Analizziamo in dettaglio le regole ITF che impongono ai tennisti di partecipare alla Coppa Davis o alla Fed Cup se vogliono poter sognare una medaglia olimpica a Rio, con un particolare sguardo alla situazione dei Top10 e dei tennisti italiani
Si è fatto un gran parlare, durante il recente primo turno di Fed Cup, di un “ritrovato” attaccamento alla maglia di alcune top-players che solitamente snobbano la competizione, attaccamento che secondo molti sarebbe legato alle condizioni imposte dall’ITF per l’eleggibilità olimpica. Infatti per essere ammessi a partecipare alla rassegna a cinque cerchi in programma l’estate prossima a Rio de Janeiro, ogni giocatore dovrà essersi reso disponibile a difendere i colori della propria Nazione un certo numero di volte durante il precedente quadriennio, o non sarà ammesso al tabellone principale (e non ci sono qualificazioni alle Olimpiadi) anche se la classifica dovesse essere sufficiente per la qualificazione.
Questa conditio sine qua non imposta dall’ITF non è una novità: anche la qualificazione alle Olimpiadi di Londra 2012 era stata subordinata alla disponibilità a giocare le gare ITF a squadre (Coppa Davis per gli uomini, Fed Cup per le donne) e tra le vittime illustri di questa regola si ricordano la futura campionessa di Wimbledon Marion Bartoli, sempre autoesclusasi dalla squadra transalpina per il rifiuto della Federazione Francese di farla allenare con suo padre anche in occasione dei match di Fed Cup, ed Alexandr Dolgopolov, che aveva sempre declinato le convocazioni per la nazionale ucraina di Coppa Davis.
Tuttavia dopo Londra le condizioni sono state ulteriormente inasprite, suscitando la reazione piuttosto seccata da parte della quasi totalità dei giocatori così come degli organismi che gestiscono il circuito professionistico (ATP e WTA). In questo modo la Federazione Internazionale ha voluto far leva sul fascino olimpico (e molto probabilmente sulla grande risonanza mediatica della manifestazione che fa tremendamente gola agli sponsor delle superstar della racchetta) per cercare di frenare la disaffezione dei grandi nomi del tennis verso le competizioni a squadre ITF che, con un calendario incerto e totalmente slegato dalle logiche del circuito, spesso e volentieri arrivano a disturbare i cicli di allenamento e scarico e vengono conseguentemente snobbate dai giocatori di punta.
Ma andiamo a vedere nel dettaglio quali sono queste norme “draconiane” che tanto hanno fatto discutere. Per essere eleggibile a partecipare al torneo olimpico, un atleta deve “far parte della squadra definitiva (ovvero quella nominata al momento del sorteggio) di Coppa Davis o di Fed Cup in almeno tre occasioni nel quadriennio olimpico (ovvero a partire dalla conclusione del torneo olimpico di Londra 2012 fino all’inizio del torneo olimpico di Rio 2016), a patto che una di quelle occasioni sia nel 2015 o nel 2016”.
Sono previste però diverse eccezioni: il numero di presenze richieste scende a due nel caso in cui l’atleta in questione abbia raggiunto il traguardo di 20 settimane in Davis/Fed Cup in carriera (dove ogni incontro nei tabelloni ad eliminazione diretta ed ogni evento che si disputa con un girone all’italiana viene considerato come una settimana), oppure nel caso in cui la sua nazione di appartenenza abbia militato per almeno tre dei quattro anni del quadriennio in un gruppo zonale i cui incontri di Davis/Fed Cup si disputano con la formula del girone all’italiana (round robin).
“In ogni caso, il Comitato Olimpico dell’ITF si riserva il diritto di emettere il giudizio definitivo sull’eleggibilità di un giocatore alla partecipazione al Torneo Olimpico, tenendo in considerazione anche le seguenti circostanze particolari:
Infortuni di lunga durata
Un infortunio viene considerato di lunga durata quando impedisce ad un giocatore di prendere parte ad alcun torneo ufficiale per un periodo di almeno sei mesi. Il giocatore in questo caso è tenuto a fornire la documentazione medica, se richiesta, alla sua propria Federazione Nazionale;
‘Neofita’ in Coppa Davis/Fed Cup
Si verifica quando un atleta raggiunge la classifica sufficiente per essere selezionato per la propria rappresentativa Nazionale durante la seconda parte del quadriennio olimpico;
Forza della Nazione
Si verifica quando una nazione dispone di un elevato numero di giocatori di classifica tale da rendere la competizione per la convocazione in Nazionale molto selettiva, oppure quando i criteri interni di selezione in Coppa Davis/Fed Cup della nazione stessa limitano le opportunità di convocazione del singolo atleta.”
Come si vede si tratta di condizioni piuttosto specifiche, che tuttavia lasciano un certo margine discrezionale all’ITF, soprattutto quando si configurano le eccezioni descritte qui sopra. Il riferimento ai giocatori “di recente miglioramento”, infatti, è piuttosto vago, in quanto non viene chiaramente definito quale sia lo spartiacque tra la prima e la seconda parte del quadriennio. Più rigide sono invece le regole che regimentano gli infortuni (fu questo il cavillo che consentì di “salvare” la partecipazione della futura medaglia d’oro Serena Williams a Londra 2012) ed i giocatori di Nazioni con parecchi atleti di alto livello (come per esempio la Spagna in campo maschile o gli Stati Uniti in campo femminile).
Se si va a vedere la situazione delle prime 10 della classifica WTA (cui abbiamo aggiunto anche la n.11 Venus Williams in virtù del suo glorioso passato e della sua grande pericolosità in doppio con sua sorella), si nota come nessuna delle giocatrici abbia raggiunto la soglia di “anzianità” dei 20 incontri che consentirebbe uno sconto sul minimo richiesto, mentre l’unica che può beneficiare della riduzione concessa a chi milita nei gruppi zonali è la danese Caroline Wozniacki, la cui connazionale meglio classificata è tale Karen Barbat attualmente posizionata al n.561 del ranking WTA. La bella Caroline, però, non gioca in Fed Cup dal lontano 2011, e dovrà quindi disputare tutti i suoi incontri tra quest’anno ed il prossimo se vorrà partecipare alle prossime Olimpiadi. La squadra danese è addirittura nel Gruppo III, l’ultimo livello della competizione, e si giocherà le proprie chances quest’anno nel girone di Ulcinj, in Montenegro, dal 13 al 18 aprile prossimi.
Le sorelle Williams, sempre molto parsimoniose con le loro apparizioni in Fed Cup, sono tuttavia molto ben posizionate per soddisfare i criteri di qualificazione: entrambe hanno disputato due incontri nel quadriennio, di cui uno in febbraio 2015, per cui basterà loro un’altra partecipazione nelle prossime tre occasioni (lo spareggio di aprile contro l’Italia oppure uno degli almeno due incontri che gli USA disputeranno nel 2016 prima delle Olimpiadi) per staccare il nulla osta per Rio, a patto ovviamente di rientrare negli altri parametri (classifica sufficientemente alta per l’ammissione diretta dopo il Roland Garros 2016 e rientrare nelle massimo quattro partecipanti per Nazione concesse dal regolamento olimpico).
La n.2 Sharapova ha disputato il suo primo incontro del quadriennio nel 2015 (vittoria a Cracovia contro la Polonia delle sorelle Radwanska), e quindi dovrà rendersi disponibile in altre due occasioni nei prossimi impegni di Fed Cup della Russia. Se la compagine russa dovesse arrivare fino in finale quest’anno, Maria potrebbe ultimare il compito nel 2015, rimanendo così libera di programmarsi come meglio crede nell’anno olimpico. Hanno invece già conquistato tutti i “gettoni” necessari Simona Halep (già 3 presenze per lei, inclusa una nel 2015), Agnieszka Radwanska e Angelique Kerber (5 presenze di cui una quest’anno per entrambe). Tutte le altre Top-10 (Kvitova, Ivanovic, Bouchard e Makarova) hanno già disputato un numero sufficiente di incontri, ma devono necessariamente partecipare ad almeno uno dei prossimi nel 2015 o nel 2016 per soddisfare i criteri, e non dovrebbe trattarsi di un’imposizione troppo pesante.
Per quel che riguarda le azzurre, nessun problema per Errani e Vinci (già 5 incontri nel quadriennio di cui uno quest’anno) così come nemmeno per Giorgi e Knapp (3 incontri ed uno quest’anno), mentre rimane del lavoro da fare per Flavia Pennetta, che da Londra ad oggi ha collezionato una sola presenza, ma in virtù delle 20 convocazioni già ottenute in carriera avrà bisogno di disputare solamente uno dei prossimi tre incontri di Fed Cup prima di Rio per non dover ricorrere all’eccezione dell’infortunio di lunga durata o di quella del “neofita”, in considerazione dell’intervento chirurgico al polso destro che l’ha tenuta fuori dalle competizioni dall’agosto 2012 al febbraio 2013 con relativo scivolamento in classifica che l’ha messa temporaneamente fuori dai giro della Fed Cup.
In campo maschile, anche con le assenze di Djokovic, Federer e Wawrinka già annunciate per il primo turno di Davis del prossimo marzo, la situazione appare comunque abbastanza tranquilla per i Top 10. A tutti quanti basterà infatti partecipare ad un solo incontro tra il 2015 ed il 2016 per soddisfare i criteri di eleggibilità, ad eccezione di Rafael Nadal. Il maiorchino ha infatti una sola presenza al suo attivo nel quadriennio in corso, e dovrebbe quindi collezionare altre due partecipazioni per arrivare a tre; tuttavia può sempre giocare la carta della sindrome di Hoffa, che lo ha tenuto fuori dal campo per oltre sette mesi tra il 2012 ed il 2013, divenendo così potenziale beneficiario di un’eccezione che ben difficilmente gli verrebbe negata.