TENNIS – Mosè Navarra fa il punto sugli juniores italiani a New York e ribatte sulla vicenda Quinzi-De Galea
Ogni tennista deve seguire il suo percorso senza guardare gli altri. Chiaramente si riferisce a Quinzi…che non deve farsi condizionare dai risultati dei vari Kyrgios, Zverev e Coric, subendo un aumento di pressione che non gli giova.
Secondo Navarra in fondo Quinzi, che giocò e perse le qualificazioni di Kitzbuhel, ha perso un solo weekend. Avrebbe in realtà perso anche il torneo successivo cui voleva partecipare se lui e Baldi non avessero perso dai francesi.
Navarra prima dell’intervista registrata mi aveva detto: “Secondo me uno dovrebbe sempre onorare la maglia azzurra, non credo che perdere una settimana su 52 possa incidere sul percorso di un atleta”.
Questo suo pensiero è in linea di massima condivisibile, anche se un tennista professionista, o che aspira a diventare tale, dovrebbe poter decidere la sua programmazione a seconda dei propri principi e anche interessi. Uno può anteporre i primi ai secondi o viceversa.
Anch’io penso che in linea di massima un giocatore debba cercare di privilegiare la maglia azzurra, la partecipazione alle partite della Nazionale, a meno che esistano circostanze particolari, come poteva essere quella di Volandri che non aveva senso schierare contro il Lussemburgo su campi in cemento quando lo si affrontò in sardegna, quella di Bolelli contro la Lettonia che aveva un giocatore solo, Gulbis, e mentre Simone tentava di conquistare punti preziosi per entrare tra i primi 32 del mondo ed essere testa di serie all’Australian Open (che è un bel vantaggio capace di produrre ulteriori vantaggi in termini di avanzamento di classifica..perché da testa di serie si può approfittare di un buon tabellone per fare molta strada e molti punti), quella di Fognini che temendo per il proprio polso preferiva rischiare di persona a Belgrado piuttosto che in Coppa Davis, quella infine di Seppi cui richiedere di giocare con la Bielorussia era inutile visto che gli altri (con i quali andava semmai concordato un criterio di rotazione) erano più che sufficienti per battere il team del vecchio Myrni e del troppo giovane Ignatik.
Ci vuole buon senso insomma, e un minimo di flessibilità. Quel che non va bene, secondo me, è usare l’arma della squalifica, del recupero del denaro “prestato con il cosiddetto prestito d’onore”. Insomma l’uso di armi che mi ricordano brutti sistemi. Se Quinzi non avesse avuto decine di altri problemi, ifnortuni, la maturità ed altro, i concetti espressi da Navarra erano certamente condivisibili. Date le circostanze si sarebbe invece dovuto dire a Quinzi: “Vuoi giocare? Se lo fa ci farai piacere e ti saremo grati. se non lo farai, non ti minacceremo certo di toglierti i soldi che ti abbiamo dato. Non ci piace l’idea di doverti costringere. Sei tu che devi scegiere secondo coscienza…”.
Voglio precisare che Navarra ha poi detto, al di fuori dell’intervista, che i giocatori italiani sconfitti con i francesi si erano comunque impegnati, non avevano perso appposta (sarebbe stato grave!) ma “hanno incontrato una cattiva giornata contro giocatori che quel giorno hanno giocato meglio di loro”