Niente da fare per la vincitrice di Wimbledon, che in Australia proprio non riesce a trovare il ritmo giusto. Serena Williams cede un set ma poi vince senza problemi. Gran partita della Radwanska, che soffre un po’ nel secondo set. La Muguruza dilaga alla distanza, passano anche Azarenka e Cibulkova
Madison Keys b. [4] P.Kvitova 6-4 7-5 ( di Paolo Fisciano)
Petra Kvitova conferma di non essere un fenomeno di continuità e colleziona un’altra uscita prematura dallo Slam Australiano, dopo quella al secondo turno dello scorso anno.
Pronti via e la ceca è subito in difficoltà, ma ciò nonostante riesce a portare a casa il primo turno di servizio annullando 3 palle break alla sua avversaria. Il set procede senza particolari sussulti fino al nono gioco, quando l’americana con un bel rovescio lungo linea si porta sulla 0-40, e nel punto successivo la Kvitova le regala il break con un goffissimo dritto che arriva a malapena a metà rete. La Keys si ritrova a servire così per il primo set, il braccio non trema, e dopo poco più di mezz’ora di gioco riesce ad aggiudicarsi il primo parziale addirittura con un ace.
Nel secondo set entrambe le giocatrici sono più fallose e fra il terzo e il sesto game si scambiano per ben 4 volte consecutive il servizio. La Kvitova arriva a condurre sul 5-4 e costringe la giovane statunitense a dover servire per restare nel set, ma la Keys si dimostra giocatrice di carattere e non solo tiene il servizio, ma si aggiudica anche il punto più bello del match con un dritto incrociato dopo uno scambio prolungato che lascia di sasso la ceca.
Petra accusa il colpo e nel game successivo cede il servizio con un errore banale di rovescio. Madison non si fa pregare, accetta il regalo di buon grado e dopo poco meno di un’ora e 30 di gioco può alzare le braccia al cielo in segno di vittoria.
La Keys accede così per la prima volta agli ottavi di finale in un torneo del Grande Slam e la sua corsa sembra destinata a non fermarsi qui. Nel prossimo turno partirà infatti sicuramente da favorita contro la connazionale ed omonima Madison Brangle, n°64 del mondo.
“La chiave del match è stata sicuramente il servizio“. Afferma Petra. “Non mi aspettavo di non riuscire a metterne uno dentro. Ed è stato difficile per me perchè giocavo contro una che ha un gran servizio ed io dovevo tenere il mio a tutti i costi“. Petra la prende abbastanza filosoficamente “Alla fin fine ho fatto meglio dell’anno scorso e di quello prima, quindi dovrei essere contenta, ma non lo sono“.
“Ho molto rispetto (per Petra), è una vincitrice di Grand Slam, ma non ero intimidita“. Racconta Madison nella conferenza stampa. “Se entri in campo intimidita meta’ della battaglia è già persa”.
V. Azarenka b. [25] B. Zahlavova-Strycova 6-4 6-4 (di Cesare Novazzi)
Zahlavova-Strycova testa di serie numero venticinque incontra Vika Azarenka. La bielorussa non è certo una sconosciuta a Melbourne Park e cerca conferme dopo un 2014 condizionato da un infortunio.
Inizia il match con le tenniste molto fallose. Al terzo gioco la ceca concede due palle del vantaggio lasciando il comando dello scambio ad Azarenka: la bielorussa cerca l’errore forzato dell’avversaria e ottiene il vantaggio. Fin da subito le giocatrici cercano traiettorie alte, ma è la bielorussa a trovare maggiore profondità con il rovescio. Zahlavova-Strycova cerca di impostare quindi il gioco sulla tenuta fisica e riesce a mandare la bielorussa in giro per il campo ottenendo due palle break. Azarenka sbaglia un rovescio facile in impostazione e restituisce il vantaggio. Al nono game un serve&volley sciagurato da parte della ceca manda Azarenka a palla break. La bielorussa ringrazia e sale 5 a 4. Game abbastanza combattuto dove Azarenka spreca malamente due set point –soprattutto sul secondo si offre al passante vincente dell’avversaria dopo attacco a rete per niente irresistibile- e concede tre palle break. Ancora con il rovescio Azarenka sistema il game e al terzo set point vince il primo parziale con un errore della Zahlavova-Strycova.
Il secondo parziale si apre con la bielorussa in pressione: Azarenka comanda gli scambi e si porta saldamente in vantaggio di due break complici i troppi errori gratuiti dell’avversaria. Zahlavova-Strycova però coglie un passaggio a vuoto della bielorussa e ritorna subito in partita sul 3 a 3. La ceca non concretizza e con un gratuito cede nuovamente il servizio. Settimo game molto combattuto, le giocatrici sembrano sentire un po’ la stanchezza, la bielorussa si procura palla break grazie ad uno smash della ceca che atterra quasi sul cartellone dello sponsor del torneo. Di nuovo break e di nuovo parità al turno successivo. Azarenka sale in cattedra con il rovescio e si procura una palla break con ottima smorzata. Scambio lunghissima dove le giocatrici lasciano andare il braccio. La bielorussa spinge con più intensità ed è break. Azarenka va a servire per il match e la ceca regala il 30 a 0 con una voleè che una tennista sbaglia una volta su cinquanta. Il game è comunque combattuto, ma sono le tenniste a sbagliare l’impossibile. Con un errore ancora al volo su una palla che bastava appoggiare, la ceca mette ampiamente in corridoio ed è match point. Azarenka ringrazia e chiude il match con l’ennesimo gratuito della ceca.
[1] S.Williams b. [26] E.Svitolina 4-6 6-2 6-0 (da Melbourne Robbie Cappuccio)
Giornata perfetta per il tennis, con sole ma caldo non esagerato. Una Rod Laver Arena gremita aspetta la sua beniamina Serena Williams, vincitrice a Melbourne per 5 volte, contro la giovane ukraina Elina Svitolina, alla terza apparizione in Australia, con un terzo turno l’anno scorso battuta dalla Stevens.
Non ha timori reverenziali Svitolina, che parte determinata, servendo bene, rispondendo meglio e comandando il gioco. Dal canto suo Serena appare quasi svogliata e commette parecchi errori non forzati. Elina fa un break in apertura e poi un secondo portandosi sul 4-1 . La risposta caratterizza questo set, in cui il servizio viene strappato in 5 occasioni su un totale di 10 giochi. Finisce 6-4 per Svitolina che compete con Serena in termini di vincenti, ma commette molti meno errori non forzati (7 per l’ukraina, 14 per la statunitense).
Nel secondo set però Serena si sveglia, serve meglio, è più potente e decisa incitata dalla folla non troppo rumorosa, che la sostiene con continui “Go Serena”. Il servizio non entra a Svitolina, che continua a lottare e ogni tanto infila Williams con fendenti di diritto lungo linea e incrociato, ma ora è in chiara difficoltà contro la potenza della Williams che inizia a inanellare vincenti (17 nel secondo set, 45 in totale) e sbagliare di meno: 4-0 senza che Svitolina se ne renda conto. Serena si esibisce anche in alcuni recuperi miracolosi, aiutata anche da Elina che non è capace di chiudere delle drive volley a campo aperto e viene poi punita: cara vecchia volè, questa sconosciuta, nel tennis femminile. Il pubblico, tra un selfie e l’altro che poi viene mandato in onda sugli schermi della Rod Laver Arena durante il cambio campo, continua a incitare l’americana, che a questo punto non ne ha più bisogno. Chiude facilmente 6-2 procurandosi 2 set point consecutivi con altrettante risposte vincenti di rovescio su timide seconde di Svitolina.
Serena è ormai padrona del campo: serve bene (4 ace nel terzo set, 9 in totale, contro 7 doppi falli di Elina), aggredisce l’avversaria da tutti i lati, facendola muovere continuamente, risponde aggressiva un buon metro dentro il campo, trasforma la difesa in attacco. Nulla può Svitolina che sparisce dal campo. La Williams chiude con l’ennesima risposta vincente di rovescio su una seconda di servizio e un bagel.
“Leave me alone ladies – lasciatemi in pace ragazze” dice poi scherzando Serena nell’intervista a bordo campo, riferendosi a tutte le giovani che “sono là a rosicchiarti le caviglie”. Non è ancora l’ora del passaggio delle consegne.
[6] A. Radwanska b. [30] V. Lepchenko 6-0 7-5 (di Raffaello Esposito)
Nel tennis di oggi dominato dalla potenza, il gioco di Agnieska Radwanska sembra giunto in Australia dagli anni ’60 e ’70. La polacca ha anticipo, tocco e tempismo innati. Ha sempre la testa nel match, sa fare tutto ed è in grado in ogni momento di scegliere il colpo adatto alla situazione. Al secondo turno ha annichilito la svedese Larsson.per 6-0 6;1 (“…e scusa se ti ho vinto un game” disse Barazzutti a Borg nel 1978 dopo aver perso la semifinale a Parigi per 6-0 6-1 6-0) . L’americana dovrà essere consistente e continua per evitare la ragnatela della polacca, la quale apre il set al servizio e vince il game a 15 con due dritti vincenti, un ace e uno smash e vola in un attimo tre a zero. Se il buongiorno si vede dal mattino… Radwanska alterna traiettorie alte a colpi corti e incrociati e ha già otto vincenti. La polacca gioca colpi leggeri e Lepchenko non ha mai la stessa palla da colpire.. A zero cinque serve Lepchenko ma l’americana non esiste e cede ancora la battuta. Primo set sei zero Radwanska con quattro ace e 11 vincenti, tutti di tocco e d’anticipo, non di potenza. L’americana al cambio campo non si alza dalla sedia. Dopo l’intervento del medico inizia il secondo set. Serve la polacca e chiude il game a zero; Lepchenko la imita, conquista il suo primo gioco e si procura poi due palle break. La trama di gioco con cui Agnieska annulla la seconda, chiusa da una volée di dritto a campo aperto, è da manuale. Un ennesimo ace aiuta Radwanska a tenere la battuta per il due a uno in suo favore. L’americana sbaglia sempre troppo e perde il servizio per un 4-2 che diventa 5-2 e sembra definitivo. Agnieska si distrae per la prima volta nel match, perde la battuta e in un attimo l’americana la affianca sul cinque pari. E qui vince la testa. La polacca dimentica le occasioni buttate e vince gli ultimi due games per il 6-0 7-5 finale. Sulla palla partita gioca una smorzata che rasenta l’arte.
[24] G. Muguruza b. T. Bacsinszky 6-3 4-6 6-0 (di Carlo Carnevale)
Non si arresta la corsa di Garbine Muguruza, che si impone in tre set sulla svizzera Timea Bacsinsky; l’iberica gioca ancora una volta un tennis rischioso e divertente, bombardando l’avversaria da entrambi i lati del campo, e riesce ad avere la meglio anche sui propri fantasmi, che la colgono nel secondo set sopratutto a causa di una rinvigorita rivale. L’elvetica certifica come la finale a Shenzen di inizio anno e il successo al primo turno sulla Janckovic non siano dei casi isolati, e lo fa mettendo in luce qualità difensive a tratti clamorose, forse un po’ passive nel parziale d’apertura, miste ad una pregevole varietà nei colpi. Proprio la ragnatela di slice, lob e risposte di contenimento permettono alla rossocrociata di rientrare in gioco e impattare nel conto dei set, costringendo la Muguruza a ragionare, mandandola in confusione e prosciugandone quasi le energie nervose; ne è un chiaro segnale il diciottesimo gioco, nel quale la spagnola smarrisce il servizio in preda alla fatica accumulata nel precedente game fiume, durato otto minuti, in cui era riuscita a portarsi sul 4-4 dopo essere stata in svantaggio per tuto il parziale.
Eccezion fatta per la pausa della seconda frazione, la Muguruza comanda quasi sempre, e sorprende per la resa al servizio specialmente nel primo set, che si aggiudica per 6-3 in tre quarti d’ora, nel quale spara quattro ace con il 75% di prime in campo. Buona prestazione della Bacsinsky in ogni caso, che però nulla può nel terzo set, nel quale la catalana torna ad essere una macchina da vincenti (35 totali a fine match) e chiude con il bagel appena oltre la seconda ora di gioco.
Garbine si qualifica quindi per gli ottavi, nei quali probabilmente avrà l’onore del rematch dei French Open 2014 con Serena Williams; sognare non costa nulla.
[11] D. Cibulkova b. [19] A. Cornet 7-5 6-2 (di Claudio Carnevale)
Doveva essere una battaglia, tra due delle più fiere guerriere del circuito femminile; le aspettative sono state rispettate solo per un set, poi Dominika Cibulkova ha fatto valere la sua maggiore fluidità di gioco, e ancor di più il suo incredibile feeling con i campi di Melbourne Park; troppi i 37 errori non forzati della Cornet, che lotta per tutto il primo parziale, mettendo in scena uno psicodramma che sempre più spesso sembra rientrare nel suo repertorio. Avanti di un break per due volte nel primo set, la transalpina spreca sei set points, quattro dei quali con il servizio a disposizione, prima di cedere il proprio turno di battuta in due occasioni consecutive e cedere per 7-5. La Cibulkova mette in mostra la sua sconfinata energia, si incita praticamente ad ogni punto e in situazioni di pressione non trema; salva due delicatissime palle break nel quarto gioco del secondo set e si invola poi a chiudere con un doppio break di vantaggio, in poco più di un’ora e cniquanta minuti. La Cornet non è mai sembrata in grado di fare corsa di testa, neanche quando alla ripresa delle ostilità dopo la pausa tra i due set era salita di tono, specialmente con il rovescio, ed era riuscita a strappare la battuta all’avversaria; troppo remissiva lei, e troppo combattiva l’altra per poter ribaltare un risultato che già in chiusura di primo set sembrava ormai scritto.
La slovacca continua quindi a macinare gioco in quello che per lei sembra essere un ambiente magico, e approda all’ottavo che la vedrà opposta, molto probabilmente, alla rediviva Viktoria Azarenka, con la quale è largamente in svantaggio negli head to head, pur essendosi aggiudicata gli ultimi due; è chiaro però, che in Australia Dominika è una giocatrice diversa.
(in aggiornamento)
Risultati:
[1] S. Williams b. [26] E. Svitolina 4-6 6-2 6-0
[24] G. Muguruza b.. T. Bacsinszky 6-3 4-6 6-0
[11] D. Cibulkova b. [19] A. Cornet 7-5 6-2
V. Azarenka b. [25] B. Zahlavova Strycova 6-4 6-4
[4] P. Kvitova vs M. Keys
M. Brengle b. C. Vanderweghe 6-3 6-2
[18] V. Williams b. C. Giorgi 4-6 7-6(3) 6-1
[6] A. Radwanska b. [30] V. Lepchenko 6-0 7-5