Nella terza giornata degli Australian Open non è riuscita l’impresa alla Vinci, battuta in due set da Ekaterina Makarova, e a Simone Bolelli, sconfitto in quattro set da Federer. Vincono Errani e Seppi.
[2] R. Federer b. S. Bolelli 3-6 6-3 6-2 6-2 (Da Melbourne, Ubaldo Scanagatta)
Simone Bolelli: “Sono calato dopo 45 minuti, non sono abituato a giocare 3 set su 5”
Simone Bolelli: “Non riuscivo a leggere il suo servizio e non rispondevo bene, devo migliorare nella gestione delle partite lunghe”
A. Seppi b. J. Chardy 7-5 3-6 6-2 6-1 (Da Melbourne, Roberto Cappuccio)
Sono passati esattamente due anni da quando Seppi perse agli ottavi con Chardy il 21 gennaio 2013, in 4 set, sotto un sole cocente. Oggi le condizioni di gioco erano identiche, con in più un vento che faceva sembrare lo Show Court 2 un forno ventilato.
E i primi due set sembrano la replica di due anni fa in punteggio e schema tattico: bombarde di servizio a 200 km/h per il francese, solidità e ragnatele di dritto e rovescio per Seppi. Si va avanti punto a punto senza troppe emozioni fino al 5 pari con parecchi errori da entrambe le parti, poi break di Seppi che chiude 7-5.
Nel secondo set entrambi i giocatori continuano ad essere molto fallosi, forse a causa del vento che porta via palle che atterrano buoni due metri oltre la linea di fondo. Andreas parte bene e si porta 2-0 e break-point che però non converte. Chardy si salva con un ace (9 nel secondo set, 17 in totale) e il momento del match gira dalla sua parte. Sul 4-3 approfitta di un passaggio a vuoto di Seppi e strappa il servizio all’altoatesino per poi chiudere il set con 3 ace e una risposta sbagliata di Andreas. 7-5 3-6: appare lo spettro del 2013 quando Chardy vinse poi facilmente i due set successivi per 6-2.
Seppi ritrova se stesso nel terzo set: risponde bene, tesse le sue ragnatele e non dà ritmo a Chardy giocando sul suo rovescio e alternando rovesci in piatti e tagliati. Seppi fa il break quasi subito e si porta sul 3-1. Chardy sembra in difficoltà su un campo veloce che non gli piace come affermerà poi in conferenza stampa. È in ritardo col dritto e si trova spesso a doverlo forzare inanellando errori (71 errori non forzati in totale contro 41 vincenti). Aggrappandosi al servizio fa ancora un gioco, fino al 4-2, che è il punto di svolta del match: entrambi i giocatori sembrano nervosi, entrambi chiamano un challenge su palle nettamente fuori. Seppi però mantiene la calma e il tempo sulla palla, servendo discretamente (65% di prime palle e 8 ace alla fine della partita) e portandosi a casa il gioco. Da quel momento il francese sparisce dal campo e con un game disastroso perde il servizio, il set e manda Seppi a servire in apertura di quarto set.
“Via col braccio” gridano ad Andreas dal box. L’altoatesino li ascolta e tira piattoni di dritto che fanno vacillare Chardy, il quale, da parte sua manda un paio di palle in tribuna. Sembra manchino le idee al francese, che spara a tutto braccio alla “o la va o la spacca”. Anche il servizio non funziona più tanto (44% di prime palle nel quarto set contro 74% nel primo set e un totale di 10 doppi falli) e in pochi minuti Seppi è sul 5-1 con l’ennesimo errore non forzato di Chardy. Seppi serve così per il match. Risposta sbagliata di Chardy su un kick-serve di Seppi: 15-0. Risposta sbagliata su una prima piatta: 30-0. Erroraccio di dritto: 40-0. Ace. Finisce 7-5 3-6 6-2 6-1 in un incontro dove Andreas non ha giocato il suo miglior tennis, ma ha sbagliato meno dell’avversario (40 errori non forzati contro 71), ha risposto bene e si è mosso bene sul campo. Ora lo aspetta Roger Federer.
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Andreas Seppi: “Una partita buona ma niente di ché, ma nello scambio mi sentivo in vantaggio.”
Andreas Seppi: “Un pò di vento dà sempre fastidio, spesso aspettavo la palla un pò troppo e poi l’avevo un pò lontana e la steccavo. Anche lui però ….”
Andreas Seppi: “Con Federer sicuramente non puoi stare lì ad aspettare o a palleggiare, devi cercare di fare gioco e quando hai la chance spingere e prendere qualche rischio in più.”
[10] E. Makarova b. R. Vinci 6-2 6-4 (da Melbourne Giulio Gasparin)
Non c’è stato niente da fare per Roberta Vinci contro una Ekaterina Makarova ispiratissima nel primo match odierno sulla Road Laver Arena degli Australian Open. A testimonianza dell’amore della numero 10 del mondo con i campi del Melbourne Park, nelle ultime quattro edizioni la russa non ha mai perso prima degli ottavi di finale, con due quarti consecutivi nel 2012 e nel 2013.
Era quindi chiaro che, nonostante il due a due nei precedenti con l’ultimo vinto dall’azzurra 7-5 al terzo a Pechino lo scorso autunno, fosse la Makarova la favorita e, purtroppo per la Vinci, tale si è dimostrata.
La pugliese era partita bene nella calda mattinata di Melbourne, trovando un break di vantaggio nel secondo gioco al termine dello scambio più lungo del match, un estenuante braccio di ferro tra il dritto mancino della Makarova e il rovescio slice della Vinci, finito con un errore della prima al 22° colpo.
La reazione della semifinalista degli US Open 2014 è però arrivata immediatamente, così che la russa ha trovato prima il contro break con un eccezionale passante lungo linea di dritto, e poi non si è più fermata, conquistando anche i seguenti cinque giochi, dove c’è stata comunque lotta. Emblematico sotto questo punto di vista è stato il settimo gioco, quando la numero quattro d’Italia ha salvato quattro palle break, una delle quali con una pregevole volée alta smorzata di rovescio, ma è stata infine passata sulla quinta, che ha poi concesso alla numero 10 del mondo di servire per il set.
La Vinci è riuscita ad interrompere la seria negativa con un’ottima reazione nel primo game del secondo set, chiuso a zero con un ace al centro. Nel gioco successivo però non è riuscita a sfruttare il fisiologico calo della sua avversaria, che ha fatto tre doppi falli, ma ha comunque tenuto il turno di battuta. Ci sono state altre piccole chance per l’azzurra, ma ogni volta la Makarova ha alzato il livello, trovando accelerazioni ed angoli vincenti anche da posizioni difensive.
L’unico break, conquistato dalla testa di serie numero 10 nel quinto gioco, è stato decisivo per il set e il match, chiusosi seguendo l’andamento dei servizi fino al definitivo 6-4.
Roberta Vinci: “Non ho giocato male, lei è stata bravissima”
[14] S. Errani b. S. Soler Espinosa 7-6(3) 6-3 (da Melbourne, Luca Baldissera)
Parte subito forte Sara Errani, testa di serie numero 14, nel suo match di secondo turno contro la spagnola Silvia Soler Espinosa, numero 69 WTA, con un break in apertura. Ma dopo essersi portata sul 2-0, ingaggia con la ventisettenne avversaria una gara perversa a chi regala più turni di battuta. Si arriva così, con poco gioco da parte di entrambe, al tie break, che la Errani recupera e vince per 7 a 3 dopo essere stata sotto 3-0. Primo set mediocre, poche cose belle (qualche dritto di Sara carico e stretto, come il passante che le ha dato la vittoria nel parziale), e tanta discontinuità (tre break subiti a testa).
Il secondo set riparte sulla falsariga del primo, break Espinosa, 2-0, poi recupero di Sara sul 2-2, poi ancora break per la spagnola, poi di nuovo Sara. Sale il caldo del tardo pomeriggio australiano, c’è poca gente sugli spalti, quando finalmente Errani affonda bene due accelerazioni, tiene la battuta e va 4-3 sopra. In una Margaret Court Arena semideserta, Sara va a rete un paio di volte, spinge bene qualche dritto, e alla fine chiude 6-3. 21 game giocati, 11 break: la cosa migliore di queste partite tanto irregolari è portarle a casa.
Simpatico siparietto finale con Errani richiamata sul campo dall’intervistatore per ripetere le dichiarazioni post-match dopo che era già andata via, per un problema al microfono.
Sara Errani: “Non ho più nessun tipo di fastidio, non sto prendendo antinfiammatori”
Sara Errani: “Oggi ho fatto paradossalmente più fatica di rovescio, lo trattenevo troppo, avevo paura che la palla mi scappasse”
(in aggiornamento)
Risultati:
[10] E. Makarova b. R. Vinci 6-2 6-4
[14] S. Errani b. S. Soler Espinosa 7-6(3) 6-3
S. Bolelli vs [2] R. Federer
A. Seppi vs [29] J. Chardy