TENNIS US OPEN – Incontro di terzo turno. M.Lucic-Baroni batte S.Halep 7-6(6) 6-2. L’intervista del dopo partita.
E’ bello averti di nuovo in questa stanza.
Grazie davvero. E’ passato un po’ di tempo.
Parlaci di cosa si prova ad eliminare la numero 2 del seeding. E’ un grande risultato.
E’ incredibile. Sono stata finalmente capace di giocare il tennis che amo giocare. Essere aggressiva e solida al tempo stesso. Sto giocando sempre meglio. E oggi è stato contro una delle giocatrici più forti del mondo. Mi aspettavo un match durissimo. Non ho pensato a nulla eccetto la tattica ed il modo in cui mi ero immaginata di giocare. E sono stata capace di farlo: incredibile.
Guardando a come stavi giocando fino alle qualificazioni, non c’erano molte possibilità di immaginare che saresti arrivata sino a qui, facendo quello che hai fatto. Cosa è successo nel frattempo?
Fino a quando i risultati non arrivano nessuno sa quanto duramente stai lavorando, nessuno sa cosa stai facendo. Ho sempre dovuto combattere con gli infortuni. Ho cominciato a giocare meglio a Doha. E ora, finalmente, i risultati stanno arrivando. Sì, è una grande soddisfazione.
Di quali infortuni si tratta?
A Doha, la mia schiena si è bloccata. Un dolore pazzesco. Non ho potuto finire l’incontro. Poi ad Indian Wells ho avuto un’ernia del disco, che è stata molto problematica per la spalla. Prima di Wimbledon non sono riuscita a giocare per una settimana. Una cosa dopo l’altra e, dopo Wimbledon, non ho potuto giocare per tre settimane.
Lo so che è difficile, ma se dovessi riassumere la tua vicenda personale fino a questo punto, come la racconteresti?
Non è una domanda facile…
Lo so.
Sono un po’ emozionata adesso. Scusate [lacrime]. E’ stata davvero dura. Dopo così tanti anni essere di nuovo qui è incredibile. Lo volevo così tanto. Sono così felice.
E’ stato difficile controllare le tue emozioni quando servivi per il match?
E’ stato molto facile. E’ adesso che è difficile [riso]. Sapevo che potevo farlo, e sono riuscita a farlo. E appena dopo è stata…molto più dura. Parlarne è molto più difficile. E’ sorprendente essere qui…è passato così tanto tempo.
Sono passati 15 anni da quando raggiungesti la seconda settimana di uno slam. Non è poi tanto…
Vero? Mi piace il fatto che abbia 32 anni e sia ancora qui. Dopo così tante partite mi sento in forma. Ho ancora qualche anno prima di raggiungere Kimiko, quindi va bene!
Questo è stato il giorno più bello della tua vita?
Il giorno più bello della mia vita. Sì, sicuramente.
Con due aces negli ultimi due punti.
Bellissimo. Ne avevo bisogno. Dicevo: “OK, serve un ace. Serve un ace”. Ed è successo.
Vedendo una teenager che ha subito successo e magari lo ritiene scontato, come è successo forse anche a te, cosa ti sentiresti di dire a questa ragazza, le consiglieresti di assaporarlo di più?
Tutti sono molto esigenti con loro stessi. Allenatori ed agenti vogliono più successi, sempre. Specialmente le ragazze giovani possono non aver ancora realizzato che sono poco più che bambine, e devono volere migliorarsi. Infatti, quando ascolti i grandi campioni, anche quando perdono parlano di lavorare duramente, e migliorare, e godersi i momenti. Molto dipende dalle persone che sono intorno a te. E’ importante tenere i piedi per terra. Questa, penso, sia la cosa più importante.