TENNIS – Il ritorno al tennis giocato di Rafael Nadal, offerto contro Tsonga nell’insolita cornice della capitale Kazaka, ha dato segnali incoraggianti per il finale di stagione. È finita 67 63 64 tra sorrisi e risate
L’ennesimo ritorno di Rafael Nadal parte dalle steppe kazake. In vista della tournée asiatica che lo vedrà impegnato a Pechino e Shanghai il quattordici volte vincitore di slam ha optato per un’esibizione in Kazakhistan per tornare a giocare un match dopo lo stop forzato post Wimbledon. Il Kazakistan è un paese in sviluppo accelerato. Entro il 2030 punta a diventare una potenza mondiale di primo piano grazie alle notevoli risorse energetiche di cui dispone. In questo clima di crescita e sviluppo economico la capitale, Astana (che significa appunto capitale), è stata fondata dal nulla meno di vent’anni fa. Grattacieli futuristici si alternano a palazzi in stile sovietico e americano in un paesaggio urbano che non ha eguali. Frutto di questo dinamismo è anche la crescita del tennis giocato che ha portato il Kazakistan a diventare una presenza stabile nel world group di Davis (e nostri futuri avversari).
Nel tour mediatico che ha visto impegnati i due campioni erano incluse giro della città e visite ad una scuola ed una università (la prestigiosa Nazarbayev University che punta a diventare un centro leader per istruzione e ricerca nell’Asia centrale). Incontri con studenti, fan, e celebrità locali non sono il modo migliore per preparare un match importante. Ma quello di oggi è un match importante più per il Kazakhistan che per i due campioni. Prima dell’incontro Nadal e Tsonga hanno dapprima giocato alcuni game con alcuni giovani promesse locali e poi incontrato il presidente Nazarbayev (ci si domanda se tra l’una e l’altra cosa abbiano fatto una doccia veloce), notoriamente appassionato di tennis. Il pubblico locale, numerosissimo nonostante l’esorbitante costo dei biglietti, ha per la prima volta l’occasione di vedere campioni di questo calibro dal vivo ed i ragazzini soprattutto rispondono con entusiasmo.
Astana è una città in pieno sviluppo, i cantieri non si contano e le infrastrutture sono spesso incomplete o inefficienti. Alla periferia sud della città sono sorti palazzetti dello sport dedicati a diverse discipline (ciclismo, basket) ed uno stadio di calcio. Il tennis invece, a sottolineare la passione del presidente Nazarbayev per il nostro sport, ha riservato un palazzetto in centro città, nel parco che della città porta il nome, in riva al fiume. E nel palazzetto dello sport, di fronte al megaschermo di default si trova un enorme stampa fotografica di Nazarbayev che gioca a tennis.
L’ingresso al palazzetto, per coloro che fossero interessati a visitare la capitale kazaka per la Davis, è difficoltoso. Qui si svolgono i match di Davis e i due challenger annuali. Porte strette e security ad ogni passo si affiancano ad un’organizzazione precaria dove il fatto che nessuno abbia ben chiaro il proprio ruolo è compensato da una sovrabbondanza di adetti. L’addetta stampa latita e quindi i giornalisti (tutti locali eccetto il sottoscritto) sono costretti ad arrangiarsi. Si entra senza pass, dopo una non ben motivata sosta forzata all’ingresso, e ci si aggira a caso fino a trovare la sala stampa, che altro non è che una stanza con molte sedie. Ovviamente quasi nessuno parla inglese ma giornalisti e guardie locali sono estremamente gentili e disponibili che quasi dispiace fargli notare che stanno dando informazioni contradditorie.
Il match inizia puntualmente in un atmosfera rilassata con un Nadal pimpante e sorridente. Nadal si muove bene, picchia con il dritto e si prodiga in recuperi notevoli correndo dietro ad ogni palla, cosa che altri riserverebbero ai match ufficiali. Una nota curiosa, che pare riportare il match ad epoche passate è l’assenza di musica ai cambi di campo, che quindi sono riservati ai vari ‘Vamos Rafa’ e “Allez Jo’ dei tifosi.
Nadal è seguito da papà e Carlos Costa ma manca zio Toni, probabilmente già proiettato verso la Cina. La cronaca della partita ha importanza relativa. Il primo set, dopo break e controbreak scivola lentamente verso un prevedibile tie break. Le uniche note degne di rilievo sono il passante di rovescio in corsa ad una mano con cui Tsonga si procura un set point, poi non sfruttato, sul 5-4 e la ola del pubblico cui prende parte pure il presidente, altrimenti ieraticamente seduto sulla tribuna d’onore sottostante la sua foto. Tsonga si aggiudica poi il primo set al tie break e nel secondo, con Nadal avanti di un break, l’atmosfera si rilassa ed i due si concedono alcune giocate funamboliche per il piacere del pubblico. Il secondo set va, prevedibilmente, al maiorchino e nel terzo il match va, come si dice in gergo, in vacca (e non solo l’incontro ma anche la rete wireless nella press room). La mancanza di agonismo è compensata dai siparietti e dalle giocate spettacolari dei due e le risate ed i sorrisi non mancano, ma per gli addetti ai lavori lo spot promozionale per il tennis è finito. La partita finisce 67 63 64 con Nadal che strappa il servizio a Tsonga dopo aver annullato la palla del 4-5 e tiene la propria battuta annullando una palla break per il 5 pari. Standing ovation, riffa con premi per gli spettatori e palline autografate a destra e a manca chiudono la serata.
Il test per il campione di Manacor è tutto sommato positivo. Nadal si muove bene e colpisce bene col dritto. La desuetudine alla competizione, che spesso affligge i campioni al rientro dopo un infortunio, non dovrebbe essere per lui un problema. Nadal sta bene e sarà interessante vedere quanto saprà essere competitivo al rientro ad un match ufficiale la settimana prossima a Pechino.