TENNIS US OPEN INTERVISTE – Primo turno Us Open. Kyrgios batte 75 76 26 76 Youzhny e avanza in tabellone. L’intervista a Kyrgios del dopo partita.
Sei uscito dal match molto bene oggi. Vorrei sapere cosa hai provato giocando, come avete combattuto e come sei arrivato alla vittoria.
Innanzitutto è stato un match molto duro con Youzhny, l’anno scorso ha raggiunto qui i quarti e in generale ha sempre giocato bene. Sapevo che avrei dovuto chiedere tanto al servizio e son riuscito a colpire 26 ace, sono ottimi dati. Mi sono sentito un po’ in difficoltà dopo due ore e mezza di lotta, ma sapevo che se avessi tenuto duro, la partita sarebbe girata nuovamente e io avrei potuto esprimere un miglior tennis, come è successo appunto nel quarto set.
Avete giocato molti scambi durante la partita.
Sappiamo tutti che è molto solido da fondo, è una delle sue doti ed è anche bravo a variare il gioco con lo slice. Comunque oggi ho colpito bene con il dritto, ne sono felice.
Credi che ci possa essere un migliore inizio di torneo come il tuo? Hai giocato un match duro già al primo turno e ne sei uscito vittorioso. Credi di poter costruire già da ora un’ottima base per queste due settimane, magari per la fine del torneo?
Certamente è stato un match che mi ha dato molta fiducia. Dovevo dimenticare Cincinnati. Giocare un primo turno del genere, con un avversario sempre pericoloso, è assolutamente un’iniezione di fiducia!
Nel terzo set sembrava che tu cercassi di sconfiggere un muro, ci puoi dire qualcosa a riguardo?
All’inizio del terzo set ha iniziato a giocare veramente bene e se pensi che sarà un match al quinto, ti senti un po’ fiacco, svuotato. E’ stato molto importante chiudere in quattro set.
Come va con il braccio?
Sentivo dolore, ma devo accettare il fatto che non migliorerà tanto presto. Devo cercare di pensare ad andare avanti come ho fatto verso la fine del quarto set.
Eri consapevole del fatto che un solo warning ti sarebbe costato la perdita del game?
Sì.
E’ stato quello l’ultimo, all’inizio del quarto set? L’ultimo warning che hai preso, il terzo all’inizio del quarto set?
Non riesco nemmeno a ricordare.
Ti sentivi frustrato? Hai detto l’altro giorno che sentivi il peso delle aspettative.
E’ stato proprio un brutto momento, non riuscivo a giocare bene. Ho avvertito tutta la pressione e ho cercato di liberarmene, spero di controllarmi la prossima volta.
Come sono cambiate le cose dopo Wimbledon? Parlaci delle tue aspettative e della pressione che senti in questi tornei.
Cerco di ottenete sempre il meglio da me stesso, soprattutto in questi tornei; però devo capire che sono ancora giovane e che devo fare molta esperienza e quindi devo restare calmo e con i piedi per terra. Credo però che sia molto importante, avere questo tipo di ambizioni.
Credi che il tuo tipo di gioco sia adatto al tuo prossimo avversario, Seppi?
So che è solido sia con il diritto che con il rovescio e ha anche un buon servizio quindi dovrò cercare di essere aggressivo prendendo l’iniziativa. Sarà interessante e allo stesso tempo divertente.
Sei il numero 60 della classifica ATP e Seppi ti precede di qualche posizione in classifica. Senti di poter raggiungere piazzamenti migliori?
Sì assolutamente.
Cosa pensi di tutto il tifo a tuo favore durante il match?
Mi rende veramente felice ed orgoglioso, è musica per le mie orecchie. Il pubblico mi ha veramente aiutato nel quarto set, ho sentito il calore dei tifosi. Mi sentivo quasi saturo, fiacco, ma grazie a loro ho trovato nuova energia. E’ molto importante avere o portare il pubblico dalla tua parte, magari con l’auto incitamento. Tutto ciò ha aiutato il mio gioco.
Quando in campo senti di non avere energie, poche sensazioni positive… pensi che tutto il tifo aiuti a ritrovare la motivazione?
Onestamente ti aiuta tantissimo, ti mantiene concentrato sul tuo gioco e quando ti senti appena un po’ più in fiducia inizi a mostrare anche un tennis migliore. Devo tanto al pubblico.
Puoi condividere con noi magari il primo ricordo che hai a proposito degli US Open? Quando da ragazzino hai desiderato di giocare un match qui?
Onestamente non ho tanti ricordi, ad esempio stamattina ho visto Federer e Hewitt ed è praticamente l’unica cosa che mi viene in mente. (risata) Senti di aver fatto un passo importante con questo match? Speri di arrivare in fondo al tabellone? Non intendo pensare a nulla se non al mio match con Seppi, è un giocatore di qualità e sarà una partita dura. Certamente battere una testa di serie è molto importante, ma adesso mi devo concentrare sul prossimo match.
Credi che i tuoi sfoghi in campo ti aiutino in qualche modo?
Solo alcune volte, ma certamente non la maggior parte.
Hai sempre avuto questi sfoghi durante la tua carriera oppure succede solo perché stai giocando con i migliori giocatori e vuoi dare il meglio?
Soprattutto succede perché sento di dover giocare il mio miglior tennis. Sono un giocatore molto emotivo, ma spero di poter gestire tutto nel migliore dei modi nel prosieguo della mia carriera. Ci sto lavorando, ma è qualcosa che c’è sempre stato.
Ne parli con il tuo team?
Sì, spesso.
Consideriamo l’anno, hai giocato il tuo primissimo US Open da qualificato e ora sei qui dopo aver disputato i quarti di finale a Wimbledon; consideriamo anche tutte le aspettative in te riposte. In questi 365 giorni come ti senti cambiato? E’ stato un anno molto duro.
E’ successo tutto molto velocemente e mi sento ancora molto emozionato, un po’ scombussolato, ma allo stesso tempo sono stupito di quanto in fretta sia successo. L’anno scorso giocai le qualificazioni, come hai detto, e onestamente non pensavo di farcela, ma come puoi immaginare non c’erano grandi aspettative riposte in me. Qualificato l’anno scorso e l’anno dopo, ora, vinco match del tabellone principale di uno Slam. Sono decisamente soddisfatto!
Ti piace l’atmosfera qui?
Sì, è fantastica! Spero non mi biasimino a Melbourne, ma è il mio Slam preferito! (risata)
Come sono cambiate le cose nella vita di tutti i giorni? Ti riconoscono ormai vero?
Sì.
Come stai affrontando questo tipo di cose?
In Australia è tutto abbastanza frenetico perché mi alleno a Melbourne. La stessa cosa anche a Canberra. In pratica ormai sei conosciuto da gran parte del circuito, specialmente in questi tornei… credo sia una cosa a cui ci si deve abituare.
E’ proprio questo l’aspetto che preferisci? Cosa ne pensi?
Onestamente non ne sono sicuro. Riguarda anche un po’ la mia personalità. Mi piace girare per le strade, ambientarmi ed allo stesso tempo amo l’atmosfera dei campi da tennis. Sembra tutto molto eccitante e vedi sempre così tanti appassionati di tennis; ad esempio giocando oggi con Youzhny è stato tutto incredibile. Magari non avrò lo stesso tifo al French Open o in altri tornei. Amo veramente il pubblico, la folla e quando stai per entrare in campo provi emozioni incredibili.