Contro una Wickmayer estremamente motivata, alla tennista italiana non bastano un set e un break di vantaggio (6-4 e “quasi” 3-0 “pesante”). L’italiana era stata avanti di un break anche nel terzo prima di cedere 4 games di fila, ma oggi la belga “era più forte”
Sara Errani (prima parte): “Ha giocato bene lei. Sì alla Fed Cup”
Sara Errani (seconda parte): “Mi aspettavo più suoi errori”
Y. Wickmayer b. [14] S. Errani 4-6 6-4 6-3
Era una partita che si poteva vincere. Ma che non è un delitto aver perso, anche se Sara era furiosa alla fine del match ripensando alle situazioni di punteggio che l’avevano vista assai ben messa, come sul 64 con tre palle del 3-0 nel secondo.
La Wickmayer è una ex n.12 del mondo e oggi non ha davvero giocato da n.81. “Mi ha fatto punti sia con il rovescio sia con il dritto, lungolinea come incrociati, mi aspettavo che commettesse più errori, ho perso perchp è stata più brava lei ma non credo di aver giocato una brutta partita”.
Sara ha ragione. Ha subito costantemente l’iniziativa, ma questa è un po’ la sua condanna, perchè nei colpi d’inizio gioco se una qualsiasi avversaria abbastanza potente ha un buon servizio (e la Wickmayer che serviva mediamente la prima a 160 km orari, e diverse prime sopra ai 170, ha messo il 71 per cento di prime, niente male insomma) e Sara serve come sempre (119 di media la prima, 106 la seconda e diverse volte ho visto 99 sul radar che qualche volta pareva perfino rifiutarsi di segnalare la velocità…due volte almeno è andato in panne, e in alcune occasioni oltre ad essere lento il servizio era anche alto e corto, un invito a nozze), non le resta altra alternativa che remare, remare e remare.
La Wickmayer dscontinua che un po’ tutti, Sara compresa, avevamo imparato a conoscere, avrebbe finito per perdere ugualmente. Ma oggi questa Wickmayer, a detta non solo di Sara e dei colleghi belgi, ha ricordato la miglior Wickmayer, quella che raggiunse una semifinale all’US open nel 2009, ma che con quella ha fatto altre tre volte gli ottavi: nel 2010 all’Aus Open e all’US open e a Wimbledon nel 2011.
Raggiungendo il suo best ranking di n.12 nell’aprile 2010, la Wickmayer che oggi ha 27 anni veniva considerata un vero prospect del tennis mondiale, anche se la sua testa non era mai sembrata solida quanto il suo fisico, al di là del suo metro e 82 cm di altezza, 14 cm più di Sara.
E’ stata la n.4 della storia del tennis belga, dietro le n.1 Henin e Clijsters e la n.9 Monami-Van Roost (che ora, separatasi dall’ex marito e coach è solo Monami), davanti alla Flipkens n.13.
La belga deve il suo nome di battesimo all’ammirazione sconfinata del padre – che è stato anche suo co-coach (anche Carlos Rodriguez è stato uno dei suo tanti allenatori quando ne cambiava uno ogni tre mesi…, così come Patrick Mouratoglou che l’aveva pronosticata addirittura n.1 del mondo!) – per Diego Armando Maradona che aveva chamato sua figlia Yanina.
Il suo coach di oggi, che è poi quello dei suoi primi successi risalenti al 2006, Michel Bouhoulle – che sulle riviste belghe viene spesso dipinto come un superplayboy, anche perchè da quattro mesi ha sposato – al suo quarto matrimonio! – Miss Belgio, mi ha detto poco fa di Sara Errani: “Ha giocato al 200 per 100 dei suoi mezzi, mentalmente è una vera roccia. La sua grande forza è pur se si rende conto di essere sotto aggressione, di essere spinta con le spalle al muro, tuttavia pensa di poterne venire fuori e di poter vincere ugualmente. Non ci sono tante tenniste capaci di tanto. Chapeau!”
In effetti Sara, che ha subito 54 vincenti della Wickmayer (che ha fatto anche 52 errori tirando sempre a tutta randa: per solito la fiamminga nata nei dintorni di Anversa fa più errori che vincenti) nel suo piccolo le ha provate tutte.
“Sono stata in corsa fino all’ultimo, anche nel terzo set ho avuto 2 palle del 3 pari – ed era stata avanti 2-1 con break…ma si sa che per Sara purtroppo avere un break di vantaggi vuol dire poco o nulla – ma ha sbagliato un dritto sulla seconda e commesso un doppio fallo subito dopo, il quarto della sua partita, che gli è costato caro perchè stato seguito poi da un vincente di Yanina.”
Tirava talmente forte la belga che spesso Sara era costretta ad accorciare, e quando accorciava quasi sempre Yanina – che non ha sbagliato che uno uno schiaffo al volo sulle palle alte, mentre era in chiara difficoltà a piegarsi sulla volee di dritto se la palla di Sara arrivava bassa – girava attorno alla palla e con il dritto anomalo sparava una fucilata sull’angolo sinistro, sul quale Sara nulla poteva.
Non c’erano stati break nei primi sei games, fino al 3 pari che ha richiesto 23 minuti. Poi la Wickmayer ne ha subiti due di fila, intervallati da uno di Sara, ma sul 5-4 Sara ha tenuto il servizio a 15 e portato a casa il primo set in 40 minuti.
Ha cominciato alla grande il secondo, 2-0 e 8 punti su 10, un solo 15 perduto a game. Poi quel game che non dimenticherà facilmente con 3 palle break che però la Wickmayer ha annullato con coraggio, un servizio vincente, uno schiaffo al volo, un dropshot vincente a sorpresa “ma io – dice Sara – ho sbagliato un lob che non era impossibile”.
Sfumate quelle opportunità, era appena trascorsa un’ora di gioco quando era ancora avanti 3-1, Sara ha avuto anche la palla del 4-2, ma l’ha mancata e poi due vincenti della belga hanno riportato il punteggio in parità. Più break fino al 5-4 per la Wickmayer e Sara ha ceduto a 15 il servizio il set per 6-4. Dopo un’ora e 28 minuti un set pari. Sara aveva fatto 4 punti in più nel primo set, Yanina tre punti in più nel secondo.
Dopo un’ora e 40 le due tenniste avvano vinto lo stesso esatto numero di punti.
Sara strappava a zero il servizio alla Wickmayer sull’1 pari e pareva avere preso un bel vantaggio psicologico. Ma cedeva il servizio a 30, ed era due pari dopo 1 ora e 43 minuti.
Dieci punti occorrevano alla belga per tenere il servizio e passare 3-2, e il game seguente era quello che Sara rimpiange e di cui ho già detto.
Fino alla fine Sara ha lottato, prima per tenere il servizio sul 2-5, poi è stata 15-30 sul servizio della Wickmayer nell’ultimo game ma il braccio della belga non ha tremato.
E l’audio dell’intervista di Sara ce l’avete tutto.
Pablo Lozano: “Sara ha avuto le sue chance, ma dal secondo era stanca, l’altra invece è sempre salita”