L’ex numero 3 del mondo, in una conferenza stampa tenutasi a Zagabria, ha parlato del suo lavoro di coach con Milos Raonic, il giocatore canadese n. 6 ATP
Il torneo ATP di Zagabria ha ospitato sabato pomeriggio una conferenza stampa di Ivan Ljubicic. L’ex tennista croato è sempre un gradito ospite della manifestazione di cui ha vinto la prima edizione (arrivando in finale nelle due edizioni successive).
Nel corso della conferenza stampa si è ovviamente parlato anche di Milos Raonic, di cui “Ljubo” è il coach dal giugno 2013, e di come sta procedendo la loro collaborazione.
“Per il momento va bene. Io sono soddisfatto, e credo lo sia anche lui, che stia migliorando costantemente sia nel gioco che nel ranking. Chiaro che vorremmo che la cosa fosse più veloce, ma finché c’è una crescita lineare non ci sono ragioni per preoccuparsi” ha detto Ljubicic.
Una domanda è poi arrivata sul fatto che il canadese, n. 6 del ranking ATP, incontra ancora molte difficoltà nell’affrontare i giocatori che lo sopravanzano in classifica, come dimostrato dalle statistiche degli scontri diretti: con i “Fab Four” – tornati ad occupare le prime 4 posizioni del ranking dopo gli Australian Open – è 0-5 con Djokovic e Nadal, 1-8 con Federer ed è in vantaggio 3-2 con il solo Murray. Ed è dietro 2-4 anche negli head-to-head con Nishikori, che lo sopravanza di un gradino nella classifica.
“ L’ostacolo più duro è Djokovic, è chiaro. E’ il più forte al mondo in questo momento ed anche il migliore per quanto concerne la risposta al servizio. Milos deve riuscire a sconfiggerlo una volta, per rompere quella “barriera mentale”e dopo tutto sarà più facile. Come è successo con Federer. Chiaramente è più facile che accada prima in qualche torneo al meglio dei 3 set piuttosto che in uno Slam, ma se è il giorno giusto…” ha risposto Ljubicic.
Alla domanda se la professione di coach gli piace e se ha avuto difficoltà a cambiare ruolo, la risposta è stata: “L’attività politica che ho fatto all’interno dell’ATP quando ero ancora giocatore (era membro del consiglio dell’ATP in qualità di rappresentante dei giocatori, ndr) mi ha aiutato a vedere il tennis da altre prospettive, non solo quelle classiche del giocatore. Per questo è stato più facile adeguarmi. Chiaramente fisicamente adesso è tutto molto più facile da reggere ma permangono comunque le pressioni, anche se diverse. Sicuramente sono felice come coach anche perché è il ruolo più vicino a quello in campo”.
Un’ultima domanda ha toccato il tema di un suo possibile ritorno in campo, magari nel Senior Tour.
“Io? Giocare di nuovo? Sicuramente non giocherò il circuito dei veterani. Ho giocato il doppio in Australia (in coppia con Ivanisevic, ndr) e mi sono subito infortunato! No, Il mio fisico non me lo permette e anche la testa non sarebbe contenta di questa idea” ha concluso sorridendo l’ex n.3 del mondo.