TENNIS COPPA DAVIS – Rino Tommasi non si fa sconvolgere da due partite andate male. Il problema semmai sarà l’anno prossimo. Il sorteggio potrebbe non aiutarci. La Coppa Davis è come la Fed Cup, non esprime il valore di un Paese.
Come spesso succede nello sport vincono i più forti ed ai loro avversari rimane la sola possibilità di perdere bene o, come si dice, di fare bella figura.
È esattamente quello che è successo a Ginevra dove la Svizzera, che per la prima volta nella sua storia poteva schierare una formazione che comprendeva due giocatori tra i primi quattro della classifica mondiale, ha tranquillamente incamerato due punti nella prima giornata, per cui potrebbe anche concedere una giornata di riposo al suo campione Roger Federer.
Corrado Barazzutti, il capitano azzurro, aveva potuto risolvere con tutta calma il dubbio Bolelli – Seppi. Stabilito che non era in discussione la leadership di Fabio Fognini anche se i risultati dell’Open degli Stati Uniti, dove il nostro numero uno non aveva certamente brillato facendosi eliminare al secondo turno dal non irresistibile Adrian Mannarino con un punteggio mortificante, non erano stati incoraggianti.
Non è il caso di drammatizzare per una sconfitta che era prevista e che non sposta la nostra posizione e le nostre prospettive che sono naturalmente legate al sorteggio della prossima edizione dal quale non possiamo attenderci un trattamento di favore.
Mi piace comunque ricordare che la Davis, con tutta la sua storia ed il suo fascino, ha una formula che non esprime il valore tennistico di un Paese, che in uno sport individuale è legato ai risultati dei suoi giocatori nei grandi tornei dello Slam.
Tanto per fare un esempio, alla causa del nostro tennis ha giovato più la vittoria ottenuta quattro anni fa da Francesca Schiavone al Roland Garros piuttosto delle vittorie in Federation Cup facilitate dal disinteresse di alcune federazioni per una competizione che ha una formula sbagliata e che è stata inventata quando il tennis femminile aveva una dimensione ed una popolarità nemmeno paragonabili a quelle che ha assunto negli ultimi anni.