Brad Gilbert ha iniziato ad utilizzare i soprannomi poco dopo aver intrapreso nel 2004 la sua collaborazione con l’ESPN (temporaneamente interrotta nel biennio 2006-2007 per seguire l’astro nascente Andy Murray su richiesta della federazione britannica), principalmente nei suoi commenti ai match da studio e riscuotendo da subito un certo successo. Ma è su Twitter, dove è approdato nel 2009, che l’autore di “Winning Ugly” ha trovato il luogo ideale per dare libero sfogo alla sua fantasia nell’inventare soprannomi e divertire i quasi 87.000 follower del suo profilo @bgtennisnation.
Di seguito un elenco dei principali nickname usati da Gilbert per i protagonisti del circuito maschile ATP e di quello femminile WTA:
ATP
Marcos Baghdatis: “Bags”
Benjamin Becker: “Ben Becker”
Julien Benneteau: “Benny”
Tomas Berdych: “The Birdman”
Alex Bogomolov, Jr: “Bogey”
Jeremy Chardy: “Chardonnay”
Marin Cilic: “Marin County”
Grigor Dimitrov: “Showtime”
Novak Djokovic: “Djoker”
Alexandr Dolgopolov: “The Dog”
Roger Federer: “Fedfan”
David Ferrer: “Ferrrrerrr”
Richard Gasquet: “Dicky”
Marcel Granollers: “Granola Bars”
David Goffin: “Boy Band”
Ernests Gulbis: “Ernie” o “Ernie G”
Lleyton Hewitt: “Rusty”
John Isner: “Isman”
Tatsuma Ito: “Judge Ito”
Jerzy Janowicz: “Jersey Boy”
Ivo Karlovic: “Dr. Ivo”
Philipp Kohlschreiber: “Kohly”
Feliciano Lopez: “Filo”
Nicolas Mahut: “Marathon Man”
Florian Mayer: “Oscar Mayer”
Jurgen Melzer: “Tuna Meltzer”
Juan Monaco: “Club Monaco”
Andy Murray: “Muzzard”
Jarkko Nieminen: “The Shark”
Kei Nishikori: “Special K”
Vasek Pospisil: “Popsicle”
Sam Querrey: “SQ”
Milos Raonic: “The Missile”
Tommy Robredo: “Trob”
Michael Russell: “Jack Russell”
Gilles Simon: “Simon Sez”
Radek Stepanek: “Steps”
Janko Tipsarevic: “Tipsy”
Bernard Tomic: “Weekend at Bernie’s”
Jo-Wilfried Tsonga: “Jo-Willy”
Fernando Verdasco: “Tabasco”
Stanislas Wawrinka: “Stan the Man”
Mikhail Youzhny: “Youz”
WTA
Victoria Azarenka: “Aza”
Eugenie Bouchard: “Genie in the Bottle”
Daniela Hantuchova: “Dani H”
Jelena Jankovic: “JJ”
Angelique Kerber: “Kerber Baby”
Petra Kvitova: “K-Viddy”
Sabine Lisicki: “Boom Boom”
Christina McHale: “McHale’s Navy”
Melanie Oudin: “Melo”
Anastasia Pavlyuchenkova: “Scrabble”
Flavia Pennetta: “Pennetta Pasta”
Tsvetana Pironkova: “Pronky”
Agnieszka Radwanska: “Aggi Rad”
Francesca Schiavone: “Frankie Goes to Hollywood”
Maria Sharapova: “Shazza”
Yaroslava Shvedova: “Slava Says”
Sloane Stephens: “Sloan Ranger”
Sam Stosur: “Slamming Sammy”
Roberta Vinci: “Da Vinci Code”
Serena Williams: “SW”
Venus Williams: “VW”
Caroline Wozniacki: “Woza”
In verità non tutti i soprannomi sono frutto della fantasia dall’ex n.4 delle classifiche mondiali, che in alcuni casi utilizza quelli già conosciuti. Un esempio per tutti è il soprannome di Leyton Hewitt, “Rusty”, che il suo ex coach Darren Cahill gli aveva dato in quanto assomigliava ad uno dei protagonisti del film “National Lampoon’s Vacation”, che aveva quel soprannome.
Sta di fatto che tra i commenti su ESPN ed i cinguettii su Twitter, con il tempo i nickname dell’ex coach di Agassi e Roddick sono diventati famosi tra gli addetti ai lavori. Tanto che ora se a ricevere un soprannome da Gilbert è una giovane promessa, il fatto nell’ambiente inizia ad essere visto come un segnale benaugurante. Come nel caso del diciassettenne talento croato Borna Coric, per il quale l’ex coach di Agassi e Roddick ha coniato il nickname “Borna Identity Coric” – giocando sull’assonanza del nome con il cognome del protagonista del film “The Bourne Identity” interpretato da Matt Damon e tratto dall’omonimo romanzo di Robert Ludlum – e speso parole di elogio dopo il match vinto al primo turno degli US Open contro Lukas Rosol.
“Se Brad Gilbert assegna un nomignolo a qualcuno, allora è un segno che quel tennista ‘è una cosa seria’” ha commentato il connazionale di Coric Ivan Ljubicic, ex n. 3 al mondo e ora coach di “Missile Raonic”. In realtà in questi anni Gilbert ha spesso dato nomignoli a giovani promesse, in particolare americane, ma non sempre ciò si è rivelato una garanzia di successo. Basti pensare al 25enne Donald Young (nickname “DY”) che aveva raggiunto la 38° posizione mondiale ad inizio 2012, ma che solo dallo scorso agosto è nuovamente rientrato tra i top 50, dopo un periodo di più di due anni in cui era uscito per lungo tempo anche dai primi 100. O al 22enne Ryan Harrison (“Ryan Express”), arrivato ventenne tra i top 50 (best ranking ATP nel 2012, n.48), ma uscito dai top 100 ad inizio 2014 ed ora sceso al n.184. L’augurio per il giovane tennista di Zagabria è che nel suo caso abbia ragione “Ljubo” e che il nickname assegnatogli da BG (il soprannome, sin da ragazzo, di Brad Gilbert) diventi presto uno dei più conosciuti tra gli appassionati di tennis.