TENNIS US OPEN – Le donne italiane vincono, ieri Errani oggi Pennetta, mentre gli uomini, more solito, sono tutti fuori e il nostro n.1 fa discutere soltanto per il brutto modo in cui perde e si arrende già a metà del secondo set. Robredo nella notte italiana rimonta anche Kyrgios, la Bouchard soffre contro la Strycova.
Anche Flavia Pennetta oggi, come lui ieri, dice a proposito del fidanzato del quale evita di solito accuratamente di parlare: “E’ sempre tennis, non è un dramma” e non le si può dar torto. Così come Flavia ha ragione quando – accennando all’importanza per un tennista di avere un buon psicologo al proprio fianco, considerando il fatto che indubbiamente nel tennis la testa, il mentale, contano quanto un bel rovescio – dice: “O ti incazzi o ti sopporti quando le cose vanno male. Oggi a me il dritto all’inizio non andava proprio, mi pareva semrpe di toccare la palla due volte, talmente la prendevo poco piena”.
Evidentemente lei ha saputo…sopportare. Il suo “novio” venerdì contro il mediocre Mannarino invece…si è incazzato e basta. Magari Flavia, che dello psicologo si è servita ma ora da un annetto non ce l’ha più, potrebbe passarglielo.
Mentre non sembra proprio aver bisogno dello psicologo la “guerriera” Sara Errani, che oggi gioca alle 17 italiane sul centrale contro Mirjana Lucic, n.121 una partita nelle “insidiose” vesti di gran favorita. Quindi con le consuete difficoltà psicologiche – per rimanere nel tema – che comporta l’affrontare un’avversaria che non ha nulla da perdere.
Si troverà nella stessa situazione domani Flavia Pennetta contro l’australiana dell’Ovest (Perth) di chiare origini italiane Dellacqua, che a parte due ottavi di finale raggiunti nello Slam di casa (2008 e 2012) non è mai andata così avanti altrove in singolare.
Flavia ha come Sara ottime chances di raggiungere i quarti e se questo succedesse questa sarebbe la seconda volta in tre anni che due ragazze italiane arrivano contemporaneamente nei quarti di uno Slam. Nel 2012 era accaduto ad Errani e Vinci con Sara che vinse il derby. In questo caso non ci sarebbe di sicuro derby (altro che in finale eventualmente…) perché Sara andrebbe a sbattere contro la vincente del macth clou di oggi, Sharapova-Wozniacki, mentre Flavia finirebbe nelle fauci di Serenona…a meno che la Kanepi, non contenta di aver eliminato Stosur e Suarez Navarro, non si fermi lì.
Coloro che hanno la pazienza di leggermi penseranno che sono forse diventato o un super-patriota oppure uno spasimante del tennis femminile.
Hanno un po’ ragione i primi perché per i tennisti italiani ho sempre fatto un gran tifo e non solo per motivi professionali e di interesse.
Non ce l’hanno i secondi perché sebbene il tennis femminile abbia il vantaggio di essere più imprevedibile, perché quasi ogni game può essere vinto tanto da chi batte che da chi risponde, e anche una partita in cui una giocatrice vince 5-0 può concludersi con la vittoria dell’avversaria, la qualità tecnica di un match maschile è certamente superiore.
Però, mentre una volta era nel tennis femminile che si avvertiva la presenza di un notevole gap fra le prime della classe e le altre, motivo per cui le gerarchie venivano quasi sempre rispettate, oggi accade il contrario.
Fra gli uomini vincono quasi sempre i favoriti, salvo rare eccezioni, le teste di serie che rotolano sono di secondo piano, la n.11 Gulbis, la n.15 Fognini, ma gli altri sono tutti lì, ancora in corsa.
Fra le donne è tutto l’anno che le prime teste di serie inciampano. E’ inciampata Serena, solo teoricamente la più forte se è vero che quest’anno ha perso 3 Slam su 3 ed è rimasta ancorata al n.17, lo stesso numero “maledetto” che ha “bloccato” fin qui Roger Federer, come lei il più anziano dei protagonisti superstiti all’US open.
“No, 17 non è un numero così brutto, è sempre meglio di 16!” ha esclamato una Serena sarcastica quando le hanno chiesto se fosse soddisfatta di essere approdata per la prima volta alla seconda settimana di uno Slam 2014 (Ivanovic, Muguruza e Cornet le sue giustiziere in ordine di Slam…ma la domanda era mal posta perchè in realtà con la Ivanovic in Australia Serena perse negli ottavi):
“Non ci posso credere di trovarmi nella seconda settimana. E’ come un sogno che si realizza a questo punto, non posso crederci!” ha esclamato sorridendo mentre sciommiottava quel che dicono di solito le “newcomers”.
Dovrei scrivere, se volessi scrivere di uomini, della straripante superiorità che sta dimostrando Novak Djokovic? Ha giocato tre partite e, leggendole di seguito, ha vinto 61 62 64 61 63 60 63 62 62 . Di certo Nole in queste partite non si è mai distratto.
Che mi invento su punteggi come questi? Schwartzmann era scarsuccio e poco convinto, Mathieu non è un fenomeno ma non è uno che ceda il servizio gratis, di solito, infine Querrey è uno che è stato top-20 anche se oggi è soltanto n.57.
Si può dire tutto e il contrario di tutto in questi casi. Che sta dominando, anche psicologicamente, in maniera così netta i suoi avversari che è sempre di più il grande favorito del torneo. Oppure, a contrario, che ha vinto così tanto facilmente che al primo ostacolo davvero serio, un Nole che aveva giocato così male nei due Masters 1000 che hanno preceduto l’US Open, in Canada e a Cincinnati, potrebbe inciampare in un avversario tosto.
A sensazione avrei detto che Isner avrebbe potuto essere più pericoloso per lui che non invece Kohlschreiber che chiaramente con Isner ha un fatto personale qui, altrimenti non lo avrebbe messo k.o. Per tre anni di fila.
Ogni giocatore ha le sue bestie nere, a Isner non è il caso di chiedere quale sia la sua. Con il tedesco Djokovic ha perso una sola volta su 5, con il gigante americano 2 volte su 7, ma ad esempio ricordo che quando vinse in Coppa Davis gli servirono cinque set.
Isner ha perso il suo match in quattro set, per via di tre tiebreak tutti perduti nei quali Kohlscreiber ha perduto un solo punto sul proprio servizio. Lui che batteva bene o Isner che rispondeva male se è stato capace di conquistare un solo minibreak? Tutte e due le cose. Certo è che Isner ha perduto un match nel quale non ha mai ceduto il servizio. E nel quale ha fatto inutilmente 42 aces. Così ha ricordato ai più anziani la vicenda della semifinale di Wimbledon ’91. Stefan Edberg la perse con Michael Stich (che due giorni dopo avrebbe sorpreso il gran favorito Boris Becker) senza perdere mai il servizio: 4-6,7-6(5)7-6 (5)7-6 (2).Fu la prima volta che si verificò un simile episodio. Questa volta Isner può però aggiungere alla sua vicenda un dettaglio in più: non aveva fin qui mai perso il servizio in tutto il torneo! Ed è stato per la terza volta quest’anno l’ultimo degli americani in gara ad arrendersi.
Raonic ha fatto l’opposto di Isner, ha giocato tre tiebreak e li ha vinti tutti e tre contro il beniamino di tutti, non solo gli spettatori caraibici. In sala stampa, tranne che per i canadesi, non c’era un giornalista che non facesse il tifo per Victor Estrella Burgos. E quando ha servito per il terzo set ad ogni breakpoint che annullava, dallo 0-40 sul 5-4 per lui, c’erano piccole esplosioni di entusiasmo. Ne ha annullati tre, ma non quattro. Peccato.
Al di là della rivelazione del personaggio Estrella Burgos, incredibile corridore, piccolo ed agile come un leprotto, lo score rivela però le carenze di Raonic: grande servizio ma poco di più in giornate come queste. Come c’era uno scambio lo perdeva.
Comode le vittorie di Murray (4 set) e di Nishikori che sembrava incerto se partecipare al torneo una settimana fa, ma ha avuto modo e tempo per recuperare, a giudicare dai risultati visto che non ha ancora perso un set.
Ma meno fatica di tutti ha fatto Wawrinka: il suo avversario, Kavcic, non si è presentato.
Negli ottavi Wawrinka troverà “Diesel” Robredo, lo spagnolo dalla partenze lente e dalle grandi rimonte, l’hidalgo che non molla mai e che difficilmente perde da chi deve battere. Robredo, 32 anni, ha tenuto alta la bandiera della vecchia guardia battendo in 4 set – non senza aver perso il primo – il diciannovenne bombardiere australiano Kyrgios. Kyrgios come Isner ha sparato veri cannon-balls di servizio, anche a 134 miglia orarie, ma non è bastato perché Robredo non gli ha regalato niente: in oltre 2 ore di gioco ha commesso soltanto 15 errori gratuiti. Il duello Wawrinka-Robredo è tutt’altro che scontato se si considera che lo spagnolo ha vinto 6 sfide su 8 con lo svizzero che ha vinto l’open d’Australia e Montecarlo ma poi è stato molto discontinuo. Robredo, che aveva saltato quasi tutto il 2012 per un infortunio, nel 2013 aveva raggiunto due volte i quarti di finale. Lo scorso anno sorprese qui per la prima volta Roger Federer che lo aveva battuto in 10 precedenti occasioni.Chi vince potrebbe trovare nei quarti Raonic. Prima della vittoria di Robredo la canadese Bouchard aveva sofferto non poco con la ceca Zahlavova Strycova che tutti in sala stampa odiano per via di questo insopportabile e non facilmente pronunciabile doppio cognome. La Bouchard ce l’ha tolta di torno avendola battuta 6-2,6-7,6-2
Oggi grande attesa, almeno per noi ma non per il pubblico statunitense visto che gli organizzatori la mettono in campo di nuovo nel primo mattino (11 americane 17 italiane), per Sara Errani contrro Mirjana Lucic. Francamente credo che a dispetto dei recenti ottimi risultati della trentaduenne tennista croata, Sara sia favorita. Non mi pare che la Lucic abbia sufficiente varietà e regolarità per imporsi, anche se sotto il profilo della forza e della pesantezza di palla è certamente più dotata di Sara.
Il Match del giorno però sarà probabilmente Sharapova-Wozniacki, con la danese che aveva vinto l’ultima sfida negli Slam qui nel 2010, in ottavi. E l’avrebbe ribattuta anche a Indian Wells nel 2011, quando però Maria aveva seri problemi alla spalla. Un anno fa la Wozniacki perse qui da Camila Giorgi che giocò una delle sue migliori partite di sempre. Ma la Wozniacki di adesso sembra decidamente più centrata, anche se non forse quando era n.1 del mondo. La Sharapova ha vinto 5 Slam e la Wozniacki nessuno, quindi è difficile non pronosticare Maria vincente sebbene nel corso del torneo non abbia fatto faville..