anche a candidati non statunitensi : Fred Perry fu il primo “straniero” ad esservi ammesso, in quello stesso anno. Numerose sono le curiosità legate a questo indimenticabile evento :
- Stan Smith – vincitore di Wimbledon nel 1972 ed introdotto nel 1987 – è l’attuale presidente della Hall of Fame di Newport nonché massimo esponente dell’Enshrinee Nominating Committee.
- Gli Stati Uniti detengono il primato per il maggior numero di insigniti dell’onorificenza – ben 121 – seguiti a notevole distanza da Australia (25) e Gran Bretagna (24).
- La prima cerimonia di incoronazione si svolse nel 1955 : furono introdotti Oliver Campbell (vincitore degli U.S. Championships nel 1890, 1891 e 1892 ; fu il più giovane vincitore del torneo statunitense fino al 1990, quando Pete Sampras – esattamente un secolo dopo – batté il longevo primato), Joseph Clark, James Dwight, Richard “Dick” Sears (vincitore dello Slam americano nel periodo 1881-1887), Henry Slocum, Malcolm Whitman e Bob Wrenn. Clark fu l’unico dei protagonisti ad esservi introdotto da vivo !!!
- In sole due edizioni si è proceduto ad incoronare una sola persona : è successo nel 1988 (Evonne Goolagong) e nel 1995 (Chris Evert).
- Due soli italiani vi sono stati introdotti : Nicola Pietrangeli nel 1986 e Gianni Clerici nel 2006 (assieme a Patrick Rafter e, soprattutto, alla sua amata Gabriela Sabatini). Chi vi scrive si domanda umilmente : non sarebbe forse giusto riservare un tale onore anche ad Adriano Panatta ?
- Shirley Fry-Irvin (n. 1927) e Tony Trabert (n. 1930) – introdotti nel 1970 – sono i più anziani (in ordine di introduzione) ad essere ancora in vita.
- Gardnar Mulloy è invece il giocatore più longevo ad essere ancora in vita : il 22 novembre 2013 ha festeggiato lo stratosferico traguardo dei 100 anni !!!
- Tracy Austin – vincitrice degli U.S. Open nel 1979 e nel 1981, rispettivamente su Chris Evert e Martina Navratilova, e poi ritiratasi nel 1984 per ricorrenti problemi di sciatica – è la più giovane persona ad essere mai stata introdotta : nel 1992, anno dell’incoronazione, aveva solo 29 anni.
- Non esistono nominati il cui cognome inizi per I (chissà, Ivanisevic ?), U, X e Y.
- L’edizione più “prolifica” è stata quella del 2006 (ben 10 incoronazioni) : furono introdotti Gianni Clerici, Arthur Gore, Marion Jones Farquhar, Karel Kozeluh, Herbert Lawford, Simone Mathieu, Hans Nusslein, Pat Rafter, Gabriela Sabatini e Nancye Wynne Bolton.
- Gustavo V di Svezia (re dal 1907 al 1950) è l’unico membro di sangue reale ad aver ricevuto il privilegio di far parte della Hall of Fame : venne introdotto nel 1980 (trent’anni dopo la sua morte) per il suo importante contributo allo sviluppo del tennis. Fu infatti fondatore del primo circolo tennistico svedese, dopo essersi appassionato al gioco durante una gita in Gran Bretagna nel 1878 e, nel 1936, diede vita ad una competizione europea a squadre, il cosiddetto King’s Club.
- Solo due coppie di coniugi fanno parte della International Tennis Hall of Fame : Andre Agassi (2011*) e Steffi Graf (2004*), John Barrett (tecnicamente verrà introdotto il 12 luglio) e Angela Mortimer (1993*), vincitrice di Wimbledon nel 1961.
Daniele Camoni
* anno di introduzione nella Hall of Fame di Newport