Nelle semifinali del WTA di Malesia, Alexandra Dulgheru si aggiudica un rocambolesco incontro contro l’australiana Jarmilla Gajdosova, bene Caroline Wozniacki che non ha problemi a superare la Hsieh
Come consuetudine di questi giorni, uno scroscio improvviso di pioggia subito al termine di una partita di doppio ritarda il programma degli Internazionali di Malesia, costringendo gli organizzatori a far entrare in campo le atlete con oltre due ore di ritardo sulla tabella di marcia.
E’ la rumena Alexandra Dulgheru ad aggiudicarsi la prima semifinale, al termine di un incontro combattutissimo e rocambolesco contro l’australiana Gajdosova. Combattutissimo non è sinonimo di spettacolare e, diciamolo subito, la partita è stata davvero brutta, se escludiamo l’ultimissima parte del terzo set.
Sarà stata anche la tensione per un traguardo prestigioso così vicino ad impedire alle due tenniste di esprimersi al meglio, fatto sta che l’incontro non ha mantenuto le promesse della vigilia con una serie di errori non forzati da far accapponare la pelle degli appassionati. Ci si poteva aspettare la vittoria della Dulgheru che, come abbiamo scritto ripetutamente nei giorni scorsi, stava mostrando un tennis molto incisivo, difficilmente, però, si poteva credere che la vittoria sarebbe giunta in questi termini.
Nel primo set la rumena sale facilmente 4-1, ed ha tre possibilità per scappare 5-1, ma proprio sul più bello si smarrisce e permette il ritorno di una Gajdosova mai doma che impatta l’incontro sul 4-4. Alexandra Dulgheru avrebbe un’altra occasione per aggiudicarsi il primo parziale, quando, sul 5-4 40-40 commette due banali errori che permettono alla sua avversaria di vincere il game. Sarà la svolta della prima frazione perché subito dopo la Gajdosova riesce a strappare il servizio alla rumena per poi chiudere a 15 ed incamerare in questo modo il primo set.
Il secondo set ha visto scendere in campo una Dulgheru affaticata e palesemente sfiduciata che sembrava non poter opporre coriacea resistenza alla piega che aveva preso l’incontro. Sembravano i prodromi che anticipavano la fine dell’incontro anche per l’incostanza nel servizio di Alexandra che ha commesso 7 doppi falli, tra cui quello che ha regalato il break del 3-2.
Match finito? Neppure per sogno quando in campo c’è Jarmilla Gajdosova. Quello che succede è davvero incredibile e va menzionato. Nell’ottavo gioco, con il punteggio di 4-3, 40-0, tutto in favore dell’australiana, non si sa bene cosa succeda nella testa di Jarmilla, che smette letteralmente di giocare subendo un parziale di 6 punti consecutivi, di cui gli ultimi due letteralmente regalati con altrettanti doppi falli.
Cominciava una nuova partita con la Gajdosova furente per l’occasione buttata che iniziava (ancor più del solito) a sparacchiare per il campo senza costrutto. La Dulgheru, nonostante non fosse in grande giornata, tatticamente impeccabile si metteva a palleggiare e a cercare di spostare l’avversaria che entrata in un loop negativo per il conseguente 5-7 di fine parziale.
C’è da rimanere esterrefatti, a volte, per l’incredibile follia di alcune giocatrici.
Il terzo set è da museo degli orrori con entrambe le tenniste che danno vita ad una prestazione nervosa. Si arriva sul 4-4 dopo numerose occasioni di break buttate alle ortiche (saranno 11 in totale fino a quel momento), ma la cosa più importante è che finalmente si ritorna a vedere un tennis passabile.
La Gajdosova continua a tirare a tutto braccio, ma questa volta dentro le linee che delimitano il rettangolo di gioco, mentre la Dulgheru visibimente stanca è costretta a rincorrere. Nonostante le 7 opportunità per strappare il servizio è nuovamente la Dulgheru a salvarsi anche con un briciolo di fortuna (due palle sono uscite veramente di pochissimo) e ad issarsi sul 5-4.
Brava la rumena soprattutto a salvare tre palle break in modo propositivo (venendosi a prendere il punto con ottime accelerazioni da fondocampo senza paura), meno bene l’australiana apparsa troppo remissiva. Nonostante le tantissime occasioni sprecate, la Gajdosova sembrava in controllo dell’incontro, anche e soprattutto per via della fatica che impossessatasi della Dulgheru le impediva di muoversi bene lateralmente. Ma con l’australiana in campo tutto è possibile, come abbiamo già detto e qui ripetiamo. Sono, comunque, le ultime emozioni prima del tie break.
Sul 3-3 del gioco decisivo, la Gajdosova commette un clamoroso errore di diritto a campo aperto dopo una buona prima esterna. Ora è davvero troppo per i nervi dell’australiana che ammaina bandiera bianca cedendo per 7-4 con la Dulgheru che, esausta, sigla l’ultimo punto di questa pazza partita con un’ottima accelerazione di rovescio inside out, dal centro del campo.
Cosa poter dire di questo incontro? E’ stato senza dubbio un match combattuto che ha messo in mostra una Gajdosova potente a tratti padrona della partita, ma con alcune lacune negli spostamenti laterali, assolutamente incostante nel gioco e un po’ troppo nervosa.
La tennista di Bucarest, invece, ha probabilmente nell’occasione più importante della stagione giocato la peggior partita da due settimane a questa parte, commettendo un numero di errori non forzati sproporzionati per il suo stile di gioco. Il fatto di esserne comunque uscita vincitrice è davvero una gran cosa per lei.
Prima semifinale, insomma, tanto eterna (incontro durato 3 ore e 14 minuti) quanto deludente.
La seconda partita in programma vedeva scendere in campo sua maestà Wozniacki contro la Hsieh.
La rappresentante di Taipei poteva essere già contenta di aver raggiunto un così nobile risultato e non si pensava potesse essere un ostacolo significativo per la numero 5 del mondo. Bastano pochi minuti per capire che il condizionale si sarebbe presto trasformato in passato, dato che la Wozniacki, ripresasi subito da un piccolo passaggio a vuoto dal 3-0 al 3-2 non ha avuto problemi a regolare la Hsieh per 6-2 6-2.
Cosa dire di quest’altro incontro? Partiamo subito affermando che il test è stato davvero poco probante per la danese anche perché l’asiatica si è subito mostrata troppo stanca (questa settimana tre sue partite sono terminate nel set decisivo) anche solo per dare fastidio alla Wozniacki.
Caroline conferma quanto fatto vedere questa settimana: consueti recuperi incredibili e un’invidiabile solidità da fondo campo. In più sta aggiungendo al suo bagaglio tecnico anche qualche sortita a rete (dove non dimostra una brutta mano) che le potrà essere utile quando affronterà le primissime giocatrici del mondo per non risultare troppo prevedibile.
Sulla Hsieh occorre dire che ha una capacità incredibile di trovare angoli stretti, in più la sua impugnatura poco ortodossa dà grossi grattacapi alle avversarie perché i suoi colpi sono difficilmente leggibili. E’ sicuramente una buona atleta e credo che sul cemento possa confermare questa ottima settimana. I suoi problemi arrivano quando la palla è un po’ più carica, elaborata e non piatta: a quel punto fa molta fatica a spingere e a generare potenza e tende a commettere qualche errore non forzato di troppo. Pertanto sulla terra rossa, se si trovaerà a dover giocare palle cariche potrebbe fare molta fatica.
Domani in programma la finalissima: per la Wozniacki è d’obbligo alzare il suo primo trofeo del 2015 anche perché l’avversaria, seppur di livello superiore, non è certo molto più fresca della Hsieh.
Risultati:
[1] C. Wozniacki b. [WC] Hsieh 6-2 6-2
A. Dulgheru b. [4] J. Gajdosova 5-7 7-5 7-6 (4)