TENNIS US OPEN – Grande impresa di Sara che rimonta Venus Williams da 3-5 nel terzo set. Il tifo del pubblico non la sconvolge.
E ora con la Lucic, vittoriosa sulla Halep, le chances di raggiungere i quarti e oltre sono consistenti
Sara Errani dopo il successo al secondo turno:
Voglio vedere adesso chi si permetterà di criticare ancora Sara Errani. Il suo tennis può non piacere agli snob, ma la ragazza ha quei cosiddetti attributi che gran parte dei suoi colleghi maschi non hanno.
Da Venus Williams aveva patito solo severissime lezioni, mai aveva fatto 6 games. Sara non si nascondeva la difficoltà del suo compito, se ascoltate il suo audio post vittoria su Rodionova: “Venus è così alta (25 centimetri di più!) che le mie palle liftate le arrivano all’altezza giusta perché ci si appoggia sopra e ci gioca dei vincenti! Dovrò muoverla parecchio, se ci riesco e cercare di venire avanti; perché il suo servizio e la sua risposta la fanno partire avvantaggiata nello scambio”.
Non è stato tanto il 6-0 iniziale, troppo inverosimile per essere vero, ma la reazione al 6-0 subito nel secondo set che non poteva non ricordarle le lezioni subite nelle precedenti tra sfide.
Prima è salita sul 3-2 30 a 0 poi – dopo l’opportunità perduta per salire 4-2, quando ha sbagliato un lob non impossibile (oggi li ha sbagliati tutti, forse i tre metri d’altezza di Venus con braccio e racchetta l’hanno spinta a cercare pallonetti esagerati) – è stata ancora più forte di nervi a reagire sul 3-5 (tre volte a due punti dalla sconfitta), e riportarsi invece sul 5 pari con una grinta incredibile e sebbene tutto l’Arthur Ashe Stadium le tifasse contro.
Si dirà che Venus ha sbagliato tanto, 52 errori sono tanti, ma Sara l’ha aiutata tantissimo a sbagliare. L’ha aggredita sulla seconda palla di servizio né più né meno di quanto Venus cercava di farlo sulla sua battuta. E 18 punti vincenti di Sara, incluso il cross di dritto anticipato in contropiede sul match-point, sono tanta roba davvero per una tennista abituata a giocare di regolarità e più di rimessa: 8 di dritto e 4 di rovescio. Gli altri addirittura con il servizio.
Non hanno funzionato i lob, le smorzate (eppure ha avuto il coraggio di giocarne una decisiva nel tiebreak sul 5 pari: li ci vogliono le palle, scusate il francese!) e i passanti. Ma la scelta di tempo dei suoi attacchi è stata straordinaria, così come le sue volée, 11 vincenti su 14. Compresi i due corpo a corpo a seguito di drop-shot che hanno umiliato Venus.
E’ stata una partita strana come quella che Venus perse con Kim Cljisters 6-4 al terzo qui nel 2009: anche quella volta ci fu un incredibile scambio di 6-0 nei primi due set, il primo per la belga, il secondo per Venus. Che finì, come detto, per soccombere al terzo con mamma Clijsters al rientro. Sara tocchi ferro, ma Kim dopo aver battuto Venus vinse il torneo, in semifinale contro Serena (che offese pesantemente la giudice di linea asiatica, minacciandola di cacciarle una palla in bocca) e in finale contro la Wozniacki.
Sara ha vinto al tie-break finale. In teoria nel tie-break dovrebbe essere avvantaggiato chi ha il servizio migliore, oppure, come in questo caso, chi ha i nervi più saldi.
Venus ha sbagliato ben 4 rovesci nei primi sette punti, tuttavia le due ragazze sono arrivati sul 5 pari dopo il 5-2 a favore di Sara e una smorzata mal giocata da Sara. La gente gridava “Venus! Venus!” disturbando pesantemente Sara nel momento in cui serviva, ma proprio sul 5 pari Sara andava a rete vincendo uno scambio corpo a corpo straordinario dopo essersi salvata con una demi-volée difficilissima. Uno scambio stupendo come quello che aveva preceduto il punto del 2-1, da standing ovation.
Venus ha sì sbagliato tanto ma anche in una cattiva giornata è stata capace di mettere a segno 39 vincenti contro una “riprenditutto” come la Errani. Non sono tante, vi assicuro, capaci di farlo. Sara è stata costretta a strafare in certi momenti, per questo ha commesso 25 errori. “Non avevo forse mai aggredito così, ma con Venus era l’unica strada. Mi ricorderò sempre quest’atmosfera, come gridava la gente” avrebbe detto Sara, felice come una Pasqua, anche per aver smentito Darren Cahill e Brad Gilbert che in mattinata avevano lanciato il tweet della loro presentazione televisiva del match, nel corso della quale avevano detto “Con il servizio di Sara Errani per Venus sarà una passeggiata, è un match da 6-2,6-2”.
Per l’appunto l’intervista sul campo subito dopo il match a Sara l’ha fatta proprio Brad Gilbert!
A questo punto la cronaca dei primi due set ha forse poco senso, ma due 6-0 dall’esito opposto dicono quanto possa essere complicato il tennis. Quanto contino i nervi e quanto sia facile che una partita cambi volto. E anche quanto poco basti a cambiare il nome del vincitore: “Due settimane fa a New Haven ho vinto 7-6 al terzo (con la Wickmayer) e poi il giorno dopo ho perso 7-6 al terzo (con la Lisicki). Nel tennis non sai mai cosa può accadere”.
Nei giorni scorsi a chi chiedeva se questa Sara fosse di nuovo quella vincente di qualche tempo fa lei aveva risposto: “Sarà banale ma ogni match comincia da zero e un giorno puoi giocare benissimo e il giorno dopo malissimo”.
Beh, oggi che abbiamo visto tre match in uno il discorso di Sara è ancor meno banale, no?
Ero andato per curiosità a fare una piccola ricerchina sui 7-6 al terzo vinti o persi da Sara quest’anno, prima ancora dell’intervista di Sara che potete ascoltare in audio, ricordando quei due tiebreak finali di New Haven di cui avrebbe parlato. E mi sono sorpreso nel trovare che per l’appunto il primo match vinto da Sara quest’anno, con la Saisai Zhemh a Shenzen, era stato proprio per 7-6 al terzo. E già che c’ero ho visto i suoi tiebreak…: vinto anche quello con la Pironkova a Sydney, due su due con la Cornet a Parigi, due su due con la Peng a Charleston, uno perso con la Suarez Navarro (però poi costretta al ritiro nel terzo a Stoccarda), uno con la Cetkovska a Roma, uno con la Jankovic al Roland Garros, uno con la Davis a Eastbourne, uno con la Garcia a Wimbledon, uno con la Rogers a Bad Gastein, prima dei due ricordati con esito opposto a New Haven.
Ma insomma, quel che uno magari non si aspetta è che una tennista con l’handicap del servizio che ha Sara, vinca tutti questi tiebreak, questi punti che valgono il doppio.
Come detto i primi due set sono stati fotocopie, ma alla rovescia.
Nel primo Sara ha perso soltanto 13 punti, 5 sul proprio servizio e 8 sui tre games di battuta di Venus. Set durato 27 minuti, mentre noi giornalisti italiani in tribuna ci stropicciavamo gli occhi increduli, ripensando alle batoste che aveva subito Sara nelle tre sfide a Venus.
E’ vero che Venus sbagliava di metri le prime di servizio (solo 7 prime su 23 punti, il 30 per cento appena!), ma Sara si preoccupava di mettere sempre la prima: 16 su 18! Mica male.
“Volevo evitare troppe sue risposte vincenti e ci sono riuscita”. Ne ha messe 69 su 80, insomma ha giocato soltanto 11 seconde palle. E le ha quasi sempre giocate lunghe, con molto kick anche se non con grande velocità.
Ma nei primi games del secondo set Sara si è un po’ deconcentrata e ha rimesso in corsa Venus che non chiedeva altro. Venus ha cominciato a giocare bene da metà secondo set in poi, ma nei primi games è stata aiutata da Sara che lo avrebbe ammesso con grande lucidità “Ho avuto un calo fisico e mentale”.
Così il secondo set ha visto Venus imporsi con l’identico punteggio ma in 28 minuti (uno in più di quanti ne erano serviti a Sara).
Nel primo set Sara aveva fatto 28 punti e perso 13, nel secondo Venus ne ha fatti anche lei 28 e persi 15.
Insomma Sara aveva fatto due punti in più ma non contava nulla.
Nel terzo Sara è stata avanti due volte di un break, ma in quel set i break sarebbero stati ben sei. Come dicevo sopra Sara poteva scappare via sul 3-2 30-0, ma una volta sotto 5-3 la storia sembrava finita.
Non era così, perché Sara lottava come sempre fino all’ultimo respiro e anche perché Venus con un bel po’ di errori nelle fasi finali, in cui risultava più nervosa del solito, contribuiva.
Adesso per Sara c’è Mirjana Lucic che 15 anni dopo aver raggiunto le semifinali di Wimbledon si ritrova – battuta Muguruza, Peer e Halep – negli ottavi di finale in uno Slam dopo essere passata, quale n.121, dalle qualificazioni.
Mirjana, dalla storia incredibilmente drammatica, piangeva quando diceva: “E’ il più bel giorno della mia vita. Quando feci quell’exploit a Wimbledon ero giovane, era una cosa molto eccitante ma al tempo stesso quasi normale. Mi sembrava un progresso naturale. Adesso, a 32 anni, ogni vittoria è stupefacente. Mi rendo conto che sembro una piccola bambina. Non ho giocato per anni…”
Ma su di lei avremo modo di tornare. Oggi dobbiamo soprattutto celebrare il grande exploit di Sara Errani.