TENNIS US OPEN – Un sorprendentemente disciplinato Monfils ingabbia un Federer sciupone per oltre un’ora e mezzo, va avanti due set, si procura due match point nel quarto ma poi crolla nel parziale decisivo. Federer raggiunge la 36esima semifinale di Slam, la nona a New York
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(2) R. Federer b. (20) G. Monfils 4-6, 3-6, 6-4, 7-5, 6-2 (Vanni Gibertini)
L’ultima sessione serale dell’US Open 2014 aveva tutti i crismi del grande evento mondano: l’atmosfera elettrizzante della notte di New York, il solito grande pubblico dell’Arthur Ashe impreziosito dalla presenza di moltissimi VIP in tribuna e nelle corporate suites (dalla discesista Lindsey Vonn al cestista Keving Garnett, dall’ex governatore della Florida Jeb Bush all’attore Hugh Hackman, solo per citarne alcuni), ed la “resident star” Roger Federer, che quest’anno ha disputato tutti i suoi incontri finora sotto le stelle tranne uno, quello di domenica scorsa, che però Giove Pluvio ha comunque pensato bene di ritardare abbastanza da non causare un’eccezione. Tutto era pronto per la passerella dello svizzero verso la sua nona semifinale agli US Open, vista la presenza dall’altra parte della rete di un avversario considerato ampiamente alla portata di Federer, che lo aveva battuto in cinque dei precedenti sette incontri, ed il cui commento in fase di presentazione del match era stato “un giorno potrò dire ai miei figli di aver giocato con Roger Federer sull’Arthur Ashe”.
Ma l’allampanato francese non si era spinto fino a Queens giovedì sera per fare da comparsa: forte del suo record immacolato nel torneo (era l’unico rimasto a non aver ancora perso un set) aveva iniziato il match senza lasciarsi andare a quegli eccessi che nel corso della carriera gli sono costati più di una sconfitta, e con un gioco ordinato ed essenziale si era avvantaggiato dei numerosi errori gratuiti di un Federer molto infastidito dal vento, annullando due palle break subito al secondo game ed invece ottenendo lui stesso il break di vantaggio sul 2-2 alla quarta occasione utile, grazie ad altri due errori di diritto dell’elvetico.
Ceduto il primo parziale in 41 minuti, Federer perdeva un altro game ai vantaggi in apertura di secondo (prima della volata finale del quarto set, saranno 8 su 12 i game ai vantaggi vinti dal transalpino), lasciando a Monfils la tranquillità necessaria nei propri turni di battuta, nei quali avrebbe perso solamente sei punti in tutto il set. Il Roger idolo delle folle, tornato ad un completo nero per l’occasione, senza l’introduzione delle nuove Air Jordan bianche, non pareva essere in grado di trovare una soluzione agli scambi a basso ritmo con improvvise accelerazioni impostate da Monfils: troppo falloso nei fondamentali da fondo, a corrente alternata nelle discese a rete, anche a causa della eccellente copertura del campo da parte del francese, e troppo cocciutamente fissato sulla palla corta, su cui il suo avversario arrivava quasi sempre con relativo agio.
Dieci vincenti e quattro gratuiti nel secondo parziale mandavano Monfils avanti due set a zero dopo solo 1 ora e 18 minuti di gioco. A quel punto Federer metteva a posto le statistiche cancellando l’orribile 38% di punti ottenuti sulla seconda del secondo set salendo fino al 67%, ma soprattutto mettendo a segno ben 12 vincenti contro un solo errore non forzato, confezionando il 6-4 che lo rimetteva in gara.
Il match si decideva tutto nel quarto parziale, durato 61 minuti, nel quale Federer andava prima in vantaggio di un break sul 2-1, per poi farsi rimontare immediatamente, in un altro game disordinato in cui aveva avuto quasi sempre in mano il pallino del gioco. Monfils appariva molto più giocabile sulla battuta, ma tenendo tre game consecutivi ai vantaggi, si issava 5-4 dove sul servizio di Federer arrivavano due match-point. Due diritti doc dello svizzero cancellavano le palle della semifinale per Monfils, che nel game successivo combinava la frittata: dopo aver smarrito due chances del 6-5, si imballava in due letali doppi falli che cambiavano per sempre la direzione del match.
Da quel momento Federer metteva a segno un parziale mortifero di 15 punti a 3, rendendo il resto del quinto set una pura formailtà.
Per Federer è stata la nona rimonta da 0-2, mentre per Il francese si è trattato della terza occasione nella quale si è fatto rimontare due set di vantaggio (la prima fu al Roland Garros nel 2010 contro il nostro Fognini, l’ultima sempre a Parigi lo scorso anno contro Tommy Robredo). Era dal 2011, a Madrid contro Feliciano Lopez, che lo svizzero non vinceva una partita salvando match point.