TENNIS – Intervista al croato che ha aiutato Marin Cilic a vincere l’US Open. I suoi ricordi: McEnroe, Chang e Lendl, le finali di Wimbledon con Agassi e Sampras: “Avrei dovuto vincerle”. Ivanisevic sarà protagonista della Grande Sfida il 17 ottobre a Genova e il 18 a Milano.
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Ascolta l’audio dell’intervista esclusiva a Goran Ivanisevic:
Quest’articolo è un cocktail di interviste fatte a New York durante l’US Open a Goran Ivanisevic, in previsione de La Grande Sfida, l’evento con 4 top stars del circuito senior ATP organizzato dalla MCA Events di Ernesto De Filippis, che si svolgerà a Genova venerdì 18 e a Milano al Forum sabato 19 ottobre.
Tutte le informazioni sui biglietti sono reperibili a questo link.
Nei mesi scorsi abbiamo già pubblicato diversi articoli riferiti ad alcuni protagonisti, da Michael Chang a Ivan Lendl, a John McEnroe, probabilmente l’attore più atteso. Ci mancava ancora qualcosa con Goran Ivanisevic, che ho intervistato a più riprese durante l’US Open che per l’appunto ha coinciso con il trionfo di Marin Cilic, suo allievo da settembre 2013 (quando Marin, sospeso dalla Wada per aver preso un medicinale proibito, non poteva fare altro che allenarsi e guardare l’US Open in tv).
Un minuto dopo che Cilic sollevava le braccia al cielo per aver trionfato a Flushing Meadows sul giapponesino Kei Nishikori che molti consideravano favorito pur essendo Cilic reduce dalla netta vittoria in tre set su Roger Federer, recandomi nel settore del suo box, ho colto al volo le prime parole di Goran, al settimo cielo e con la voce ancora quasi strozzata dalla gioia.
Comincio da quelle.
Ciao Goran, complimenti per la grande vittoria di Marin Cilic, un tuo anno come coach e subito uno Slam vinto con un giocatore che da qualche anno era sul circuito ma non si era mai spinto così in là, non solo non aveva mai vinto uno Slam, ma neppure un Master 1000 o un ATP 500. Un miracolo no?
“Marin è stato semplicemente perfetto. Unbelievable, incredibile – continuava a ripetere tutto eccitato Goran – è il momento migliore della mia vita tennistica da quando ho vinto Wimbledon (sono passati 13 anni, n.d.UBS)! Marin ha giocato gli ultimi 10 set in maniera perfetta, non ha rischiato di perderne uno. Dal quinto con Simon (con il quale aveva perso 4 volte su 4, n. di UBS) ai tre set con Berdych, con Federer e con Nishikori. Unbelievable!” ripete all’infinito quasi stropicciandosi gli occhi.
Però Goran quando tu vincesti Wimbledon c’erano tanti giornalisti croati…mentre per festeggiare Marin e descrivere le sue imprese qui a New York non ce n’è neppure uno! (colpa della crisi economica, dei giornali, e probabilmente della scarsa fiducia che veniva accordata a Cilic…n.di UBS)
“Scriveranno da Zagabria, da Spalato, e poi ci siete voi a scriverne, i giornalisti italiani…siete vicini di casa” e Goran ride tutto contento per la battuta. Il sense of humour a Goran non è mai mancato, né le pronte battute di spirito.
Qualche giorno prima, dopo che Cilic aveva battuto nei quarti Berdych, lo avevo fermato per parlargli del suo ritorno in Italia, a Genova e Milano per “La Grande Sfida” del 17-18 ottobre e gli avevo chiesto:
Per prima cosa Goran, dimmi qualcosa sul tuo rapporto con l’Italia, quali sono i tuoi ricordi migliori…
“Everything, ogni cosa! Prima di tutto vivo accanto all’Italia, sto a Split (Spalato) davanti ad Ancona. Ho vinto il torneo di Porto San Giorgio under 12, ho giocato tutti quei tornei giovanili, vincendo gli under 14, under 16 Avvenire, poi Bonfiglio, e poi ho continuato a vincere in Italia da “pro”, Milano, finale a Roma, Firenze… Ogni volta che sono venuto in Italia ho vissuto bei momenti, ho giocato bene, insomma solo buoni ricordi…”
E ora torni in Italia, a Genova prima e Milano poi, per giocare questo torneo AT Senior a quattro… e a Genova esordisci contro John McEnroe, un altro mancino come te, quali sono le cose che ti vengono in mente se ti si parla di McEnroe che è più anziano di te (12 anni di più: John è nato nel ’59, Goran nel ’71 come Sampras, Bruguera; n.di UBS)?
“Lui è il mio eroe, il mio idolo, il mio tennista preferito, abbiamo giocato tante volte dei bei match. L’ultimo match che lui ha giocato da professionista lo ha perso con me, a Monaco di Baviera nella Grand Slam Cup, abbiamo avuto un sacco di match interessanti, qualcuno l’ho vinto, qualche altro l’ho perso, ed era sempre un gran piacere batterlo” (e ride).
Era il tuo idolo perchè era mancino o perchè aveva un carattere per certi versi simile al tuo?
“Un po’ tutto, certo perchè era mancino, per il suo carattere simile al mio ma – e lì pare ripensarci – ma lui aveva un carattere migliore del mio, era più furbo di me!”
Ah sì, e perchè? Lui qualche volta perdeva qualche match perchè si arrabbiava, ma non poi così tanti…tu invece ne perdevi di più!
“Eh sì, questo è vero!”
Se ti chiedo quale è stato il ricordo migliore della tua carriera? Certo Wimbledon…
“Sì, senza dubbio, by far, di gran lunga”
Delle tre precedenti finali, il rimpianto maggiore è per quella persa nel ’92 con Andre Agassi (6-4 al quinto con due doppi falli di Goran nell’ultim game, n.di UBS)?
“Probabilmente sì. Ero l’assoluto favorito, e in qualche modo ho finito per perderla. Se avessi vinto quella forse ne avrei vinte altre. Nel ’98 con Sampras…avrei dovuto vincere anche quella. Ho avuto un sacco di occasioni. Ma alla fine ce l’ho fatta a vincere Wimbledon e quello è l’importante”.
Quando facesti quei due doppi falli con Agassi sul 5-4, sono stati i doppi falli più ‘dolorosi’ della tua vita?
“Dolorosi non so…ma non avrei dovuto ritrovarmi in quella situazione. Non avrebbero dovuto essere decisivi. Ho sbagliato una volee facile sul 30-40, tutto il match è stato particolare, beh probabilmente sono stati i doppi falli più stupidi che ho fatto nella mia vita”.
Goran se tu potessi scegliere con chi andare a cena fra i più grandi tennisti di tutti i tempi, chi sceglieresti?
“Rod Laver”
E se tu volessi uscirci per divertirti?
“Bjorn Borg!”
Ah sì, più che John McEnroe?
“Più di McEnroe”
Ora che sei coach di Cilic come ti senti?
“Non è facile, è una cosa completaemente diversa rispetto all’essere giocatore. Da coach devi essere sempre positivo… È un processo. Cerco di spingerlo avanti, di essere sempre più aggressivo, di andare avanti. Sta migliorando, ma non è perfetto, ci vuole tempo” diceva Goran a qualche giorno dalle fasi finali del torneo, mai immaginando probabilmente quel che sarebbe successo di lì a meno di una settimana.
A Genova ne La Grande Sfida Ivan Lendl giocherà contro Michael Chang, cosa ti ricordi di quel match, del cinesino che servì da sotto per sorprendere Lendl…
“Qull’anno Chang vinse il Roland Garros di cui Lendl era il grande favorito. Giocarono un match davvero indimenticabile sul campo centrale, ma Ivan quel giorno ebbe un po’ paura (choked a little bit)…ed ecco perchè perse”.
Poi Chang in finale battè anche Stefan Edberg annullando 10 palle break nel quarto set, quando era sotto 2 set a uno…
“Eh sì, Chang giocò davvero molto bene in quel torneo. Quel torneo era scritto nelle stelle, era lui che doveva vincerlo…”
Forse come per te nel Wimbledon 2001?
Ridendo: “Probabilmente sì!”
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