TENNIS DA RIDERE – Ne accadono di tutte nella sessione serale. Federer batte Wawrinka e giunge in finale, nonostante una grottesca polemica a inizio terzo set. Dal nostro inviato sul divano, la cronaca del match del torneo.
“In Svizzera hanno avuto amore fraterno, 500 anni di pace e democrazia, e cosa hanno prodotto? L’orologio a cucù”. (Il terzo uomo, 1949)
Finalmente il match combattuto che tutti si aspettavano statisticamente prima o poi è giunto: derby svizzero incredibilmente teso nel quale alla fine ha prevalso Federer.
Fin dalle prime battute, Stan appare più centrato, mentre Roger arranca di rovescio. Una sua stecca produce la palla che fra poche ore dovrebbe cozzare contro la navicella Philae mandandola definitivamente in pensione. Roger concede i primi break del torneo e Wawrinka chiude agevolemente il primo set 6-4.
Nel secondo si segue la regola dei servizi fino al fatale 12esimo gioco: Wawrinka manda una comoda volée fuori, uno smash a campo aperto in rete e il resto lo fa Federer inventando il passante più originale dai tempi della metropolitana di New York. Un set pari e pallina al centro.
Nel terzo ne accadono di ogni. Wawrinka pare Stallone in Over the Top, Federer tornato in palla si rasserena come Judy Garland Over the Rainbow, ma meglio di tutti fa il terzo uomo Cedric Mourier, l’arbitro col “correction” nel sangue, cha va Over the Rule dando origine a un casino degno di un Butterfly Effect, con Federer che alla fine concede il break.
Nel bailamme Wawrinka trova anche il modo di aggredire verbalmente Mirka, una tattica psicologica volta a mettere Roger in imbarazzo: il basilese si trova in dissonanza cognitiva fra le 3 cose che per lui contano di più nella vita: la famiglia, l’amicizia e il backettino di rovescio sulla seconda: decide di restare fedele a quest’ultimo.
Il servizio di Stan continua a non funzionare ma Federer inventa un paio di “Chip and Net” ed un “Chip and Out” davvero pregevoli tenendo il collega in vantaggio.
Si arriva così al 5-4 e servizio Wawrinka; ma è lì che entra in azione il genio di Federer: sui 3 match point Stan, Svizzera1 dipinge al volo sulla rete una litografia di Donna Vekic e ci appende anche tre costolette d’agnello appena tolte dalla griglia costringendo il povero Wawrinka a correre ansioso verso il net come un cane di Pavlov. Controbreak e tutto da rifare.
Il tie-break finale è da cardiopalma con i due che si alternano, Federer annulla un quarto match point, ormai sono tutti distrutti: in albergo Becker e Djokovic stappano un Dom Perignon del 1968 mentre Hollande telefona a Clement congratulandosi per la vittoria francese in Coppa Davis. Alla fine la chiude Federer con un “chip and unpredictably charge” ed è festa grande.
Stanco ma felice, Roger spiega a fine gara cosa non è andato: “Ho avuto un risentimento a un gluteo poco prima del match. Fortunatamente è tornato a funzionare proprio nel momento chiave. Se il gluteo mi assisterà anche domani posso giocarmela con Nole. Non pensavo sarei riuscito a vincere annullando match point contro Stan, perché non ha un cognome che inizia per emme”
Deluso Wawrinka, a fine match ha commentato: “Sapevo che per battere Roger dovevo ispirarmi a Djokovic, quindi mi sono messo anche io a sbagliare smash e giocare Serve and Volley a capocchia. Ho deciso di andare a rete sui punti decisivi perché ero Stanco, mentre lui non pareva così Rogerco”.
Nel pomeriggio terzo set, ma con meno difficoltà, per Djokovic. Il Serbo di è imposto su Nishikori che chiude così la stagione al numero 5. Polemiche per l’atteggiamento di Nole che ha ironicamente applaudito il pubblico quando questo ha esultato su un suo doppio fallo. Per i media inglesi non è un comportamento da numero uno, anche Judy Murray ha detto che “Nole provoca il pubblico. Solo Feliciano Lopez è più provocante di lui”.
Il campione Serbo ha poi salutato lasciando solo un punto sulla telecamera a fine match in luogo della solita firma. In pochi han colto in realtà l’enigma: considerando come un alfabeto Morse tutti i puntini e le lineette che Djokovic ha prodotto sulla telecamera finora a Londra si ottiene esattamente la frase “Mi serve una vacanza”.
Rinnovando i complimenti al grande capo SemiNole per la sua profezia (in finale, come predetto, un tennista con la K nel nome e uno svizzero) chiudiamo con la mattanza subita dal team Bagel di Roger-Vasselin-Bennetau contro i fratelli Bryan. A poco è servito essere tre contro due, i gemelli si son rivelati ostacolo impeRVio, cui si è aggiunta la scarsa motivazione di Benneteau all’arrivare in finale per poi perdere come al solito.