TENNIS FOCUS – Interrogato ieri dal pm Roberto Di Martino nell’ambito del filone d’inchiesta gestito dalla procura di Cremona sulle presunte combine nel mondo del tennis, Simone Bolelli ha negato ancora una volta ogni suo coinvolgimento. A meno di clamorosi colpi di scena, per lui si profila l’archiviazione
In una recente intervista rilasciata a Tenis News, Simone Bolelli aveva negato ogni coinvolgimento nel caso scommesse: “Il mio nome è entrato nel processo perché loro (Daniele Bracciali e Potito Starace, ndr) volevano contattarmi per far parte di questo schema (e lo hanno citato come contatto dell’organizzazione che comprava i risultati, ndr). Ma io non ho mai parlato né visto queste persone. Sono completamente estraneo al mondo delle scommesse”. Una posizione la sua ribadita al pm Roberto Di Martino, che ieri l’ha interrogato alcune ore nell’ambito del filone d’inchiesta gestito dalla procura di Cremona.
IL PRESUNTO COINVOLGIMENTO DI BOLELLI – Tutto accade nel 2007, quando comincia la “collaborazione” tra Daniele Bracciali e il clan dei bolognesi composto da Manlio Bruni e Francesco Giannone, i commercialisti di Beppe Signori, nata con l’intermediazione di Roberto Goretti, d.s. del Perugia. Simone Bolelli, all’epoca 22enne, viene considerato il “futuro”. “Ha 21 anni… futuro assicurato (…) Dopo siamo a posto per 10 anni…”. “Dici che non ne vuole sapere?”. “A me sembra sveglio”. “Vedrai che un 50 gli fa comodo. Poi ne deve fare tre all’anno… mica come Volandri”, si legge in un dialogo fra Goretti e Bruni. Sempre Bruni avrebbe chiesto a Daniele Bracciali di “acquistarlo” e avviarlo verso i match truccati. In tre diverse chat risalenti al mese di settembre, tra Bruni ed Enrico Sganzerla (altro interlocutore del gruppo) e tra lo stesso Bruni e Goretti, il nome di Bolelli viene fatto più volte. Prima Bruni spiega: “Oggi vede Bolelli per assoldarlo… è scatenato (riferendosi a Bracciali, ndr)”, poi Sganzerla annuncia in una conversarzione del 13 settembre. “Bolelli quasi… Dice (sempre riferendosi a Bracciali? ndr) di sapergli dire appena perde prox settimana che poi lo chiama e andiamo giù da lui”. Goretti a Bruni, invece: “Il 7 ottobre Braccio fa il campionato italiano e cerchiamo di acquistare Bolelli. Il suo nick su skype è simobole o bolesimo”. Di fatto il piano d’avvicinamento non va mai in porto. In una successiva conversazione datata 6 dicembre, Bruni dice a Sganzerla: “Bolelli è difficile. Pistolesi (il coach, ndr) non vuole”.
PROBABILE ARCHIVIAZIONE – Entrato nel fascicolo perché tirato in ballo in alcune chat che vedono sempre coinvolto Manlio Bruni, per Bolelli potrebbe essere richiesta presto l’archiviazione se non dovessero emergere ulteriori novità in merito. Accompagnato dall’avvocato Bruno Catalanotti, Bolelli ha negato ogni contatto con Bruni ed altri interlocutori, sconfessando lo stesso Bruni che su Bolelli ai suoi soci aveva riferito: “L’ho sentito: è gasatissimo”. Del resto, Bracciali, che nel suo interrogatorio ha fatto delle ammissioni parziali, ha sempre negato il coinvolgimento degli altri suoi colleghi, Bolelli compreso. Nei prossimi mesi sono previsti altri interrogatori. In particolare all’ex tennista svedese Tomas Nydahl – per il quale il pm Di Martino è intenzionato a chiedere una rogatoria – soprannominato il “maestro” da Bruni per la sua capacità di “prevedere” in anticipo i risultati dei match. Ad ogni modo, l’inchiesta potrebbe presto concludersi ma non prima della tarda primavera, quando sono previste le richieste di rinvio a giudizio.
Fonte: La Gazzetta dello Sport
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