TENNIS FOCUS – Un’altra stagione di tennis è andata in archivio. In attesa che cominci la prossima abbiamo deciso di volgere lo sguardo all’anno che è stato e compilare un piccolo prontuario che ci porterà attraverso i fondamentali del gioco e i loro migliori interpreti: da Federer a Djokovic, passando per Goffin e…Mayer!. Paul Sassoon, traduzione di Giulio Gasparin
Con la vittoria di Novak Djokovic alle ATP Finals di Londra ed il primo successo targato Svizzera in Coppa Davis è finita ufficialmente questa sorprendente stagione di tennis. Per l’inizio della prossima, i fan dovranno aspettare poco più di due settimane, mentre i loro idoli saranno intenti a ricaricare le batterie ed allenarsi in vista di un altro anno di grande tennis.
Prima che ciò possa accadere, noi di Ubitennis.com abbiamo deciso di volgere lo sguardo all’anno che è stato e compilare un piccolo prontuario che ci porterà attraverso i fondamentali del gioco e i loro migliori interpreti. Potete leggere il pezzo in inglese scritto sulla pagina inglese di Ubitennis.
Se l’aveste perso, qui trovate l’analisi di servizio e dritto.
Mentre qui trovate rovescio, slice e risposta.
Qui troverete tutto quello che riguarda il gioco a rete.
Ed infine qui troverete footwork e difesa
Aggressività
Questa categoria riguarda la ricerca del vincente, sopra ogni altro parametro. Non è la violenza dei colpi, né la loro forza. Qui di seguito vengono elencati quelli che sono, a nostro avviso, i cinque giocatori che posseggono un atteggiamento più aggressivo in campo, tale per cui la ricerca del vincente avviene sempre con largo anticipo rispetto agli altri avversari.
http://youtu.be/KqTPzrAGEAA
1) Tomas Berdych:
Il ceco è costantemente alla ricerca della palla giusta per lasciar andare il braccio e mostrare tutte le qualità dei suoi fondamentali. Sia il dritto che il rovescio possono essere tra i migliori del circuito, tanto da spesso essere il giocatore in controllo dello scambio sin dalle prime battute. Quando è costretto in difesa però la musica può cambiare, il problema è togliergli il gioco di mano.
2) Milos Raonic:
Se nasci alto tanto quanto il canadese hai poche possibilità diverse dall’essere un attaccante. Dall’alto dei suoi 196 centimetri, Raonic riesce a proporsi aggressivo a partire dal servizio e dal primo colpo successivo. Date le capacità difensive limitate, non sorprende come Raonic sia alla ricerca del vincente anche in posizioni complicate, pur di evitare scambi troppo lunghi.
3) Feliciano Lopez:
Lo spagnolo, contrariamente a chi lo precede, non fa della potenza l’arma fondamentale della sua aggressione. Lui mette pressione con un estemporaneo serve and volley, alternato a discese a rete più ponderate. Conscio dei suoi limiti da fondo campo, Lopez sfrutta ogni palla interlocutoria per togliere il tempo al proprio avversario grazie ad assalti nei pressi della rete precisi e inaspettati.
4) Fernando Verdasco:
Il mancino ha nel suo dritto l’arma preferita e a cui non teme mai di attingere. Basta solo una palla leggermente meno profonda è lui cercherà il vincente con l’amato dritto. La prevedibilità di questa sua opzione è però diventata negli anni forse il suo più grande limite.
5) Jerzy Janowicz:
A seguito della stagione tutt’altro che positiva per il polacco, probabilmente non si meriterebbe un posto in questa top 5. Ma quando si parla di aggressività, non si può lasciarlo fuori dai giochi. La mancanza di un piano B è stato, ed è tutt’ora, il suo più grande limite, ma ciò non toglie che Jerzy sia probabilmente il più aggressivo tra i giocatori in attività. Tutto del suo gioco richiama a questo suo atteggiamento, dai colpi alle esultanze. Se solo riuscisse a controllare il suo istinto e inserire un minimo di pazienza al suo modus operandi potrebbe essere tra i migliori al mondo anziché alla 43esima posizione del ranking.
Forza Mentale
C’è poco da aggiungere al titolo di questo punto di analisi. Nel tennis moderno la capacità di rimanere sul pezzo, combattere fino all’ultima palla e stringere i denti fino all’ultimo è quasi una necessità per diventare un professionista, ma questo non vuol dire che qualcuno non sia più bravo di altri.
1) Rafael Nadal:
Nessuno può dirsi tranquillamente in vantaggio contro lo spagnolo, non fino a che l’ultimo punto è stato giocato. Nadal sembra non capire il concetto di sconfitta tanto che ogni vittoria sembra essere piuttosto una gioia per non aver perso che un’esultanza per aver vinto. Lo spagnolo sembra essere in grado di evitare qualunque calo di tensione o anche solo accettare di riprendere fiato in game interlocutori.
2) Novak Djokovic:
Il serbo aveva iniziato la sua carriera mostrando limiti sotto questo punto di vista, ma negli ultimi 3-4 anni sembra essere un’altra persona, come dimostrato dalla famosa finale di Melbourne durata quasi sei ore. Contrariamente a Nadal, ogni tanto ricade in momenti di confusione tecnico-tattica, ma, tanto quanto il maiorchino, questo non si traduce in atteggiamenti negativi o che preannunciano una resa. Anche con il numero uno del mondo non è mai detta l’ultima, non importa quanti siano i match point che dovrà salvare.
3) David Ferrer:
La sua forza deriva dall’umiltà. Ferrer sa che per vincere dovrà combattere per ogni palla, per ogni gioco, per ogni vittoria. Quando sta per entrare in campo, lo spagnolo sa che dovrà correre per chilometri e che non potrà fermarsi fino a che non si sarà giunti alla stretta di mano. Anzi, probabilmente a volte non si è fermato nemmeno dopo di questa.
4) Roger Federer:
Lo svizzero gode di una forza mentale difficilmente comparabile agli altri di questa lista, poiché più che di una dote applicabile ad un singolo match, sembra essere una costante della sua carriera. Sono innumerevoli le volte, ormai, in cui allo svizzero è stato dato del finito e altrettante volte lui ha saputo risorgere. Lo testimoniano il ritorno al numero uno del mondo nel 2012 e l’assalto mancato di quest’autunno.
5) Kei Nishikori:
Come un samurai, il giapponese è dotato di grande autocontrollo e disciplina in campo. Ogni punto, ogni game sembrano essere altrettanto importanti dal modo in cui li affronta. Il record ottenuto nel 2014 nei set decisivi è impressionante con 21 vittorie e solamente 3 sconfitte.
Tutto bene, ma nessuna eccellenza
Non avere un colpo migliore degli altri non significa per forza trovarsi con una debolezza a cui porre rimedio. I giocatori che fanno della solidità la loro forza hanno nell’avere nessuna lacuna una vera e propria arma: chi li affronta infatti deve faticare per trovare una falla nel loro gioco e è spesso costretto a giocare al proprio meglio per poter aver la meglio di questi giocatori, anche se potenzialmente meno dotati. Non tutti infatti nascono atleticamente o fisicamente dotati, graziati da un servizio o un dritto fulminanti, ma saper costruire una carriera sulla completezza è altrettanto ammirevole.
1) David Goffin:
Per anni si è parlato delle difficoltà che questo esile talento belga avrebbe avuto nel circuito “dei grandi”. Quest’anno però è avvenuta la sua esplosione, tanto da fargli vincere il premio “comeback of the year”. Goffin non è alto, non è potente, non è in grado di comandare con prepotenza da fondo, ma sa come colpire ogni palla, dal servizio alle volée, è veloce sui piedi e nel pensiero. Il belga vince perché sa sempre come e quando giocare le sue carte.
2) Roberto Bautista Agut:
Il vincitore del “most improved player of the year” ha saputo issarsi alla 14a posizione mondiale senza però mostrare alcuna mostruosità nel proprio gioco. Quello che ha fatto la differenza per lo spagnolo è stata la capacità di mantenere un livello buono in tutti i fondamentali per tutta la durata della stagione e su tutte le superfici. Lavoro sodo e un ottimo cervello tennistico sono le sue armi più importanti.
3) Tommy Robredo:
Se è vero che il dritto dello spagnolo è la sua arma più letale, altrettanto vero è il fatto che non sia l’unica nel suo repertorio. Robredo fa della sua completezza e di un’ottima visione tattica la sua forza maggiore, l’assenza di veri punti deboli poi rende ogni incontro contro di lui un vero rebus. Per batterlo ci sono due giochi possibili, demolirlo a colpi di vincenti o trovare modo di batterlo al suo stesso gioco, ma quest’ultima è una via più facile a dirsi che a farsi.
4) Gilles Simon:
Per il francese il colpo migliore dipende dalla palla che gli arriva dall’altra metà del campo. Simon è probabilmente il miglior counter-puncher del circuito maschile data la sua solidità con entrambi i fondamentali e la capacità di difendere ad oltranza, fino alla palla giusta per ribaltare lo scambio. Prenderlo a pallate è una tattica azzardata, poiché è nell’appoggiarsi alla palla avversaria che Simon trova le soluzioni migliori, data la sua mancanza di potenza naturale.
5) Leonardo Mayer:
L’argentino è, come molti di quelli che lo precedono, un grande esempio di etica del lavoro e del sacrificio. Anni e anni di sforzi hanno finalmente portato i loro frutti, con il primo titolo in carriera sulla terra di Amburgo e il best ranking raggiunto in settembre. La completezza è la sua forza, visto che il dritto, forse il suo colpo migliore, da solo non spiegherebbe la sua crescita.
Con questo pezzo si chiude la nostra analisi dei migliori interpreti di ciascun fondamentale. Non resta che augurarci di assistere ad un’altra stagione di altissima qualità e vedere chi riuscirà a tenere salda la propria posizione in ciascuna classifica e chi vi si affaccerà per la prima volta.