TENNIS DA RIDERE – Si entra nella seconda settimana a Flushing Meadow. In questa puntata: la raccolta delle stelle alpine, i sogni profetici di Roger, la maratona della Wozniacki. Il tutto in attesa del 3 su 5.
Si entra nella seconda settimana di gioco a Flushing Meadows, completato il quadro del terzo turno con la prima grande sorpresa nel tabellone maschile, l’eliminazione della testa di serie numero 4 David Ferrer ad opera di Gilles Simon.
E’ stato senza dubbio il match del giorno per pathos, qualità tecniche dei giocatori in campo e hot shot come se piovessero. Interessante il confronto di stili fra un Ferrer offensivo e dal gioco tutto di controbalzo e un Simon che ha provato a metterlo in crisi con le sue variazioni ed alcuni lob liftati cui l’i(per)berico ha spesso replicato con tweener all’incrocio delle righe.
Sia Ferrer che Simon hanno chiuso l’incontro con un 100% di punti ottenuti a rete (1 su 1) in uno stadio purtroppo disertato dagli spettatori a causa della pioggia, che sarebbe giunta da lì a qualche ora.
Roger Federer ha finito per giocare il suo match principalmente in sessione serale nonostante fosse programmato per il pomeriggio, a causa appunto della pioggia. Dopo un primo set soporifero ha azionato il turbo dei giorni migliori e ha schiantato Granollers con un triplo 6-1.
In conferenza stampa ha poi reso noto di aver fatto poco prima del match un sogno strano: “Ho sognato che Granollers mi stava uccidendo, poi è giunto un tuono”. Il campione svizzero si dimostra così anche profeta. La testimonianza di Federer è corroborata da altri accadimenti: quando Granollers ha chiuso il primo set i teloni dell’Arthur Ashe si sono squarciati dall’alto verso il basso, in cielo si son fatte tenebre, ma dopo 3 set la resurrezione tennistica è avvenuta. Il sito ufficiale della smorfia napoletana ha già cambiato la definizione del numero 33 in “Gli anni di Roger”.
Mettendo da parte la mistica, lo svizzero pare davvero in forma e oggi dal secondo set ha espresso un tennis che avrebbe messo in crisi persino Chuck Norris. Negli ottavi avrà Bautista Agut; il maggiordomo del Castellon pare aver recepito la nota polemica della federazione tennistica spagnola, che lo aveva redarguito nei mesi passati per “gioco troppo vario e indecoroso dei costumi e della tradizione del tennis iberico” e si è messo a pedalare da fondo campo in conformità allo stile dei suoi connazionali lasciando Almagro solo a piangersi sul rovescio ad una mano.
Nel derby francese infine a Gasquet non è bastata la proverbiale tigna per avere ragione di Gael Monfils. Il pagliaccio d’oltralpe se la vedrà con Dimitrov, bravo a recuperare Goffin dopo un bagel iniziale. La parte bassa del tabellone vede avanzare oltre a Federer e “il nuovo Federer” anche “il nuovo nuovo Federer”, ovvero Thiem che ha disposto di Lopez in tre sets. Il giovane austriaco è la sorpresa maschile tanto quando la svizzera Bencic lo è per quello femminile, e i due paiono ormai essere entrati di diritto fra la specie protetta delle stelle alpine.
Riguardo al tennis parlato, gira aria di crisi fra Dimitrov e Sharapova che non si seguono più su twitter. “Le cose non sono più come prima – ha detto la bella Maria – una volta si usciva spesso insieme: si usciva insieme al parco, si usciva insieme al ristorante, si usciva insieme al terzo turno. Oggi invece sono uscita da sola”.
Ad estromettere la siberiana ci ha pensato Caroline Wozniacki, che sta tornando in gran forma dopo la separazione dal golfista McIlroy. La danese ha anche affermato che correrà la maratona di New York in novembre. “Mi sto allenando ma non dovrebbe essere un’impresa difficile. Sono già abituata a fare 42 chilometri a partita sulla linea di fondo, e qua non dovrò nemmeno portarmi a spasso una racchetta”
In campo femminile tiene botta l’annoso discorso sulla durata dei match femminili. Sempre più fra tenniste, addetti ai lavori e sponsor vorrebbero portare le donne a competere con lo stesso format dei tornei maschili. Serena Williams ha dichiarato “Siamo pronte a giocare in tre su cinque. Dobbiamo ancora convincere quelle due su cinque che non vogliono”.