TENNIS – Lo spagnolo liquida il colombiano Giraldo in due set (6-1 6-4) e conquista la 21° finale in carriera. Affronterà Andy Murray alla sua prima finale stagionale. Il francese sorprende il solito imprevedibile Gulbis e domani proverà a conquistare il suo primo titolo al 10° tentativo (3° finale consecutiva in Malesia). Per spezzare la maledizione dovrà superare Nishikori che ha piegato Nieminen in 3 set,
Il primo set tra Robredo e Giraldo è un “massacro” (sportivamente parlando), Robredo è disarmante al servizio e nelle accelerazioni, Giraldo sembra un pugile all’angolo che le prende di santa ragione, lo spagnolo sale 5-0 e in 24 minuti chiude 6-1 cedendo appena 3 punti quando serve. Il secondo set vede finalmente la reazione di Giraldo, il colombiano (che sta comunque disputando un’ottima stagione) lascia andare il braccio, soprattutto di diritto. Robredo sembra come detto rifiatare, scendono le sue percentuali al servizio e così Giraldo ne approfitta per allungare. Il colombiano sale 3-0 e spreca anche una palla del 4-0 che probabilmente avrebbe segnato il set. Invece Robredo è bravissimo, non molla, tiene la battuta nel 4° game e centra il controbreak nel game seguente (scellerato Giraldo che spreca dal 40-15 e cede la battuta con un gratuito di diritto). Da qui ricomincia un’altra partita, lo spagnolo torna praticamente padrone del match, strappa la battuta all’avversario nel 9° game (palla corta sbagliata da Giraldo) e va a servire per il match sul 5-4. Giraldo prova a giocarsi il tutto per tutto, si procura anche una palla del controbreak per riaprire la partita, ma Robredo la annulla ed al terzo tentativo chiude la contesa.Tommy Robredo conquista a dispetto dei suoi 32 anni la 21° finale della sua lunghissima carriera battendo in due set il colombiano Giraldo con il punteggio di 6-1 6-4.
Un match che lo spagnolo ha dominato dall’inizio alla fine soffrendo solo ad inizio secondo set quando ha probabilmente tirato un attimo il fiato, lasciando per un attimo la scena al suo avversario, scappato avanti di un break.
Ma in un amen Robredo ha recuperato lo svantaggio e chiuso la semifinale a suo favore.
In finale per lui Andy Murray, che mantiene vive le speranze di qualificazione alle ATP World Tour Finals. Lo scozzese, attualmente undicesimo nella Race, vincendo Shenzhen scavalcherebbe Grigor Dimitrov al decimo posto salendo a quota 3405 punti, lontano soli 105 punti da Tomas Berdych al momento ultimo dei qualificati. Da qui a fine stagione, Murray giocherà Beijing, Shanghai e Parigi-Bercy con ancora la possibilità di guadagnare 2.500 punti dovesse fare bottino pieno. Questa la situazione nella ATP Race to London:
Qualificati: 1 Novak Djokovic (8,150 points), 2 Roger Federer (7,020), 3 Rafael Nadal (6,645)
Ancora non qualificati: 4: Stan Wawrinka (4,795), 5 Marin Cilic (3,935), 6 Kei Nishikori (3,675), 7 David Ferrer (3,535), 8 Tomas Berdych (3,510), 9 Milos Raonic (3,440), 10 Grigor Dimitrov (3,355), 11 Andy Murray (3,155)
Race a parte, Murray può essere contento per aver raggiunto la prima finale stagionale a 15 mesi dall’ultima giocata a Wimbledon nel 2013. Anche in quell’occasione incrociò Tommy Robredo nel suo percorso verso la vittoria e chissà che lo spagnolo non gli porti bene anche questa volta. Negli scontri diretti sono 3 pari e Robredo è uno dei sette tennisti ad aver sconfitto lo scozzese in una finale ATP, a Metz nel 2007.
Con Monaco, Murray ha incominciato male sbagliando punti facili e incappando in diversi errori soprattutto dal lato del dritto. E’ andato sotto 4-1, ha recuperato uno dei due break di svantaggio ma lo ha restituito cedendo il primo set per 6 giochi a 2. In vantaggio 2-0 ad inizio secondo parziale, complice anche una fortunosa deviazione del nastro ed un doppio fallo dell’argentino, ha ceduto nuovamente la battuta. Sul 3-3, con un break point da fronteggiare, Murray ha lasciato spazio all’altro Murray, quello che ha vinto Us Open e Wimbledon e a lungo ha battagliato contro gli altri tre del quartetto Fab: Djokovic, Federer e Nadal. “Il punto di svolta è arrivato sul 3-3 del secondo set”, ha ammesso l’ex numero due del mondo. “Prima lui stava dominando il match”. Da quel momento in poi lo scozzese ha infilato nove game consecutivi, concedendo solamente quattro punti al servizio nella terza frazione e chiudendo l’incontro con dieci ace e sei palle break su nove sfruttate.
ATP Shenzhen, semifinali:
[2] Andy Murray (Britain) beat Juan Monaco (Argentina) 2-6 6-3 6-0
[4] Tommy Robredo (Spain) beat [6] Santiago Giraldo (Colombia) 6-1 6-4
ATP Kuala Lumpur, Semifinali
J.Benneteau (4) b. E.Gulbis (2) 6-4 6-4
Il solito volenteroso lottatore, Julien Benneteu, il solito talentuoso, imprevedibile, folle, Ernsts Gulbis dall’altra.
Se il più talentuoso dei due gioca una partita sciatta e mediocre, piena zeppa di errori, ecco che alla fine la spunta il giocatore forse meno dotato tecnicamente ma che se in giornata non molla una palla e porta a casa la sua onesta partita.
Così Julien Benneteau approda alla finale del torneo di Kuala Lumpur, per lui la terza consecutiva in quello che sembra il suo torneo preferito, la decima in carriera dove non ha ancora raccolto un successo.
Sarà la volta buona domani? Speriamo per lui di si, lo attende il vincitore dell’altra semifinale tra Kei Nishikori ed il finlandese Jarko Nieminen (i precedenti purtroppo non sono dalla sua parte, sotto 0-6 con Nieminen e 1-2 con il giapponese).
Cosa dire di Gulbis, il lettone non era assolutamente in giornata, molti gratuiti, mai capace di prendere le redini del match in mano.
Così a Benneteau è bastato punirlo nei momenti cruciali del match per guadagnarsi la finale.
Il primo set fila via abbastanza liscio, nessuno dei due contendenti concede nulla al servizio sino al 4 pari.
Solo Benneteau rischia nel 7° game ma recupera dal 15-30.
Il francese gioca un match solido e ordinato, quando può viene a rete a prendersi il punto.
Un po’ più incostante Gulbis, il lettone mostra alcune ottime soluzioni ma commette anche molti gratuiti.
Il nono gioco del set è quello degli orrori di Gulbis, il quale commette un doppio fallo (il 1° del match) sul 30 pari e poi da metà campo spara un comodo diritto in mezzo alla rete.
Il lettone si fa prendere dal nervosismo, rompe la racchetta e calcia la pallina sulle tribune, il tutto condito dall’ovvio warning del giudice di sedia.
Benneteau va per la sua strada, tiene il game seguente con relativa tranquillità e chiude il parziale 6-4.
Il lettone prova a scuotersi, ma nonostante ben 11 ace alla risposta non riesce a creare pericoli.
Così, ancora una volta, Benneteau non concede nessuna palla break ed aspetta il classico passaggio a vuoto dell’avversario che arriva ancora sul 4 pari.
Il francese non trema, doppio 6-4 e finale in tasca alla ricerca del suo primo e agognato successo.
(1) Kei Nishikori b Jarkko Nieminen 6-3 4-6 6-2
Kei Nishikori è il secondo finalista del torneo malese di Kuala Lumpur. Il tennista giapponese, N.1 del seeding, ha piegato la solidità e l’esperienza Jarkko Nieminen in 3 set dopo 1h38 per ottenere la sua decima finale della carriera, la quinta del suo grandioso 2014.
Il primo set in realtà è dominato dal giapponese in maniera più netta di quanto non dica il punteggio, poiché esso contiene 3 break. Nishikori ha mancato la possibilità di chiudere il set sul 5-2 e servizio in cui ha sprecato un primo set point. Ha poi chiuso comunque strappando il servizio per la terza volta al finlandese per fissare il 6-3 conclusivo.
Il giapponese si distrae cedendo addirittura a 0 il servizio nel gioco di apertura del secondo set, un break che recupera nel sesto gioco rimontando da 40-15. Sul 4-4 però arriva un ulteriore break di Nieminen che stavolta non si fa pregare e tiene il servizio a 0 per forzare il terzo e decisivo set.
Nishikori sale di nuovo in cattedra e parte fortissimo nel terzo parziale prendendo subito un break di vantaggio che lo porta avanti rapidamente prima 3-0 e poi 4-1. Il finalista dello US Open non concede nemmeno un break point nel set decisivo e cedendo in tutto appena 4 punti al servizio nel parziale.
Sul 5-2 arriva un altro break che chiude la pratica. In totale sono stati 6 i break del giapponese nel match. Diventa dunque facilmente spiegabile il pessimo 38% di punti conquistati sulla seconda di servizio dal finlandese contro il 58% di Nishikori. Assolutamente identica invece è stata la trasformazione della prima palla (68%).
Considerando la relativa debolezza del servizio del giapponese, sono assolutamente notevoli gli 8 ace con cui ha chiuso il match.
Come detto, Nishikori giocherà domani la sua quinta finale del 2014, avendo perso però le 2 più importanti, quella di Madrid a Maggio contro Rafael Nadal, e soprattutto la recente finale dello US Open contro Marin Cilic.
I precedenti contro Benneteau dicono 2-1 per lui, avendo vinto le ultime 2 sfide, l’ultima a Parigi Bercy lo scorso anno.
Il francese spezzerà la maledizione delle finali perse (9) o sara trionfo asiatico in Malesia? Tra poche ore sapremo la verità…