TENNIS ATP FINALS – Il mondo britannico è sotto choc quasi quanto lui. Lo scozzese licenzierà Amelie Mauresmo? O se stesso? Ivan Lendl maramaldo. Novak Djokovic? “Io mai in crisi! E a quella di Roger Federer non ho mai creduto”.
Da Londra Ubaldo Scanagatta
Non è mica facile riprendersi moralmente, soprattutto dopo aver vinto un oro olimpico e due Slam, dopo una batosta come quella subita da Andy Murray all’02 Arena da un giocatore che ha 6 anni più di te, per quanto mitico, per quanto bravo, per quanto si chiami Roger Federer.
Una cattiva giornata può capitare a tutti, per carità, ma c’è cattiva giornata e cattiva giornata. Arrivare a due punti dal beccare un 6-0 6-0 da un giocatore che si è battuto 11 volte – il bilancio dei duelli fino a ieri era 11 pari! – è come prendere un pugno al mento e finire k.o. e in coma per qualche tempo. I pugni presi sul ring di casa…davanti ai propri tifosi, fanno molto più male.
I giocatori cercano sempre di cogliere gli aspetti positivi dalle sconfitte. Almeno lo dicono. Think positive. Di fatto preferiscono dimenticare. Buttar tutto in un cestino.
I più saggi, come è stato Federer a fine del suo deludente 2013, capiscono invece che è il caso di rimboccarsi le maniche, lavorare più duro, fidarsi meno del proprio talento, apportare qualche modifica sia negli allenamenti, sia magari in certi aspetti tecnologici (la racchetta? Le corde?).
Un anno fa Federer era stato una decina di mesi senza battere, da Tsonga in poi in Australia, un solo top-ten.
Quest’anno Murray con i tre Fab-3, ha collezionato se non erro – cito a memoria – 10 sconfitte a zero (8 prima dell’inizio del torneo).
Certo, si è operato alla schiena, ha perso sicuramente forza, peso, sicurezza.
Nemmeno lui può pensare che siano state solo coincidenze…astrali (frase che mi ha attirato un bel po’ di sberleffi, ma forse se ne poteva cogliere un sottofondo umoristico a molti sfuggito).
Se un giocatore che lui ha battuto 11 volte su 22, e che ha 33 anni, lo batte a quel modo, beh il problema esiste, fatti salvi gli indubbi straordinari meriti di Roger, in forma come ai bei tempi e più risorto di Lazzaro.
Può anche essere che Amelie Mauresmo non sia la sua coach ideale, ma affibbiare tutte le colpe di questi disastri ripetuti ad Amelie mi parrebbe fortemente ingeneroso ed ingiusto.
Brad Gilbert avrebbe fatto il miracolo? Quel furbacchione di Ivan Lendl, che se ne è andato al momento giusto (da gran stratega qual è), avrebbe evitato queste debacles? Secondo me no, ma manca la controprova. E se Murray non capisce che il problema è prima di tutto lui stesso, secondo me rischia di partire con il piede sbagliato.
Una frase di Roger Federer lo avrà forse colpito sotto la cintura ancor più del punteggio: “Sono contento di non aver vinto anche il secondo set per 6-0”.
Sentirsi dire da un avversario, da un rivale contro il quale si è combattuto ad armi pari per anni, che lui si preoccupa, si imbarazza ad umiliarti, è quanto di peggio possa occorrere ad un giocatore, ad un campione di Wimbledon 77 anni dopo Fred Perry, non ad un Carneade qualsiasi.
Aver vinto tre tornei nel 2014 (Shentzen, Vienna e Valencia), non può soddisfare un uomo con le sue ambizioni e il suo talento (perché il talento, signori, Andy ce l’ha, dite pure quel che volete!).
Non tutti tornano…uguali dopo un’operazione alla schiena, ma io sospetto che il suo problema possa al momento essere più nella sua testa che nella sua schiena. E certo Lendl è stato, a pieno diritto peraltro, un po’ Maramaldo a mollarlo nel momento del bisogno.
Forse nemmeno puntare a restare soltanto n.4, e a respingere l’assalto delle nuove leve, Nishikori, Raonic, Dimitrov potrebbe essere la chiave giusta. Sarebbe come arrendersi ad un ruolo di secondo piano. Il modo miglior per finire al …terzo piano.
Ho appena chiesto a Nole Djokovic come si comporterebbe lui, cosa tenterebbe di fare, al posto di Murray per ritirarsi su…Forse quello che ha fatto Federer per riprendersi dal suo brutto 2013? Le due risposte di Nole, leggetevele nelle interviste – la mia domanda è l’ultima – vi anticipo soltanto che Novak ha detto: “Non ho mai considerato out Federer nemmeno quando molti lo davano per finito” e riguardo alla terza parte della domanda…”E tu una tua crisi l’hai vissuta…come la gestiresti?” ha risposto ridendo: “Io non ho mai vissuto nessuna crisi!”.
Proprio profonda no, ma per 3 anni anche lui non aveva più vinto uno Slam, dopo il primo del 2008 in Australia, poi ci fu quel periodo in cui si sentiva spesso male sul campo e tanti credevano che facesse scena (dopo un match all’US Open con Roddick fu molto criticato per il suo atteggiamento…), poi quando dopo improvvisamente prese le misure a Nadal battendolo un bel po’ di volte di fila, ricominciò a perderci. Insomma ovvio che Novak abbia risposto con una boutade “mai stato in crisi io”, ma ovvio anche che le sue crisi, piccole o meno piccole, non hanno mai raggiunto l’abisso dell’ultimo Murray.