Dai diamanti di Anversa all’oro nero di Dubai, il circuito WTA continua a circondarsi di lusso e ricchezza e approda in una delle sette perle degli Emirati Arabi Uniti. In alternativa, a Rio de Janeiro è in programma l’unico combined sudamericano della stagione
Dubai
Nella pittoresca sede dell’Aviation Club, situata nell’area residenziale di Garhoud (vicino all’aeroporto), tutto è pronto per il 15° compleanno del Dubai Duty Free Tennis Championships, appuntamento che vanta un albo d’oro degno di un major.
Fino allo scorso anno, la vincitrice del torneo era sempre stata una testa di serie: sei volte aveva vinto la numero 1 mentre la più bassa ad alzare il trofeo è stata Elena Dementieva, n°8 del seeding nel 2008. La russa e Agnieszka Radwanska sono le sole campionesse a non aver vinto uno slam mentre nelle 14 finali disputate solo quattro volte era in campo una giocatrice che non ha disputato nemmeno una finale slam: le francesi Testud, Razzano e Cornet e la tedesca Goerges.
Sfortunate le edizioni 2012 e 2013, che non hanno visto al via le prime due teste di serie. Nel 2012 Azarenka e Kvitova diedero forfait e vennero sostituite da Dellacqua e Hercog. L’anno seguente di nuovo Victoria si ritirò prima dell’inizio (rimpiazzata dalla Suarez Navarro) mentre Serena non scese in campo nel match di secondo turno che la vedeva opposta alla Bartoli dopo aver ricevuto un bye al primo.
Così l’anno scorso – Non vinceva un titolo da oltre un anno (Lussemburgo 2012) e la sindrome di Sjögren sembrava averle precluso altri ambiziosi traguardi. Ma a Dubai la “Venere Nera” era imbattuta da dieci incontri e l’atmosfera dell’emirato deve averle risvegliato antiche magiche sensazioni. Così, grazie alla wild-card che gli organizzatori non hanno esitato a concederle, Venus Williams è tornata ad alzare un trofeo (il 45esimo in carriera) diventando la prima nella storia del torneo a farlo senza appartenere all’elite delle teste di serie.
La prima di queste era sua sorella Serena, chiamata al riscatto dopo la prematura eliminazione di Melbourne. Invece, dopo due buone vittorie contro Makarova e Jankovic, la n°1 del mondo incappava in semifinale nella miglior Cornet degli ultimi mesi e subiva un eloquente doppio 6-4. La francese era stata brava e fortunata al debutto contro la Halep (la rumena si ritirava all’inizio del secondo set dopo aver perso il primo 6-1) per poi sfruttare il buco nel tabellone provocato dalla precoce eliminazione di Petra Kvitova, sconfitta dalla Suarez Navarro.
Anche nella metà inferiore la vita delle favorite era piuttosto grama. Fuori al primo incontro Radwanska (2), Errani (4) e Kerber (6), solo la Wozniacki (8) andava oltre il pronostico e conquistava la semifinale a spese di Lisicki, Beck e Cirstea. Qui però trovava una Venus Williams travolgente che le concedeva cinque degli appena 24 giochi persi in tutto il torneo.
La Venere infatti non aveva concesso sconti a Vesnina (63 62), Ivanovic (62 61), Pennetta (63 75 ma brava l’italiana, qualificata, a eliminare la Radwanska al secondo turno) e ancora più avara sarebbe stata in finale, dove Alizè Cornet sperava di diventare l’ottava tennista capace di battere entrambe le Williams nello stesso torneo. Invece la finale era a senso unico e la Williams chiudeva 63 60.
Così quest’anno – Simona Halep, reduce da un deludente Australian Open che l’ha vista arrampicarsi fino ai quarti di finale per poi cedere nettamente a Makarova, prova a ripartire da Dubai dove è prima testa di serie, in virtù del forfait annunciato da Serena Williams. Ci sono possibilità che le due si incontrino nuovamente nei quarti di finale dando luogo al terzo confronto in carriera. Ma prima la rumena se la dovrà vedere con Barthel, favorita contro la Hantuchova, a cui è stata assegnata una wild card, per poi affrontare la vincente tra Pironkova e Koukalova. Dall’altra parte, il cammino della russa potrebbe scorrere via con più rapidità, poiché le giocatrici più pericolose sono Petkovic e Heather Watson. Sempre nella metà alta del tabellone spiccano i nomi di Caroline Wozniacki e Angelique Kerber, alimentate dal desiderio di riscatto dati i pessimi risultati di Melbourne, dove sono uscite rispettivamente al secondo e primo turno.
La parte bassa è dominata da Petra Kvitova, la quale ha dichiarato all’inizio dell’anno di voler arrivare al vertice della classifica mondiale. Se questo è l’obiettivo, deve inserire una marcia in più per essere competitiva ad alti livelli in modo continuo. In quarti potrebbe incontrare Radwanska, da cui si attendono risposte adesso che ha Martina Navratilova nel suo angolo. Da Venus Williams e Ivanovic non si sa mai cosa aspettarsi, ma se incappano nella settimana giusta potrebbero mostrare un tennis di alto livello. Si potrà avere da subito qualche indizio sulla loro reale condizione fisica e mentale poiché tra loro ed un ipotetico quarto ci sono nomi come quelli di Bencic, Safarova, Cibulkova e Lisicki, giocatrici forti abbastanza da poter sfruttare un’occasione qualora si presentasse.
Le italiane in gara sono Flavia Pennetta, in possesso di una wild card e che al primo turno affronta una qualificata; Karin Knapp che ha da subito lo scoglio Bencic e Camila Giorgi che trova la forse rediviva Vera Zvonareva risalita al numero 189 del mondo dopo il lungo stop al quale è stata obbligata nel 2013.
ALBO D’ORO
2001 Martina Hingis-Nathalie Tauziat 64 64
2002 Amelie Mauresmo-Sandrine Testud 64 76
2003 Justine Henin-Monica Seles 46 76 75
2004 Justine Henin-Svetlana Kuznetsova 76 63
2005 Lindsay Davenport-Jelena Jankovic 64 36 64
2006 Justine Henin-Maria Sharapova 75 62
2007 Justine Henin-Amelie Mauresmo 64 75
2008 Elena Dementieva-Svetlana Kuznetsova 46 63 62
2009 Venus Williams-Virginie Razzano 64 62
2010 Venus Williams-Victoria Azarenka 63 75
2011 Caroline Wozniacki-Svetlana Kuznetsova 61 63
2012 Agnieszka Radwanska-Julia Goerges 75 64
2013 Petra Kvitova-Sara Errani 62 16 61
2014 Venus Williams-Alize Cornet 63 60
Rio de Janeiro
Il primo dei due international brasiliani si gioca a Rio de Janeiro, in contemporanea con il torneo maschile. L’Open del Brasile al femminile ha avuto nel tempo una storia piuttosto travagliata, con qualche cambio di sede e di data.
Dal 1984 al 1991 si è giocato a Rio de Janeiro, San Paolo, Guaruja e di nuovo a San Paolo; nel 1993 a Curitiba e infine, dopo un’assenza di cinque anni, ci sono state altre quattro edizioni a San Paolo (1999 e 2000) e Bahia (2001/02). Trattandosi però di appuntamenti che non costituiscono il passato autentico del torneo odierno, nell’albo d’oro abbiamo pensato di inserire solo l’edizione del 2014.
Così l’anno scorso – Un seeding che non comprendeva nemmeno una top-30 e cinque teste di serie eliminate al primo turno. Il ritorno del tennis che conta a Rio non è stato dei più fortunati, anche se poi la finale l’hanno giocata due tra le favorite.
Tra le dipartite premature, da registrare il ko di Francesca Schiavone per mano dell’iberica Dominguez Lino mentre un’altra testa di serie, Maria Teresa Torro-Flor, si faceva sorprendere dalla qualificata italiana Burnett. Sulle ali dell’entusiasmo, Nastassja recuperava un set sia alla giovane belga Van Uytvanck che all’argentina Ormaechea e centrava la semifinale. Qui però l’azzurra si imbatteva nella giapponese Nara, reduce da tre incontri vinti senza lasciare per strada nemmeno un set. Ci riusciva la Burnett a strapparglielo, ma uno solo era troppo poco per approdare in finale: 64 36 62 per Kurumi, che affrontava l’ultimo atto da sfavorita.
Perché l’altra finalista era Klara Zakopalova, la n°1 del torneo. Con la miseria di venti giochi appena ceduti alle quattro avversarie affrontate, la ceca sembrava imbattibile ma Kurumi Nara faceva prevalere il desiderio di centrare il primo titolo WTA in carriera e si aggiudicava il match per 61 46 61.
ALBO D’ORO
2014 Kurumi Nara-Klara Zakopalova 61 46 61
Remo Borgatti e Sara Niccolini