TENNIS FOCUS – Continua il malcontento a livello ITF, dove la vita è dura per i tennisti fuori dal giro dell’ATP. Il caso che sta scuotendo la rete in questi giorni è la lettera aperta di Tomás Buchhass, tennista ventiduenne argentino, che tramite la sua pagina Facebook ha reso pubbliche le sue proteste verso l’ITF.
“Mi rivolgo all’ITF per riportare ed esprimere il mio dispiacere in qualità di giocatore di tennis, per aver dovuto prendere parte ad un torneo che si è tenuto nelle condizioni che il Future di Temuco, Cile, ha proposto,” così ha iniziato la sua lettera il numero 1462 del mondo. “I campi erano in uno stato disastroso che metteva a rischio la sicurezza degli atleti, non c’era un ristorante dove mangiare. Il sabato delle qualificazioni, un palla è andata persa e non ce n’era una di rimpiazzo, mentre un campo è stato scartato perché inagibile ed è stato sostituito da uno dove le linee sono state dipinte a mano con il gesso. Inutile dire che le linee non erano dritte e le dimensioni erano irregolari.”
Quello che emerge dalla lettera di Buchhaass non è tanto la critica al torneo in sé, ma la rassegnazione verso un’istituzione che sembra aver dimenticato che dietro ai nomi che rendono famoso questo sport e portano prestigio tanto all’ATP quanto all’ITF ci sono più di un migliaio di ragazzi che arrancano, con conti sempre in rosso e che si vedono traditi e beffati quando situazioni come quella descritta sopra accadono.
“A dire il vero, da persona che ama questo sport, mi sento estremamente frustrato, perché uno ci mette tutto se stesso, anzi di più, perché non c’è solo il mio di impegno, ma anche quello della mia famiglia, che si aspetta che almeno le cose basilari siano in condizioni accettabili per poter giocare in sicurezza.” Ha aggiunto più avanti. “Io però non ho mai visto l’ITF prendere in mano alcuna situazione, per alcun motivo, né per controlli, né per sopralluoghi, con intenzione alcuna di prevenire o migliorare la situazione dei tornei minori.”
Quando poi il discorso inevitabilmente passa a quello finanziario, la divergenza tra la vita in cima alla classifica e, relativamente parlando, appena sotto, si fa incredibile.
“Non è giusto, anzi è crudele e poco gratificante,” ha ammesso l’argentino. “Solo 100 persone al mondo riescono a vivere con questo sport. Ti sembra giusto? Tutto il resto di noi non riceve abbastanza, mentre loro aumentano il prize money dei tornei più importanti, da cui i giocatori più avanti in classifica fanno sempre più soldi, a noi non arriva niente.”
Non è un tema nuovo nel mondo del tennis e di certo non sarebbe la prima volta che arriva alle orecchie anche di personaggi altolocati nell’ITF. L’anno scorso, un ragazzo sudafricano, Keith-Patrick Crowley, aveva iniziato una campagna in supporto del cambiamento dello status quo, di modo da poter aumentare il prize money dei tornei minori.
“Negli ultimi 15 anni il montepremi degli Slam è aumentato del 479%,” aveva raccontato. “Mentre a livello Challenger e Future l’incremento è stato dello 0%.”
Crowley aveva ricevuto un grande support dalla rete, con una petizione che aveva ottenuto migliaia di firme, ma il tutto è finito con un nulla di fatto che lui aveva così commentato: “L’ATP e l’ITF non ti danno chance di parlare, loro vogliono che le cose siano al meglio per i giocatori dell’ATP tour. A loro interessano solo i soldi e tenere i loro migliori ragazzi contenti.”
Grazie alla sua qualificazione, un po’ a sorpresa, all’ultimo US Open, e alle sue lacrime in campo, aveva di recentemente raggiunto grande successo la storia di James McGee, irlandese che sul suo blog aveva dato voce alla sofferenza di una vita passata ad inseguire il proprio sogno tennistico.
“Ricordo ancora quando nel maggio 2011 arrivai in finale al Future di Madrid,” ha raccontato nel suo blog. “Ricevetti meno di 500€. È stato orribile e non potevo credere ai miei occhi quando ho visto l’assegno. Ero sia scoraggiato, sia triste nel vedere che tutto il mio duro lavoro veniva valutato così poco. Fino a quel momento era stata la mia settimana migliore nel 2011, eppure la finivo comunque in perdita.”
Di testimonianze come queste ce ne sono a iosa, ma tornando al nostro caso di partenza, la lettera aperta di Tomás Buchhass, lui non si ferma a questi temi, ma va a colpire lì dove il nostro tennis ha ultimamente peccato, ovvero nel mondo delle scommesse.
“Trovo contraddittorio che l’ITF mandi messaggi di lotta al mondo delle scommesse e tutte queste cose che macchiano il nostro sport, e che personalmente mi fanno stare male. Dato il mio amore per il tennis, mi fa schifo sapere che c’è chi trucca le partite, ma poi scopro che uno degli sponsor dell’ITF è proprio una ditta di scommesse.”
Ma poi ha rincarato: “Ci sono cose che non tornano. Loro vogliono andare contro tutto ciò, ma poi hanno la propria ‘casa di gioco ufficiale’. In tutta onestà, credo che stiano andando nella direzione sbagliata. Stanno mettendo lo sport in secondo piano e ora l’ITF sta diventando anch’essa un’associazione che punta solo ai profitti.”