Prova convincente di Maria Sharapova, dall’inizio alla fine del match. Nessuna possibilità per Ekaterina Makarova
[2] M.Sharapova b. [10] E.Makarova 6-3 6-2 (da Melbourne, Luca Baldissera)
Il cielo di Melbourne si è rannuvolato, con il sole che va e che viene, alle 13.30, quando tocca a Maria Sharapova ( numero 2 WTA) ed Ekaterina Makarova (numero 11 WTA) sulla Rod Laver Arena, a seguire della vittoriosa partita di Fognini e Bolelli. E fa sempre più freddo, con il tipico venticello di queste parti che rende una sofferenza lo stare in tribuna, all’ombra, senza felpa o anche meglio giubbotto imbottito, ma il pubblico ora ha praticamente riempito gli spalti. I giocatori sostengono che il freddo di questi giorni rallenti il gioco, rendendo le palle più pesanti e difficili da spingere, rispetto al caldo soleggiato più abituale per l’estate australiana.
Primo game, Sharapova al servizio, ben 13 punti, con una palla break annullata sul 30-40, poi Makarova alla battuta e game stavolta di 12 punti, con due vantaggi per parte ma alla fine break per Maria. Sharapova tiene bene il servizio, Ekaterina soffre ogni turno di battuta, tutti estremamente laboriosi (altri due game di 10 punti l’uno), concede altre due palle break, si porta sotto togliendo il servizio a Maria sul 2-4, ma subito lo perde nuovamente a 15 e manda la Sharapova a servire per il primo set, chiuso 6-3. Tecnicamente la partita è lottata e anche gradevole, pur non proponendo grandi variazioni tattiche: le giocatrici si affrontano in una gara di spinta da fondocampo, che vede la potenza e gli anticipi di Maria prevalere sulle aperture mancine di Ekaterina, che non riesce a impostare le sue tipiche geometrie, basate sulle uscite in lungolinea, a causa della velocità delle palle che le spara la Sharapova.
Makarova alla battuta in apertura di secondo parziale, e subito break per Maria, poi servizio tenuto bene dalla Sharapova, e di seguito secondo turno di servizio strappato a Ekaterina: che si trova in un attimo 3-0 sotto anche nel secondo, con due break da recuperare. Gli spettatori, infreddoliti, incoraggiano la numero 11 della classifica WTA, ma quando Maria sale 4-0 la statistica diventa impietosa: 6-0 di parziale, e Makarova che non ha mai fatto più di due punti in ognuno di questi sei game. Poco aiutata oggi anche dal servizio mancino, che di solito le procura molte aperture, Ekaterina mostra anche un “body language” molto dimesso e avvilito, e quando interrompe l’emorragia del punteggio tenendo la battuta per l’1-4, non dà il minimo segnale di auto-incoraggiamento. Nel frattempo, dall’altra parte del campo Sharapova tira a braccio sciolto, in controllo assoluto del match, il suono stesso degli impatti dal vivo rende l’idea della differenza. Quando poi, per un attimo di distrazione, Maria commette due doppi falli di fila, va sotto 15-40, e con due botte micidiali risolve il fastidio, andando 5-1, la vicenda sembra senza vie d’uscita per la Makarova. Ekaterina infatti tiene un game, e alla fine si arrende per 6-3 6-2.
Superiorità in ogni aspetto del gioco della Sharapova, che attende in finale la vincitrice del derby USA della seconda semifinale, Serena Williams o Madison Keys, con la certezza di potersi giocare le sue possibilità contro chiunque delle due.